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Strage di Cutro, parla il portavoce Unhcr: «Rafforzare i sistemi di ricerca e salvataggio»

Filippo Ungaro dell’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati, stamani ha partecipato alla fiaccolata a Cutro

Pubblicato il: 26/02/2024 – 8:18
Strage di Cutro, parla il portavoce Unhcr: «Rafforzare i sistemi di ricerca e salvataggio»

CUTRO «Rafforzare il sistema di ricerca e salvataggio in mare anche con una maggiore condivisione delle responsabilità a livello europeo e creare una maggiore cooperazione internazionale, una maggiore cultura della pace per una risoluzione pacifica dei conflitti che alimentano la fuga delle persone in tutto il mondo». Lo ha detto Filippo Ungaro, portavoce dell’Unhcr, l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati, che stamani ha partecipato alla fiaccolata in ricordo delle vittime del naufragio di Cutro. «Unhrc – ha spiegato – l’anno scorso è stata molto vicina alle vittime e ha cercato di facilitare i processi che dovevano svolgere dall’identificazione delle vittime, al supporto psicologico dei superstiti e dei familiari delle vittime. Abbiamo lavorato a quattro mani con l’autorità per questo tipo di operazioni. E poi stiamo continuando ad assistere i superstiti e i familiari delle vittime per cercare di risolvere alcune delle loro questioni quali il ricongiungimento familiare, che non è avvenuto in tanti casi, il riconoscimento del diritto di asilo, che non è avvenuto in tanti casi e per ultimo ancora ci sono 5 corpi che non sono stati identificati». «Più in generale – ha detto Ungaro – credo che sia importante essere presente perché bisogna ribadire ancora una volta, e lo facciamo da tanto tempo, che è necessario rafforzare il sistema di ricerca e salvataggio in mare anche con una maggiore condivisione delle responsabilità a livello europeo. Credo che 29.000 morti vittime di naufragi in tutto il Mediterraneo negli ultimi 10 anni sia un numero enorme atroce che non possiamo assolutamente permetterci. Anche dall’inizio dell’anno ci sono state oltre 160 vittime sempre in tutto il Mediterraneo quindi cominciamo il 2024 nel peggiore dei modi. Così come è importante rafforzare quelle che sono le vie sicure e legali, quindi corridoi umanitari e corridoi lavorativi. Dai primi di Marzo avvieremo, come Unhcr insieme al ministero dell’Interno le prime evacuazioni della Libia, frutto di un accordo che durerà per tutto l’anno ma necessario andare anche alla radice dei problemi. Noi l’anno scorso come abbiamo risposto a 43 emergenze umanitarie a 43 crisi internazionali e se continua questa conflittualità a livello internazionale è un po’ come cercare di mettere un tappo per fermare una cascata. Bisogna veramente creare una maggiore cooperazione internazionale, una maggiore cultura della pace per una risoluzione pacifica dei conflitti che alimentano la fuga delle persone in tutto il mondo».

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