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Anche i Vescovi siciliani contrari all’autonomia differenziata. «Impatto disastroso»

«Appare poco prudente la scelta di consentire al Governo di adottare dei decreti legislativi per la determinazione dei Lep»

Pubblicato il: 06/03/2024 – 8:47
Anche i Vescovi siciliani contrari all’autonomia differenziata. «Impatto disastroso»

ROMA Il testo sull’Autonomia differenziata approdato alla Camera mette a rischio l’unità nazionale a favore di «spinte secessioniste istituzionalizzate», creando «disparità di trattamento» a danno della solidarietà nazionale e determinando un «impatto disastroso per la Sicilia». E’ il giudizio durissimo formulato dai Vescovi siciliani. «In primo – spiega la Cesi – luogo manca un esplicito e necessario richiamo all’art. 2 Cost. fonte del dovere di solidarietà sociale in favore dei soggetti meno abbienti, che costituirebbe un ulteriore e migliore ancoraggio costituzionale anche a garanzia e vincolo nella determinazione dei Lep (Livelli essenziali delle prestazioni)». Il testo «richiama l’attenzione sul pericolo di evitare disparità di trattamento sull’intero territorio nazionale, ma è proprio dalle previsioni normative in esso contenute che tale rischio emerge». «In primo luogo – spiegano i Vescovi – appare poco prudente la scelta di consentire al Governo di adottare dei decreti legislativi per la determinazione dei Lep posto che con tale scelta il Parlamento, attraverso delle Commissioni, potrà soltanto esprimere un parere su quanto deciso dal Governo ed in caso di silenzio il Decreto legislativo potrà essere comunque adottato”. Inoltre, si procede “ad individuare le modalità di finanziamento delle funzioni attribuite attraverso compartecipazioni al gettito di uno o più tributi erariali maturato nel territorio regionale, mentre sarebbe più utile prevedere una distribuzione delle responsabilità fiscali per avere delle politiche finanziate in modo responsabile. La compartecipazione si collega alla produttività dei territori regionali, con la conseguenza che territori maggiormente produttivi avrebbero introiti maggiori di altre realtà territoriali con una produttività storicamente ridotta e ciò trasformerebbe la differenziazione in diseguaglianza con l’evidente rischio di colpire concretamente la coesione dei territori mettendo in grave pericolo l’unità nazionale».

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