CESSANITI Candeggina nelle ampolle dell’acqua e del vino. L’ha scoperto durante la messa di ieri sera don Felice Palamara, parroco di Pannaconi, frazione di Cessaniti. Il sacerdote al momento della comunione si è accorto di quanto avvenuto ed ha interrotto la celebrazione allertando i carabinieri. Lo riporta l’Avvenire. Non è la prima volta che il giovane parroco subisce un’intimidazione. Già nelle scorse settimane era stato vittima di danneggiamento alla sua auto e di pesanti lettere minatorie che interessavano anche il vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, Attilio Nostro. Ma ora la violenza diventa fisica e diretta.
Atti intimidatori che stanno colpendo anche altri sacerdoti della zona. Prima di don Felice era toccato al parroco di Cessaniti, don Francesco Pontoriero. Era stato destinatario di una lettera contenente minacce di morte con una lama affilata allegata. E anche di un gatto morto lasciato sul cofano della sua auto con annessa una nuova missiva con minacce.
«La Diocesi sta vivendo un momento di sofferenza a causa di atti intimidatori che nulla hanno a che fare con la normale vita cristiana delle parrocchie». Così monsignor Attilio Nostro, vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea reagisce dopo questa ennesima azione contro i parroci della zona che aggiunge «mi appello nuovamente alle comunità cristiane perché non si lascino scoraggiare da questo linguaggio di violenza. Non dobbiamo cedere a questa logica, facendoci tentare dallo sconforto e dalla rabbia. Non possiamo accettare questo linguaggio, non dobbiamo rispondere all’odio con odio, sapendo che non è possibile dialogare davvero con chi si rifiuta di farlo».
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