COSENZA Tiziana Mirabelli (difesa dall’avvocato Cristian Cristiano) resta agli arresti domiciliari. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla procura di Cosenza contro la decisione del Riesame che aveva concesso gli arresti domiciliari alla donna finita in carcere perché reo confessa dell’omicidio del cosentino Rocco Gioffrè. Nelle motivazioni che hanno convinto il Riesame a concedere una misura meno afflittiva a Tiziana Mirabelli, si sottolineano i dettagli riferiti all’azione omicidiaria compiuta dalla donna «dopo essere stata minacciata più volte da Gioffrè che pretendeva da lei delle prestazioni sessuali».
Prima la decisione del tribunale di Cosenza che ha definito nullo il giudizio immediato nei confronti di Tiziana Mirabelli (qui la notizia), poi la notifica di chiusura indagini (leggi qui) e l’avvio di un nuovo iter che porterà la 47enne cosentina dinanzi alla Corte d’Assise di Cosenza, per rispondere dell’accusa di omicidio e rapina ai danni di Rocco Gioffrè, anziano di 75 anni. Proprio la rapina è al centro dell’accusa sostenuta in aula dalla pm Maria Luigia D’Andrea. Mirabelli, infatti, avrebbe sottratto circa 1.800 euro a Gioffrè. Prima di sottoporsi ad un terzo interrogatorio, si è svolto il sopralluogo nell’abitazione di Tiziana Mirabelli: l’avvocato Cristian Cristiano è tornato nell’appartamento in via Monte Grappa a Cosenza, dove si sarebbe consumato il delitto. Da quanto ha appreso il Corriere della Calabria, è stata effettuata una verifica dello stato dei luoghi, la stanza dove sarebbe stato colpita a morte la vittima, il posizionamento di alcuni oggetti. Una fotografia della scena del crimine ripercorsa attraverso i racconti della reo confessa Tiziana Mirabelli.
(f.benincasa@corrierecal.it)
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