COSENZA A intervalli di tempo più o meno regolari il nome di Andrea Gentile torna in auge scatenando polemiche e dibattiti politici, spesso finiti anche sui giornali nazionali. È di pochi giorni fa, infatti, fa la notizia di un suo possibile ripescaggio per ottenere un seggio alla Camera dei Deputati. Dopo il ricorso presentato dall’avvocato di Gentile, Oreste Morcavallo, la giunta delle elezioni della Camera ha concesso il riconteggio dei voti del collegio uninominale di Cosenza alle ultime elezioni politiche contro la deputata del Movimento 5 Stelle Anna Laura Orrico.
Nel 2016 Report, quell’anno ancora condotto da Milena Gabanelli, si occupò del giovane rampollo della famiglia Gentile. Va comunque detto che l’avvocato cosentino, figlio di Tonino (ex senatore e sottosegretario del governo Renzi) e nipote di Pino (ex sindaco di Cosenza e assessore regionale) sotto le luci dei riflettori c’era finito, suo malgrado, due anni prima per il caso di un quotidiano calabrese che nel febbraio del 2014 non uscì in edicola.
In breve la vicenda: il direttore di quella testata, denuncia le pressioni subite dallo stampatore del giornale che, nel corso di una telefonata in piena notte, registrata dal direttore, chiede con insistenza all’editore di togliere la notizia del coinvolgimento del figlio di Tonino Gentile, Andrea, in un’inchiesta della Procura di Paola sulla sanità. Richiesta avanzata anche dal diretto interessato, Andrea Gentile, tramite sms inviati sempre all’editore. Quella notizia potrebbe infatti compromettere l’ormai prossima nomina di Tonino Gentile a sottosegretario del governo Renzi. Il rifiuto da parte del direttore del quotidiano produce una sgradita sorpresa: il giornale la mattina successiva non esce in edicola. Tonino Gentile, nonostante le polemiche suscitate dalla mancata uscita del quotidiano (poi chiuso per sempre dopo pochi mesi), sarà nominato ugualmente sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti, per poi dimettersi pochi giorni dopo a causa delle numerose polemiche e critiche scatenatesi contro il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. L’inchiesta aperta sulla vicenda dal Tribunale di Cosenza, non toccherà il senatore, mentre la posizione del figlio Andrea verrà archiviata.
Nel 2016, come anticipato, arriva anche Report ad occuparsi di Andrea Gentile, e indirettamente di suo padre Tonino in quel momento tornato a fare il sottosegretario, stavolta dello Sviluppo economico. L’argomento in questione di cui si occupa il programma di inchieste di Raitre è la nomina di Andrea Gentile come membro del CdA dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, considerato il quinto centro di ricerche in tutta Europa. Una decisione che scatena l’ira di numerosi luminari della medicina e di qualche rappresentante politico. Il caso, portato in Parlamento dal Movimento Cinque Stelle, viene ridimensionato dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin (ex Pdl, Nuovo Centrodestra e oggi nel Pd), che non solo rivendica la scelta, ma sottolinea come il curriculum di Gentile risponda pienamente ai criteri normativi. In sintesi, l’avvocato Gentile è idoneo a ricoprire quella posizione rispetto alle migliaia di curriculum visionati dal ministro della Salute. «Siamo un’eccellenza – rivelerà nel corso di quella puntata di Report il presidente del CdA dell’Istituto Tumori Enzo Lucchini -. Il membro del CdA di questo Istituto non può farlo chiunque. Sarebbe troppo facile, no? Un minimo di competenza – continua Lucchini – sulle questioni che attengono il governo di un ente di questo genere ci devono essere». «Non ha una particolare competenza nel campo della sanità – dichiarerà anche l’ex direttore del Policlinico di Milano, Mannuccio Mannucci dopo aver visionato il curriculum di Gentile – e soprattutto nel campo della gestione di un Istituto scientifico di ricovero a carattere scientifico». Per Alessandro Scanni, ex direttore generale dell’Istituto Nazionale Tumori, si tratta di «un curriculum che ha una certa percentuale di debolezza…non è dei migliori». Ma è il commento finale di Mannucci a mettere in dubbio con più incisività la nomina di Andrea Gentile: «Io non critico il fatto che siano nominati dai politici, però sicuramente bisogna che siano adatti a volgere il compito. Qui, certamente, si poteva scegliere meglio e altrove».
Nel novembre del 2021 Andrea Gentile, miglior perdente dei collegi uninominali calabresi, subentra come deputato di Forza Italia a Roberto Occhiuto, eletto presidente della Regione Calabria.
Alle politiche del 2022 ripresenta la candidatura alla Camera nel collegio uninominale di Cosenza. Ottiene il 36,35% contro il 36,61 della candidata del Movimento 5 Stelle Anna Laura Orrico che lo batte. Gentile non accetta la sconfitta e fa ricorso chiedendo il riconteggio dei voti. Ricorso accettato dalla Giunta delle elezioni della Camera dei Deputati. Le schede bianche e nulle sono in tutto 10.785. I voti di differenza tra Gentile e Orrico sono 482 (484 le preferenze). La lunga e travagliata ascesa nel mondo della politica nazionale del rampollo della famiglia Gentile potrebbe dunque riservare nuove imprevedibili sorprese. Se dovesse essere riammesso, a perdere il seggio sarebbe però Elisa Scutellà (sempre del Movimento 5 Stelle) e non Anna Laura Orrico. Ovviamente i pentastellati non ci stanno e denunciano: «Si sta utilizzando una legge inesistente, studiata e decisa a tavolino nel segreto della Giunta delle elezioni per far rientrare Gentile». (f.veltri@corrierecal.it)
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