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Premi alla fedeltà e al progresso economico, le Cantine Statti e Ippolito protagoniste

Le due storiche aziende vinicole hanno ottenuto il riconoscimento come “Imprese longeve e di successo”

Pubblicato il: 26/02/2024 – 12:23
Premi alla fedeltà e al progresso economico, le Cantine Statti e Ippolito protagoniste

CATANZARO Le imprese Statti 1784 e Cantine Ippolito 1845 hanno ottenuto un importante riconoscimento alla ventesima edizione del “Premio della fedeltà al Lavoro e del Progresso economico”. Un’iniziativa portata avanti dal lontano 1952 dalle Camere di Commercio di tutta Italia ma che per l’area centrale calabrese si è trasformata in un’edizione speciale. Questa è stata la prima dall’accorpamento delle tre Camere di Commercio che ha unificato istituzionalmente nel nuovo ente camerale la rappresentanza delle province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia. Proprio per questa ragione la serata che si è svolta al Politeama di Catanzaro ha visto la partecipazione prestigiosa del Presidente dell’Unione Nazionale delle Camere di Commercio Italiane, Andrea Prete. E alle due cantine calabresi gli è stato dedicato un riconoscimento nella sezione “Imprese longeve e di successo”. Un riconoscimento tributato per la loro fedeltà al lavoro, per la lealtà verso il proprio territorio e per i risultati ottenuti posizionandosi tra le più rappresentative nel panorama del sistema imprenditoriale regionale e nazionale.

La motivazione del premio

In particolare le due aziende d’eccellenza calabrese, hanno ottenuto questo riconoscimento, hanno spiegato nella motivazione: «Per la fedeltà al lavoro che ha saputo creare valore nel tempo, erigendo l’unitarietà della famiglia a peculiare differenziale di successo tanto nel percorso di ricambio generazionale della governance dell’impresa quanto nella gestione delle risorse umane».
«Per la lealtà verso il proprio territorio – si aggiunge nella motivazione – che l’impresa ha saputo far cresce e a valorizzare e al quale ha saputo dar lustro posizionandosi tra le più eccellenti longeve di successo rappresentativo della migliore Calabria produttiva in ambito regionale come anche nel panorama del sistema imprenditoriale italiano». E ancora: «Per i risultati che l’impresa ha ottenuto attraverso obiettivi sempre più sfidanti investendo costantemente nella ricerca della qualità dei processi e dei prodotti e nel capitale umano con cui ha sempre saggiamente condiviso tutti i propri ambiziosi percorsi ed eccezionali traguardi».

Statti: «Condivido il successo con tutti i nostri collaboratori»

«Sicuramente siamo stati dei buoni marinai, evidentemente abbiamo saputo cogliere il vento a favore che avevamo». Sono le prime parole di Alberto Statti, titolare assieme al fratello Antonio della storica cantina lametina che ha ricevuto il premio dopo i complimenti direttamente dalle mani del Presidente dell’Unione Nazionale delle Camere di Commercio Italiane, Andrea Prete. «Il successo va dedicato, va condiviso intanto con i collaboratori – ha aggiunto Statti. Stasera ne abbiamo premiati due perché attualmente sono quelli che hanno più anni di anzianità in azienda. Li voglio citare non solo per l’attaccamento al lavoro ma per l’attaccamento all’azienda, alla nostra famiglia e a quello che loro fanno quotidianamente insieme con tutti i colleghi collaboratori». «Quindi è un successo che dedico a loro – ha detto ancora Statti – ma dedico anche alla nostra splendida regione perché viviamo in una terra un po’ difficile ma tanto bella che dobbiamo amare». «Noi continueremo a fare il nostro dovere – ha poi concluso – per fare in modo che l’immagine della nostra Calabria torni a splendere per così come merita».

Ippolito: «Abbiamo ereditato l’amore e la passione per il territorio»

«Innanzitutto grazie da parte mia e della mia famiglia per questo prestigioso premio». Così Vincenzo Ippolito, che con i fratelli conduce la prestigiosa cantina Ippolito 1945 di Cirò, ha commentato il riconoscimento tributato. «Un grazie ovviamente va alle persone che ci hanno preceduto – ha sottolineato poi – perché questo è un premio alla longevità».  «Quindi un grazie a mio nonno – ha aggiunto -. Ovviamente a mio padre e mio zio, i quali non solo ci hanno trasferito un’azienda che per noi oggi è ragione di vita, ma soprattutto ci hanno trasferito l’amore e la passione per un territorio. Per un microcosmo che è quello del Ciro, che vive di tradizioni, di storia e di valorizzazione di un prodotto che è l’uva, per farlo diventare poi un vino nobile da poter esportare e far conoscere in tutto il mondo». (redazione@corrierecal.it)

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