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Cosenza, omicidio Gioffrè. Il mistero del «cofanetto rubato a Tiziana Mirabelli»

L’avvocato della imputata reo confessa dell’omicidio. «I rilievi sulla cassaforte hanno dato esito negativo, nessun video riprende la rapina ai danni della vittima»

Pubblicato il: 08/03/2024 – 10:17
di Fabio Benincasa
Cosenza, omicidio Gioffrè. Il mistero del «cofanetto rubato a Tiziana Mirabelli»

COSENZA Questa mattina, in Corte d’Assise a Cosenza, è partito il processo a carico di Tiziana Mirabelli (difesa dall’avvocato Cristian Cristiano) finita in carcere perché reo confessa dell’omicidio del cosentino Rocco Gioffrè (la cui famiglia è rappresentata dall’avvocato Francesco Gelsomino). Dinanzi alla presidente Lucente, le parti hanno chiesto l’escussione dei testimoni, l’esame dell’imputata e la possibilità di presentare documentazione e atti ritenuti utili nel proseguo del processo. Nessuna questione preliminare è stata sollevata. La Corte, dopo una breve Camera di Consiglio, ha ammesso l’acquisizione delle prove documentali e la lista testi presentata dalle parti.

Il video e i furti a casa Mirabelli

Nel corposo faldone depositato dall’avvocato Cristiano, è contenuto un indice che riassume tutta la produzione documentale riferita alla sua assistita. Tra le pagine, merita attenzione alcuni capitoli riferiti ad un video della presunta rapina commessa da Mirabelli ai danni di Gioffrè e di alcuni furti subiti dalla donna. In particolare, si tratta di un video datato 14 febbraio 2023 con inizio alle ore 6.47 del mattino. Sono immagini riprese dalle telecamere del sistema di videosorveglianza installato a casa di Rocco Gioffrè, dove si vedrebbe la Mirabelli sottrarre delle somme di denaro alla vittima, «ma non emerge nulla di tutto questo», sottolinea il legale dell’imputata. Lo stesso, ha chiesto l’acquisizione di tutti gli accertamenti irripetibili svolti, con particolare attenzione rivolta ai rilievi effettuati sulla cassaforte di Gioffrè e che «hanno dato esito negativo» sulla presenza di «tracce ematiche della Mirabelli». Ed ancora, nella richiesta di acquisizione figurano le chat intercorse tra Gioffrè e Mirabelli che rappresentano una «prova documentale di tutto ciò che ha anticipato il delitto». Il legale ha poi annunciato alla Corte, una denuncia di furto presentata da Tiziana Mirabelli e subita nei «luoghi teatro dell’evento». L’abitazione della donna «è stata oggetto di alcuni furti, sono stati trafugati un TV e un cofanetto, questo di particolare interesse per la difesa». Infine, l’avvocato Cristiano ha richiesto anche l’acquisizione della decisione con la quale la Cassazione ha respinto il ricorso della procura di Cosenza contro la scarcerazione di Mirabelli, oggi ai domiciliari e questa mattina presente in aula.

Il complesso iter giudiziario

Prima la decisione del tribunale di Cosenza che ha definito nullo il giudizio immediato nei confronti di Tiziana Mirabelli (qui la notizia), poi la notifica di chiusura indagini (leggi qui) e l’avvio di un nuovo iter che porterà la 47enne cosentina dinanzi alla Corte d’Assise di Cosenza, per rispondere dell’accusa di omicidio e rapina ai danni di Rocco Gioffrè, anziano di 75 anni. Proprio la rapina è al centro dell’accusa sostenuta in aula dalla pm Maria Luigia D’Andrea. Mirabelli, infatti, avrebbe sottratto circa 1.800 euro a Gioffrè. Prima di sottoporsi ad un terzo interrogatorio, si è svolto il sopralluogo nell’abitazione di Tiziana Mirabellil’avvocato Cristian Cristiano è tornato nell’appartamento in via Monte Grappa a Cosenza, dove si sarebbe consumato il delitto. Da quanto ha appreso il Corriere della Calabria, è stata effettuata una verifica dello stato dei luoghi, la stanza dove sarebbe stato colpita a morte la vittima, il posizionamento di alcuni oggetti. Una fotografia della scena del crimine ripercorsa attraverso i racconti della reo confessa Tiziana Mirabelli.
(f.benincasa@corrierecal.it)


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