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QUARTA PARETE | Le intimidazioni a Cessaniti e le parole del procuratore Falvo

Le minacce ai parroci del comune vibonese al centro della rubrica di Paride Leporace, in onda su L’Altro Corriere Tv alle 14:40

Pubblicato il: 28/02/2024 – 15:07
QUARTA PARETE | Le intimidazioni a Cessaniti e le parole del procuratore Falvo

LAMEZIA TERME Le intimidazioni a Cessaniti e le parole del procuratore Camillo Falvo al centro del nuovo episodio di “Quarta Parete”, la rubrica settimana di Paride Leporace in onda oggi alle 14:40 su L’Altro Corriere Tv. Vittima dell’atto intimidatorio più grave il parroco della frazione Pannaconi, don Felice Palamara, che si è reso conto, durante la messa, del calice pieno di candeggina. «La messa – dice Leporace – si è trasformata in una sorta di trama hitchcockiana, perché il parroco, che ha pure dei problemi di salute, ingerendo quella sostanza avrebbe potuto avere delle gravissime conseguenze». Non il primo caso per don Felice, già destinatario di minacce con l’auto data alle fiamme, ma neanche per Cessaniti, dal momento che di recente sono stati minacciati un altro parroco e una volontaria di un’associazione locale. Un comune, quello di Cessaniti, sciolto dopo le dimissioni del sindaco in seguito a dettagli emersi da Maestrale Carthago. «Parliamo di un posto dove la ‘ndrangheta c’è, ma ancora non capiamo se abbia un’azione diretta su questi gravissimi episodi». Sul fatto sta dedicando tanta attenzione il giornale l’Avvenire, che ha intervistato il procuratore di Vibo Valentia Camillo Falvo. «Secondo il procuratore c’è un attacco alla politica pastorale del vescovo di Vibo Valentia, Attilio Nostro».

«Importante capire cos’è successo»

In quella parrocchia, ricorda Falvo, è stato ospite due anni fa per un’iniziativa antindrangheta. «Da qui il procuratore si concentra su due aspetti. Il primo è come mai questi episodi molto inquietanti non sono avvenuti dubito dopo questo tipo di assemblea». Il secondo aspetto riguarda «una questione abbastanza grave». Si parla infatti di «frazioncine piccole, dove tutti si conoscono. Eppure, dice il procuratore, nessun tipo di segnalazione, nessun aiuto alle indagini arriva dalla popolazione». «È molto interessante la questione nella sua inquietante drammaticità per capire cosa è accaduto». Alla mente vengono gli episodi di aggressione ad altri parroci calabresi, come quello di don Rigoli a Varapodio, ma anche altri episodi ben diversi. «Sappiamo che la chiesa e il popolo di Dio è un mondo composito. Non mancano le iniziative contro la ‘ndrangheta, così come ricordiamo, da don Stilo all’arciprete di San Luca, che c’è chi per questioni giudiziarie sappiamo che è andata in maniera molto diversa. La questione della messa di Pannaconi – conclude Leporace – è molto importante per capire la spiritualità della Calabria di oggi e la Calabria che dobbiamo costruire». (redazione@corrierecal.it)

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