LAMEZIA TERME Tra gli indagati nell’operazione “Batticuore” della Procura di Catanzaro figura anche un Carabiniere, all’epoca dei fatti Colonnello medico dell’Arma. L’inchiesta ha portato alla sospensione di un medico e due infermieri, ma anche al divieto di esercitare l’attività imprenditoriale per un altro soggetto. Il nome del carabiniere compare subito dopo il controllo effettuato dal Nas, il 5 novembre 2022, nel “Centro Polispecialistico Mediterraneo” di Sellia Marina. Quello che per intenderci era stato effettuato in seguito al monitoraggio degli inquirenti e di cui avevamo scritto (leggi qui), perché contattato dall’amico Marco Scicchitano «per ottenere eventuali informazioni riservate», scrive il gip nell’ordinanza. Così come è emerso dall’indagine condotta dalla Guardia di Finanza, il militare a conoscenza degli episodi di peculato che riguardavano il medico «lo avrebbe aiutato ad assicurarsene il profitto, facendo in lui sorgere o rafforzando il proposito di occultare tutti gli apparecchi e i prodotti medici».
A cominciare dal 7 novembre, dunque, Scicchitano, per nulla sereno dopo i controlli effettuati dal Nas decide di attivare i propri canali per cercare di andare a fondo alla spiacevole situazione. E comincia dall’amico carabiniere, chiedendogli un incontro di persona. I due si incontrano effettivamente il giorno dopo «davanti alla sala operatoria dell’ospedale» e il tutto, a loro insaputa, verrà documentato dai finanzieri. Così come ricostruito dagli inquirenti, il militare avrebbe appreso i fatti e consigliato all’amico di «fare sparire il materiale dallo studio privato e di occultarlo in altro sito». Scicchitano raccoglie l’invito dell’amico-carabiniere, e lo stesso giorno si incontra con l’infermiera Procopio e l’imprenditore Maurizio Gigliotti. Proprio per raccogliere i prodotti medici sottratti al “Pugliese-Ciaccio” e portarli da un’altra parte. Più tardi Scicchitano contatta il suo avvocato e poi Riccardo Sperlì, chiedendogli di «farsi trovare alle 21 presso lo studio» perché c’era la necessità di trasferire in un altro luogo, con urgenza e senza farsi notare da occhi indiscreti, il materiale compromettente.«…sì, sì, ma dove li dobbiamo portare?» chiede Sperlì. «Eeeh… poi ti dico. Vicino lì però ehm… un altro deposito, diciamo».
Grazie all’attività di intercettazione ambientale, alle risultanze dei tracciati gps riguardanti l’autovettura di Sperlì, ai tracciati delle targhe e ai tabulati telefonici delle utenze in uso ai protagonisti, «è stata possibile l’identificazione di tutti i soggetti che presero parte alla movimentazione dei dispositivi medici di cui si era appropriato, sottraendoli dal reparto di oculistica, il medico-imprenditore Scicchitano». In particolare, gli inquirenti intercettano una conversazione tra la Procopio e Sperlì. La prima raccontava al collega dell’incontro con il carabiniere avvenuto quella stessa mattina, ma anche che, con la finalità di sviare le indagini, «aveva formato un documento falso contenente una dichiarazione attestante la consegna da parte dell’ospedale al Centro Polifunzionale Mediterraneo in prestito dei due CryoTreq». Il carabiniere, inoltre, aveva detto loro che «si trattava di un’abile mossa investigativa per arrivare Scicchitano, monitorando le condotte illegali commesse dall’infermiera Procopio».
Tutto il materiale sanitario presente nello studio, dunque, era stato riposto in sacchi e valigie perché, l’eventuale presenza attraverso accertamenti sui lotti di produzione, avrebbe disvelalo che era stato sottratto all’ospedale. Il giorno successivo, è il 9 novembre 2022, gli inquirenti registrano una telefonata tra l’imprenditore Gigliotti e l’infermiera Procopio nel corso della quale la donna gli raccontava della serata travagliata con lo spostamento di tutto il materiale conclusosi solo alle 4 del mattino. «Ieri tutto a posto?» chiede Gigliotti «Si poi stamattina ho completato io alle 4».
«Vieni tu? Così facciamo una chiacchierata». È il pomeriggio dell’11 novembre 2022 quando gli inquirenti monitorano la telefonata avvenuta tra Scicchitano e il carabiniere amico, con quest’ultimo che aveva chiesto la visita «della vecchia». «In reparto sono, non ho studio». E così, poco più tardi, un servizio di polizia giudiziaria appositamente predisposto ha permesso di documentate l’uscita del carabiniere dall’ospedale “Pugliese-Ciaccio” accompagnato da una donna anziana, la persona che – secondo quanto ricostruito dall’accusa – era stata sottoposta a visita oculistica su sua richiesta da Scicchitano. Più tardi sarà eseguita una perquisizione a casa di Scicchitano e in quell’occasione sarà trovata la somma di 27.390 in contanti, presso la cantina a Catanzaro, dove era stato portato il materiate sanitario trafugato dal “Pugliese-Ciaccio”, nello studio medico nonché acquisita documentazione presso la sede della ditta “Emmegi Hospital srl”. (g.curcio@corrierecal.it)
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