CATANZARO Tra prospettive ed emergenze, tra opportunità e minacce. La Regione Calabria guarda al futuro delineando gli indirizzi per il triennio 2024-2026 nel “Piao”, acronimo di “Piano integrato di attività e organizzazione”, una sorta di “mappatura” delle priorità da perseguire. Il documento, approvato nei giorni scorsi dalla Giunta Occhiuto, individua i punti di forza e di debolezza sia interni che esterni all’amministrazione dei quali tenere conto nella programmazione delle politiche regionali.
Dopo aver analizzato il “contesto interno”, il focus qui si concentra sul “contesto esterno”. Si scorge una sorta di equivalenza tra punti di forza e punti di debolezza. Tra i primi la Giunta segnala un miglioramento dell’economia regionale nel primo semestre 2023 per come registrato da Bankitalia, una crescita degli investimenti, con riferimento all’efficientamento energetico degli impianti produttivi, un recupero nel comparto turistico, un incremento dell’occupazione dell’1,5% nel 2022, un aumento dell’export, segnali positivi provenienti da tutti i principali settori di specializzazione regionale, il grado biodiversità del patrimonio naturalistico ed ambientale della Calabria tra i migliori d’Italia (178 Zone Speciali di Conservazione, 6 Zone di Protezione Speciale, 74 habitat), oltre 700 km di coste, con qualità di balneabilità alta e varietà orografica. Tanti però anche i punti di debolezza: nel “Piao” si segnalano la più bassa crescita del Pil rispetto ad altre regioni, «l’aumento dell’inflazione, un reddito pro-capite pari a un terzo di quello medio nazionale, collegamenti difficili, alto tasso di disoccupazione (soprattutto femminile e giovanile), basso tasso di istruzione, presenza di Enti locali sciolti per infiltrazioni mafiose, crisi demografica, con particolare riferimento allo spopolamento delle aree, un sistema produttivo regionale con rilevante deficit quantitativo e scarsa specializzazione nei settori ad alta tecnologia o intensità di conoscenza, presenza di un comparto agricolo in Calabria legato più alla stagionalità delle produzioni che all’evoluzione ciclica dell’economia, elevati livelli di rischio idrogeologico, erosione costiera e rischio sismico, forti migrazioni, specie di capitale umano formato, indicatore sintetico di digitalizzazione pari a 44,4 (al di sotto della media nazionale pari a 49,2».
Ma per la Giunta regionale il “Piao” 2024-26 è anche uno sguardo in prospettiva, e anche qui ci sono opportunità ma anche “minacce”. Opportunità sono le «risorse straordinarie ricevute con il Pnrr e grazie agli incentivi del comparto edilizio, la politica nazionale di bilancio espansiva per sostenere l’economia e la società nelle fasi finali dell’emergenza sanitaria, ma anche per implementare il tasso di crescita nel medio termine». Ma sono ancora troppi anche i fattori di preoccupazione: «Alta dipendenza dell’economia dal settore pubblico, sistema produttivo regionale con rilevante deficit quantitativo, aumento fenomeno spopolamento con diminuzione della popolazione residente, riduzione occupazione (maggiormente delle donne e dei giovani), alto tasso di abbandono scolastico, aumento della povertà assoluta (famiglie e individui), lenta crescita del settore trasporti rispetto al resto dei settori economici, riduzione dell’operatività del Porto di Gioia Tauro a causa dei conflitti in Medio Oriente, Bassa crescita dei contratti a tempo indeterminato». (a. c.)
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