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Strage di Cutro, l’avvocato Verri a “Telesuonano”: «Del governo non c’è traccia»

Ospite il legale di parte civile di alcuni familiari delle vittima del naufragio stasera, dalle 21, su L’altro Corriere Tv (canale 75)

Pubblicato il: 28/02/2024 – 17:54
Strage di Cutro, l’avvocato Verri a “Telesuonano”: «Del governo non c’è traccia»

LAMEZIA TERME La commemorazione della tragedia del naufragio di Steccato di Cutro, avvenuto il 26 febbraio 2023, ha segnato la cronaca della settimana calabrese. Un dramma che conta 94 vittime, tra cui 35 bambini, e una trentina di dispersi, ma che al tempo stesso ha messo in evidenza l’accoglienza della comunità e delle autorità locali verso i superstiti e le famiglie delle vittime, contrastando i cliché sulla ‘ndrangheta.Di questo e molto altro si parlerà nella nuova puntata di “Telesuonano”, il talk condotto da Danilo Monteleone, in onda questa sera a partire dalle ore 21 su L’altro Corriere Tv (canale 75). Ospite in studio l’avvocato Francesco Verri, legale di parte civile di alcuni familiari delle vittime del naufragio di Steccato di Cutro. «La Calabria – ha detto – ha mostrato il suo volto migliore l’anno scorso accogliendo superstiti e familiari delle vittime, dando loro conforto e partecipando al loro dolore. In un anno grande lavoro delle associazioni e della stampa, noi avvocati poi abbiamo accettato un ruolo complesso». Secondo Verri l’Italia avrebbe potuto organizzarsi meglio per affrontare la situazione sul posto anziché cercare i trafficanti in tutto il mondo. Da Verri poi un parallelismo provocatorio: il consiglio dei ministri straordinario a Cutro e la “suggestiva” dichiarazione di “guerra” della Meloni ai trafficanti di esseri umani «ma nessuno dei politici raggiunse il Palamilone, una gigantesca tomba con decine di corpi dei migranti». E lo stesso è accaduto in un certo senso anche in occasione del primo anniversario. «In questi giorni, alle iniziative di ricordo non c’era traccia del governo fatta eccezione per una insolita visita – riservata e non aperta alla stampa – da parte del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Questa distanza è un fatto oggettivo». «Ma sull’inseguimento dei trafficanti dico che quella della Meloni è una frase suggestiva ma falsa: proprio in relazione a quel naufragio si verifica una indifferenza rispetto al fenomeno criminale perché ad aspettare i presunti scafisti e quella barca non c’era nessuno, né in mare né a terra, nemmeno per arrestarli». Verri ha anche spiegato che le vittime potrebbero attendere l’esito delle indagini prima di richiedere eventuali risarcimenti.

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