COSENZA Dal derby di Calabria il Cosenza è uscito con le ossa rotte e bisognerà capire se, come accaduto all’andata, subirà il colpo psicologico per la sconfitta. Il compito di Fabio Caserta, tecnico in queste ore nuovamente contestato da una buona fetta di piazza rossoblù per le sue scelte tattiche, sarà quello di evitare nuovi crolli mentali, anche perché stavolta la classifica traballa pericolosamente e alla fine del torneo di serie B non manca più tantissimo. Già sabato, in un “San Vito Marulla” che si preannuncia meno colmo di passione (delusa) rispetto alle partite contro Sampdoria e Catanzaro, arriva un avversario imprevedibile come il Cittadella, reduce da otto sconfitte consecutive che dalla zona playoff la stanno avvicinando a quella playout.
Il Cosenza e il suo allenatore depressi affronteranno i veneti sapendo benissimo di non poter sbagliare più nulla. E lo faranno senza Gennaro Tutino, il leader carismatico, la bandiera e il bomber di questa stagione che sulla carta poteva essere un’altra cosa rispetto agli anni precedenti. L’attaccante napoletano, infortunatosi al primo scatto del derby, resterà fermo a lungo per un problema muscolare, bisognerà quindi studiare, e pure in fretta, quelle alternative alla sua assenza che non sono state trovate fino a qui.
Ma oltre all’attaccante napoletano, ci sarà da rimettere in piedi una difesa che dopo l’assenza infinita di Meroni (a proposito, che fine ha fatto? E, soprattutto, perché non si è pensato di sostituirlo a dovere a tempo debito?), perderà ancora una volta per squalifica Venturi. Senza dimenticare Cimino (fermo da settimane) e D’Orazio (squalificato). In mezzo al campo si spera in questo finale di torneo in un recupero mentale di Aldo Florenzi, il talentino dimenticato e non capito, mentre in attacco, compreso forse in modo definitivo che sul Francesco Forte edizione 2023-2024 non si può fare affidamento, si dovranno studiare strategie diverse, tenendo presente che contro il Cittadella bisognerà fare a meno di Mazzocchi, altro appiedato dal giudice sportivo.
Nel melodramma della debacle del derby, sono emerse due note positive. La prima in realtà è una conferma: Manuel Marras, motorino perpetuo di fascia che con la sua tecnica pare l’unico in grado di dare luce a una squadra che spesso e volentieri si addormenta. La seconda è Antonucci, l’ingaggio ad effetto del mercato di riparazione che con le sue giocate ha messo in crisi la difesa giallorossa. E poi c’è il giovane Crespi, ex bomber della Primavera della Lazio a cui è stato dato pochissimo spazio. Non è tanto, ma è meglio di niente.
L’anno scorso, con molto meno a disposizione di William Viali, il Cosenza riuscì a compiere l’ennesimo miracolo salvezza di un’esistenza rassegnata al meno peggio da cui, con una proprietà incapace da oltre un decennio di illuminarsi, non si riesce a venir fuori. (fra.vel.)
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