A Vincenzo Luciano, pescatore (suo malgrado e senza apparente chiamata evangelica) non di vivi ma di uomini e donne esanimi e dispersi, occorre volgere lo sguardo, per meglio capire l’urlo angosciato del naufragio sulla bella costa calabra. E’ a lui che bisogna accostarsi, dopo lo strazio dei corpi di 94 persone tra cui 35 bambini, per dare, un anno dopo, alla nostra memoria frastornata, il senso profondo dell’umanità gettata a mare e trattata come carne da macello. Quella tragedia si è come solidificata nella carne avvilita di un semplice pescatore di Steccato di Cutro, che rifiuta di dimenticare, fino al punto di non riuscire a voltare pagina e andare avanti con la sua vita di prima. Ogni mattina, ha confessato a “Repubblica”, torna su quella spiaggia, ma non riesce più a entrare in mare o a tirare su le reti. La sua esistenza è come si fosse compenetrata, inestricabilmente, all’ammasso immaginario dei 94 sfortunati migranti che cercavano il paradiso e sono annegati nelle acque del Mediterraneo. Se la gravità di quel disastro è diluita nel meccanismo del tempo che scorre all’impazzata e dissolve anche le sofferenze con la complicità del girone insensato della comunicazione globale, negli occhi del pescatore di Steccato di Cutro è invece rimasta un terrificante fermo immagine, inscalfibile e permanente. Bisognerebbe incontrare e ascoltare questo pescatore di scarti del mondo, per avvertire l’ingiustizia di quelle morti che neanche il magnifico ligneo Cristo di Cutro, pure lì vicino e implorato in aiuto, ha potuto soccorrere. Passata la ricorrenza del 26 febbraio 2024, tra qualche anno quest’altra strage di uomini, donne e bambini la vedremo derubricata in un trafiletto commemorativo a rilevanza domestica. Non sarà così per Vincenzo Luciano, che si è fatto sentinella nella notte della ragione. E che, stanziale sulla spiaggia e col cuore smarrito, potrà dire: “Mi gridano da Seir: Sentinella, quanto resta della notte? Sentinella, quanto resta della notte?”. E, come la Sentinella del profeta Isaia, potrà rispondere: “Viene il mattino, poi anche la notte; se volete domandare, domandate, convertitevi, venite!”
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