CESSANITI Un fiume di gente in religioso silenzio tra i vicoli del paese, migliaia di fiaccole a illuminare la strada. Cessaniti rialza la testa dopo la serie di intimidazioni che ha colpito il piccolo comune vibonese. Non c’erano fisicamente, come già annunciato, don Francesco Pontoriero e don Felice Palamara, i due parroci finiti di recente nel mirino della criminalità. Era presente, invece, a marciare come protetta dall’abbraccio della sua comunità, Romina Candela, la volontaria dell’associazione Crisalide, anche lei destinataria di diverse minacce. Non solo la comunità di Cessaniti e Pannaconi, i due centri principalmente colpiti, ma tante le persone venute da tutta la provincia vibonese. Presente anche il vescovo Attilio Nostro, che ieri ha denunciato il rinvenimento di un proiettile nella sua curia. Monsignor Nostro, a sorpresa, ha però “lasciato” la piazza poco prima che iniziasse la marcia, su consiglio delle forze dell’ordine che avrebbero segnalato la presenza di figure controindicate.
La marcia è comunque proseguita regolarmente, con migliaia di persone tra istituzioni e cittadini precedute da uno “scudo” di cartelloni sollevati dai bambini. «Siamo contro ogni forma di violenza» recita uno di questi. «Vogliamo essere liberi di decidere» e ancora «sempre con voi». Un altro raffigura, invece, monsignor Attilio Nostro. Tante le istituzioni presenti: c’era il commissario dello sciolto comune di Cessaniti, Sergio Raimondo, anche lui destinatario di lettere di minacce, c’era il presidente della provincia Corrado L’Andolina, molti i sindaci del vibonese, da quello del capoluogo Maria Limardo a quello del “vicino” Jonadi, Fabio Signoretta. Diverse anche le personalità della società civile: c’era Libera con il referente regionale Giuseppe Borrello, ma anche Vincenzo Chindamo, il fratello di Maria. Tanti anche i parroci che hanno accolto l’appello di monsignor Attilio Nostro a partecipare alla fiaccolata.
Tra le istituzioni, presente il presidente della provincia Corrado L’Andolina, che a conclusione della marcia ha sottolineato «la presenza massiccia non solo della comunità, ma anche di politica, istituzioni e delle amministrazioni comunali. Una presenza convinta e silenziosa, come ha chiesto il vescovo, ma allo stesso tempo visibilmente partecipata». Presente anche l’assessore regionale Rosario Varì. «Una risposta molto forte, decisa e convinta da parte della comunità. Una condanna ferma contro questi vili gesti nei confronti del clero, della guida spirituale di questa comunità» ha detto l’assessore ai nostri microfoni. «Sono contento di questa risposta e spero che i responsabili vengano presto assicurati alla giustizia affinché questo contesto possa continuare a vivere in tranquillità e serenità». Sui diversi episodi di cui la Chiesa calabrese è vittima di recente, per ultimo il furto di oggetti sacri a Bovalino Superiore, Varì ha affermato: «C’è un attacco a tutti quegli enti che diventano guida per tanti cittadini e operano nella piena legalità. Probabilmente questo a qualcuno da fastidio, ma naturalmente non ci si può fermare davanti a questi gesti. Bisogna continuare ad andare avanti con i valori della legalità».
A fianco della comunità e dei parroci anche Libera, che da subito ha preso le difese della Chiesa vibonese. «Una comunità in cammino che si ritrova per condannare fermamente gli atti deprecabili che hanno riguardato questa realtà, questo piccolo centro» ha detto la referente provinciale Maria Joel Conocchiella, che ha ribadito la vicinanza a monsignor Attilio Nostro e ai parroci intimiditi. «Siamo a fianco della nostra Chiesa per dire che la forza dell’amore vince sull’odio e sulla violenza». Infine, da Conocchiella un messaggio di speranza rivolto ai responsabili delle intimidazioni: «La luce di quelle fiaccole possa illuminare i cuori di chi ha compiuti questi vili gesti». (Ma.Ru.)
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