ROMA Il fondatore di Libera don Luigi Ciotti ha chiesto oggi al sindaco di Roma Roberto Gualtieri la possibilità di un gemellaggio tra Roma e Cittanova (in provincia di Reggio Calabria), paese natale di Teresa Gullace, la donna interpretata in “Roma città aperta” da Anna Magnani e diventata simbolo della Resistenza romana. La richiesta è arrivata in occasione della presentazione della Giornata per le vittime innocenti delle mafie in Campidoglio.
«Ben 29 anni fa – ha detto sempre don Ciotti – eravamo qui, dove abbiamo raccolto le prime firme per la legge sulla confisca dei beni mafiosi, restituiti all’uso sociale. Ora siamo di nuovo qui per ricordare le vittime innocenti: i loro familiari li vedrete con al collo le foto dei loro cari perché l’80 per cento non conosce la verità, e questa Giornata nasce per non dimenticare mai». Don Ciotti ha ricordato di aver incontrato Falcone tre mesi prima di Capaci, e poi di aver partecipato al primo anniversario della strage. C’era una donna che piangeva continuamente accanto a lui, ha raccontato: «Nessuno, mi ha detto, dice mai il nome di mio figlio che faceva parte della scorta. Quella donna – ha detto ancora il sacerdote – voleva sentire il nome di suo figlio: è per questo che nasce questa Giornata, per ricordarli tutti con la stessa forza il 21 marzo, primo giorno di primavera. Il corteo lo apriranno centinaia di familiari con il loro carico di dolore e di speranza di sapere la verità, perché bisogna unire le parole memoria e impegno. “Roma città libera”, ma le mafie ci sono – ha detto ancora – La mafia non gode solo di un sostegno attivo ma anche del sostegno passivo. Troppa gente rafforza le mafie solo non schierandosi e non prendendone coscienza. La mafia è diventata “una delle tante cose” del nostro Paese, e non ce lo possiamo permettere. La Città Eterna non può rimanere con le sue zone d’ombra fatte di intrallazzi e di violenze. In questo territorio ci sono tutte le mafie, e allora serve uno scatto in più della società civile, più consapevole e responsabile. L’ultima mafia è sempre la penultima – ha concluso – perché tende a rigenerarsi».
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