REGGIO CALABRIA Si chiama “Arec”, acronimo che sta per “Agenzia regionale per l’energia della Calabria”, un nuovo ente tecnico-operativo e strumentale della Regione. A prevederla è una proposta di legge presentata dal presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, della Lega, dai consiglieri regionali di Azione, Francesco De Nisi e Giuseppe Graziano, e dal capogruppo del Misto Antonio Lo Schiavo, dei Liberamente Progressisti: una proposta di legge “bipartisan”, dunque, che potrebbe dare vita all’ennesima riforma di questa legislatura e all’ennesima significativa novità nel sottogoverno della Cittadella. Il testo, ora al vaglio della quarta Commissione e della sesta Commissione del Consiglio regionale per l’esame di merito e della seconda Commissione per il parere finanziario, prende le mosse – scrivono i firmatari nella relazione illustrativa – dal fatto che in base all’articolo 117, terzo comma, Cost. spetta alle Regioni la potestà legislativa nella materia “produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia”, da esercitarsi nel rispetto dei principi fondamentali riservati alla legislazione dello Stato. La volontà del legislatore di riforma costituzionale del 2001 di attribuire la materia dell’energia alla potestà legislativa concorrente, dunque, si pone lungo il medesimo solco già tracciato dalla legislazione precedente, culminata nella la legge Bassanini (e, anzi, per certi versi pare diretta a dare copertura costituzionale a buona parte dell’impianto della medesima). In particolare, secondo l’attuale versione dell’articolo 117, terzo comma, Cost., salvo che per la determinazione dei princìpi fondamentali di competenza statale, spetta alle Regioni la potestà legislativa in materia di produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia». Sulla scorta di questa premessa – scrivono ancora Mancuso. De Nisi, Graziano e Lo Schiavo – «nel solco del rispetto delle norme in materia di energia, la Regione Calabria, ai sensi dell’articolo 54 dello Statuto, istituisce l’Agenzia regionale per l’energia Calabria (Arec)».
Tra i compiti previsti per l’Arec «l’esercizio, controllo, manutenzione ed ispezione degli impianti termici sul territorio regionale; migliorare la gestione della domanda di energia, mediante la promozione dell’efficienza energetica; favorire un miglior utilizzo e la razionale gestione delle risorse locali e rinnovabili. Questo al fine di favorire l’utilizzazione di tali risorse energetiche anche nell’edilizia residenziale pubblica; sostenere la ricerca finalizzata allo sfruttamento delle condizioni ottimali d’approvvigionamento energetico nell’ambito del territorio regionale; azioni mirate al miglioramento dell’ambiente e al controllo dell’inquinamento atmosferico; il supporto tecnico per la programmazione e per la pianificazione energetica di competenza regionale; la ricezione, la registrazione e il deposito delle attestazioni di prestazione energetica (Ape); l’effettuazione di verifiche, di controlli, di accertamenti e di ispezioni relativi alla conformità delle attestazioni di prestazione energetica (Ape); il supporto tecnico alla Regione per la presentazione, l’attuazione e la gestione contabile di progetti comunitari in materia di energia e di mobilità sostenibile, nonché di progetti relativi al Pnrr; la promozione, la realizzazione e la gestione di iniziative e di progetti di innovazione e ricerca coerenti con le politiche energetiche della Regione; il supporto alla costituzione di comunità energetiche rinnovabili (Cer) sul territorio regionale; il supporto agli Enti locali per la pianificazione delle azioni e il coordinamento delle iniziative in materia di energia; il supporto alle attività istruttorie, di controllo e di verifica relative al rilascio delle autorizzazioni in materia di energia di competenza regionale; il supporto tecnico, amministrativo e giuridico nell’assegnazione della gestione delle reti di distribuzione del gas di competenza della Regione». Nove in tutto gli articoli di questa proposta di legge regionale: tra questi, la norma che prevede come organi dell’Agenzia per l’energia il direttore generale e il revisore unico, che restano in carica tre anni, con il direttore generale che viene «nominato con decreto del presidente della Giunta regionale previa deliberazione della Giunta stessa, sulla base dell’istruttoria compiuta dal competente dipartimento sull’esame dei curriculum dei candidati». (a. cant.)
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato
x
x