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CONSUMI CULTURALI

La Grande Cosenza non c’è ma ha un teatro: al Tau stagione di qualità per tutta l’area urbana

Aspettando la città unica che dovrebbe inglobare anche Rende e Castrolibero, la struttura dell’Unical riparte con un lungo cartellone

Pubblicato il: 25/02/2024 – 18:00
di Eugenio Furia
La Grande Cosenza non c’è ma ha un teatro: al Tau stagione di qualità per tutta l’area urbana

COSENZA I talenti locali ma di caratura nazionale come Saverio La Ruina. Ma anche i nomi da anni al top della scena nazionale come Ascanio Celestini, Emma Dante e Toni Servillo. Con un occhio particolare a Napoli: Mimmo Borrelli e Roberto Saviano con il loro “Sanghenapule”, e ancora Lorenzo Gleijeses (nello spettacolo con regia di Eugenio Barba e assistente il cosentino Manolo Muoio), Tommaso De Filippo e Lino Musella.
L’offerta del cartellone “Meridiano Sud” presentato all’Unical ha però qualcosa in più rispetto al puro e semplice consumo culturale: archiviate esperienze quasi leggendarie come l’Acquario di Cosenza e ridimensionata l’offerta del teatro di tradizione – al Rendano poca lirica e titoli commerciali nella prosa, come al Garden di Rende – il Teatro Auditorium Unical cerca di imporsi come “il” teatro della futuribile città unica che dovrà abbracciare anche Rende e Castrolibero e guardare a Montalto Uffugo, quinta città della provincia per numero di abitanti, snodo della logistica e dei trasporti oltre che comune confinante con la cittadella universitaria che dà corpo e anima al campus più grande d’Europa: l’Unical è a suo modo una città anch’essa, popolata di giovani e caratterizzata da profili qualificatissimi, internazionalità e innovazione.

Un nuovo polo culturale?

Il Tau – oltre all’imponenza di una struttura all’avanguardia per strumentazione e acustica – si trova al centro di un’area urbana già “conglobata” nei fatti, polo culturale di una ideale città unica in cui il Rendano, tornando al passato, si troverebbe in una posizione periferica: al netto di chi parla del rischio di una «città spaghetto» proiettata a nord e che dunque taglia il patrimonio dei casali, è un fatto che l’asse di sviluppo urbanistico e dunque socio-culturale di Cosenza e hinterland si è innestato da anni su una linea che ha proprio nel ponte Pietro Bucci quasi una conferma plastica. L’ateneo è un patrimonio forse sottovalutato in questa ottica, anche da una politica che – su battaglie come il nuovo ospedale, ad esempio – ha una strategia da campanile o peggio da orticello, salvo poi sciorinare comunicati stampa con toni da peana ogni volta che l’Unical si conferma ai vertici di classifiche e indicatori nazionali.

Il cartellone

Il cartellone che andrà in scena al Tau, predisposto dal Comitato tecnico scientifico, presieduto da Francesco Raniolo, e dal responsabile artistico organizzativo Fabio Vincenzi, prevede 20 spettacoli che spaziano dalla prosa alla musica al cinema.
Il rettore Nicola Leone ha sottolineato come la stagione, «nata per la comunità accademica, sia stata pensata per offrire spettacoli di pregio a tutto il pubblico del territorio». 
L’Unical ospiterà alcune tra le più importanti personalità della scena nazionale e internazionale, tra le quali Eugenio Barba (“Una giornata qualunque del danzatore Gregorio Samsa”, il 2 giugno) e l’Odin, Alessio Bergamo, Ascanio Celestini (“Rumba. L’asino e il bue del presepe di San Francesco nel parcheggio del supermercato”, il 6 aprile), Emma Dante, Davide Enia (il suo “L’abisso”, tratto dal romanzo “Appunti per un naufragio”, aprirà il cartellone giovedì 7 marzo), Lino Musella, Saverio La Ruina (“Via del Popolo”, 23 maggio), Toni Servillo (“Il fuoco sapiente”, 15 marzo). 

Una stagione lunghissima (e varia)

Una stagione lunghissima, con una coda tra fine anno e il febbraio 2025: a novembre Elena Bucci e Marco Sgrosso porteranno ad Arcavacata “Risate di gioia”, mentre Lino Musella e Tommaso De Filippo proporranno un’immersione nell’universo di Eduardo (“Tavola tavola, chiodo chiodo”); in data in via di definizione, “La scortecata”, basato sulle fiabe popolari di Giambattista Basile, con la regia di Emma Dante e le performance di Salvatore D’Onofrio e Carmine Maringola. Infine, tra 12 mesi, arriverà l’attesissimo “Sanghenapule: vita straordinaria di san Gennaro” con Mimmo Borrelli e Roberto Saviano a guidarci in un viaggio emozionante attraverso la storia e la cultura della città, tra celeste e sotterraneo. 
Non mancheranno la musica (classica e jazz) e la settima arte: da marzo a luglio il Cinema in Campus presenterà una serie di rassegne che esplorano diverse tematiche legate alla scena italiana e internazionale, con omaggi a Fellini, De Filippo, Garrone – molta Napoli anche nella rassegna cinematografica, si vede la mano di Bruno Roberti – ma anche con la proiezione di film che «hanno preconizzato l’avvenire del cinema, immaginando già quelli che sono gli scenari dell’intelligenza artificiale». Se gli studenti Unical hanno l’incentivo dello sconto del 40%, tutti gli altri – compreso chi lamenta una scarsa offerta culturale tra Cosenza e hinterland – hanno un’occasione per “consumare” titoli di qualità concepiti in una forma ragionata e strutturata come non si vedeva da tempo, peraltro in una cornice tecnicamente perfetta. Non solo: attuando nei fatti, grazie al teatro, la fusione di un territorio che la politica sta cercando di unificare a colpi di referendum.

L’intervento del rettore Nicola Leone durante la presentazione del cartello Meridiano Sud, venerdì scorso al Tau (Teatro Auditorium Unical)
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