Ultimo aggiornamento alle 9:31
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 5 minuti
Cambia colore:
 

l’intervista

“Bon’t Worry” in Calabria, la presidente Bo Guerreschi: «Terra bellissima, ma tante situazioni difficili» – VIDEO

L’economista a L’altro Corriere TV spiega l’anima dell’organizzazione, dai diritti delle donne a quelli dei detenuti

Pubblicato il: 08/03/2024 – 13:34
“Bon’t Worry” in Calabria, la presidente Bo Guerreschi: «Terra bellissima, ma tante situazioni difficili» – VIDEO

LAMEZIA TERME «La Calabria è una terra bellissima, però è come se le mancasse un po’ di anima». Ospite di In Primo Piano, l’approfondimento di Ugo Floro in onda su L’altro Corriere TV (canale 75), l’economista Bo Guerreschi presenta Bon’t Worry, l’organizzazione non governativa internazionale che si occupa dei diritti delle donne e di diritti civili. Tanti i progetti in Italia e nel mondo avviati, fino al recente approdo in Calabria. «Una terra bellissima, l’ho conosciuta tramite amici e abbiamo deciso di tentare di fare un progetto internazionale» spiega. Dal primo intervento in supporto delle donne vittime di violenza, alla rieducazione in carcere: «Bon’t Worry nasce con l’intenzione di essere un’associazione concreta dove noi interveniamo, seguiamo e tuteliamo le ragazze, collaborando subito con le forze dell’ordine».

«Garantire sicurezza e giustizia alla vittima»

L’obiettivo, spiega Bo Guerreschi, «è garantire sicurezza e giustizia alla vittima». Tanti, purtroppo, i casi di violenza su donne e bambini. «Una vera mattanza e le sentenze che sentiamo sono orribili. C’è un dislivello tra l’azione dell’uomo verso la donna e viceversa. Spesso la misura cautelare viene data subito alla donna, nei confronti dell’uomo al 90% non c’è». Da qui deriva una sfiducia verso la giustizia da parte delle vittime di violenza. «Alla fine alcune non denunciano, altre ci vengono a dire che se l’avessero saputo non l’avrebbero fatto». Un problema originato anche dalle «troppe leggi che creano confusione. La riforma Cartabia, ad esempio, ci ha tagliato le ali». Anche per la certezza della pena «ogni magistrato interpreta le leggi alla sua maniera, non tutti vengono giudicati in egual modo». Sulle misure di prevenzione, come i braccialetti elettronici, l’economista è scettica. «Spesso non funzionano, ma questo è a causa di chi li gestisce, non delle forze dell’ordine. Nel 2020 sono stati spesi 200 milioni per dotarsi di questi apparecchi, ma non ci sono o non funzionano. E la colpa è del gestore che dovrebbe sistemarli». L’organizzazione è da poco arrivata in Calabria, dove ha subito trovato una situazione difficile. «Abbiamo già dei casi, come quello dello stupro nella casa di salute mentale. Ne abbiamo anche altri, ma per fortuna abbiamo trovato dei Carabinieri eccezionali e pronti a intervenire immediatamente».

I progetti in carcere

Tanti i progetti anche per i diritti delle persone in carcere. «Noi lottiamo molto per i detenuti e per i loro diritti. Nei prossimi due anni verranno a lavorare con noi 8 detenuti, in precedenza nell’alta sicurezza. Siamo orgogliosissimi di loro». Tra questi, in particolare, un detenuto del carcere di Rossano. «La nostra punta di diamante. Ha fatto un percorso eccezionale di cui andiamo a chiedere la revisione perché è in galera da 10 anni e non c’è ragione per cui lui sia ancora lì». Tanto tempo che «lui ha impegnato nello studio, come un altro detenuto calabrese a Taranto che quando uscirà farà l’avvocato all’estero». Un sistema rieducativo che, però, spesso si deve scontrare con le difficili condizioni delle carceri. «Mancano gli educatori, le attività di lavoro, la volontà di studio. Molti hanno problemi economici e vengono trasferiti in sedi troppo lontane. Non c’è diritto all’affettività». Bo Guerreschi cita la sentenza 10 del 2024. «Adesso l’affettività potrà esserci anche a livello intimo. Ma diamo anche la possibilità di fare videochiamate o sentire maggiormente la famiglia. Non è costringendo l’animale in gabbia che lo porti a una rieducazione».

I progetti universitari

Violenza sulle donne, diritti dei detenuti e anche progetti universitari mandati avanti da Bon’t Worry. Progetti che si spera di portare anche in Calabria. «Volevamo portare qui il primo istituto di ricerca, un’università italo americana, dove si va a studiare lo stress post traumatico, che coinvolge anche i detenuti». Progetto per cui «non stiamo vedendo una grandissima adesione del territorio, nonostante possa portare posti di lavoro, commercializzazione, turismo». In altre parti d’Italia, come Campania e Puglia, ma anche negli Stati Uniti tutto questo è già realtà. «Abbiamo anche chiesto di darci le vecchie carceri, ma qui abbiamo poca adesione anche dai politici. Dalle altre parti invece ci chiamano governatori e sindaci, perché vogliono creare e ridare turismo e internazionalizzazione ai territori». In Calabria l’organizzazione sta provando comunque a radicarsi. «Abbiamo due sedi, una a Lamezia e a Rende e ci stiamo muovendo per Catanzaro. Abbiamo due grandi avvocati che ci danno una mano». I prossimi appuntamenti calabresi sono il 5 e il 6 aprile a Cosenza e Catanzaro. «Parleremo di diritti fondamentali insieme a istituzioni e professori universitari, abbiamo la Federico II di Napoli come partner». Semi che Bo Guerreschi spera possano presto germogliare in Calabria, ma serve soprattutto l’appoggio di politici e istituzioni. «A loro chiediamo di essere più presenti, perché il territorio lo creano loro e danno a noi la possibilità di poter sviluppare. Non devono vederci come nemici o invasori» spiega l’economista. «Non chiediamo soldi, ma la possibilità di sviluppare qualcosa di innovativo, come ad esempio l’asilo internazionale». Un appello, dunque, in nome dei diritti fondamentali di tutti i cittadini, comprese donne e detenuti, spesso due fasce poste ai margini della società. «Noi non siamo perfetti, ma lavoriamo con massima serietà anche nelle difficoltà. Però ci siamo sempre» conclude Guerreschi. (redazione@corrierecal.it)

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x