Ho assistito alla partita contro il Catanzaro accettando con dolore la sconfitta. Potevamo anche pareggiarla con un po’ di fortuna ma il Catanzaro lotta per altri obiettivi. Ieri sera ho visto le incredibili immagini dell’assalto al MC Donald’s di Rende ad opera di alcuni “tifosi” ospiti. La polizia ( tredici agenti feriti..) chiarirà la dinamica. Assalire un posto in cui c’erano bambini che festeggiavano dimostra la grandezza di Churchill quando affermava che «gli italiani vanno allo stadio come se andassero in guerra e in guerra come se andassero allo stadio». Se fosse possibile darei a queste persone, oltre al Daspo, l’obbligo dei servizi sociali come accade in Gran Bretagna. Assistere quotidianamente un signore con la demenza o pulire le strade pubbliche. Questa orda chiude malamente un continuo scambio di insulti che ha contraddistinto la settimana. Accuse pesanti, irripetibili, fra due città della stessa regione. Una rivalità insopportabile che va ben oltre i confini di una partita. Se a Reggio Calabria ( città che all’epoca avrebbe meritato di diventare capoluogo) fecero una rivolta per motivi politici oggi lo scontro avviene per una partita di calcio. Si può intervenire sul tifo violento ma non è possibile censurare la cretinaggine. Dei cosentini che insultavano i catanzaresi e viceversa. Un applauso va fatto al direttore del Mc Donald’s che ha saputo proteggere i bambini. Anche quelli come noi che rifiutano la violenza avrebbero sperato che in quel momento, in quel posto, ci fosse la polizia di Berja a contrastare questi nuovi hooligans, vergogna di una Calabria che si prende a pugni da sola.
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