Se io oggi dicessi che Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, che si sono macchiati di delitti orribili (al netto di Bologna su cui rimangono tantissimi dubbi), da 15 anni lavorano a “Nessuno tocchi Caino”, sono lontani anni luce dal loro passato e sono completamente riabilitati, qualcuno protesterebbe. Se Donatella Di Cesare, che a differenza mia insegna in un’università, la più importante (La Sapienza) elogia Barbara Balzerani, morta ieri a 75 anni, diventa una martire.
Eppure, come ha ricordato giustamente la Rettrice de La Sapienza (la calabrese Polimeni) il mondo accademico, fino a Bachelet e anche oltre, ha pagato un prezzo altissimo negli anni di piombo.
La professoressa Di Cesare è un volto noto di La7, chiamata puntualmente ad esprimere il suo neo (vecchio) antifascismo manieristico. E l’antifascismo in Italia serve ancora. Serve a costruire carriere, percorsi, fortune politiche.
Barbara Balzerani era una brillante ragazza, prima di abbracciare la lotta terroristica. Per chi non lo sapesse, è stata insieme al suo fidanzato di allora l’organizzatrice della custodia di Aldo Moro ed una delle menti pensanti dell’eccidio di via Fani, in cui morirono non cinque fascisti ( per i quali ancora oggi un eventuale sangue non sarebbe peccato) ma cinque poliziotti. Balzerani non solo, a differenza di Francesca Mambro, non ha mai preso le distanze da quel passato ma sei anni fa, in occasione del quarantesimo anniversario della strage e del sequestro di Moro, ha addirittura ipotizzato un festeggiamento.
Eppure, se un’altra docente avesse elogiato la Mambro sarebbe stata epurata da tutto. La Di Cesare (che ha rimosso il post confermando e aumentandone la gravità) invece continuerà ad andare da Floris e a recitare il mantra della partigiana moderna, in un Paese sclerotico in cui una esigua minoranza detiene ancora il monopolio delle idee e di cosa sia giusto o sbagliato.
Non sanzionerei la Di Cesare, perché ritengo comunque legittima ogni espressione di pensiero e perché non si processano le idee. Ma se l’Italia vive una lunga fase di ristagno intellettuale, priva di pensatori di spessore, è anche il sintomo di una disarmonia insopportabile che assolve chiunque esprima il banale concetto di antifascismo (senza fascismo) e condanna chi, invece, tenti di porre fine a un muro sartriano impenetrabile.
Che tutto questo abbia dei colpevoli è pacifico: colpevole è la destra nata a Fiuggi che ha volutamente smarcato il suo passato migliore cercando una deideologizzazione ad ogni costo. E colpevole è l’assenza di un grande partito, il Psi, che era di sinistra ma che arginava il massimalismo, moderava le coscienze e forniva un’idea alternativa a una Chiesa laica e potente quale quella comunista.
Di tutta questa storia la cosa più triste, umanamente, è la morte di Balzerani. Ma è ancora più terribile pensare al dolore degli ultimi, gli eredi del maresciallo Leonardi e degli agenti uccisi in via Fani. Periodicamente ancora uccisi da radical chic senza dignità e senza storia.
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