REGGIO CALABRIA “Questa giornata ha un senso se ogni giorno nelle nostre tavole ci interroghiamo a cosa potremmo fare per non avere più violenza”. Così, intervistata da “Buongiorno Regione” del Tg3 Calabria, Maria Antonietta Rositani, la donna scampata al tentato omicidio da parte dell’ex marito che le ha dato fuoco a Reggio Calabria nel marzo 2019: dopo l’aggressione Maria Antonietta Rositani ha trascorso 20 mesi in ospedale, tra terapia intensiva, duecento interventi chirurgici e cure che continuano ancora ora per le ustioni riportate. “Tante – ha riferito Maria Antonietta Rositani – sono le donne che non riescono a ribellarsi, tante anche le donne purtroppo già seppellite, io mi batto proprio per quelle morti per dare loro voce, affinché la loro morte non finisca nel dimenticatoio. La mia vicenda può servire a tutte quelle donne che si trovano in casa a subire violenza e hanno paura di denunciare, perché ho denunciato. Non importa quello che è successo. Ho denunciato e avrei denunciato altre 100 volte”. Secondo Maria Antonietta Rositani inoltre “il lavoro è la cosa fondamentale per poter ridare dignità a noi donne vittime di mafia. Io purtroppo ha bisogno di tantissime cure perché per lo Stato le mie cure sono cure estetiche, cure che faccio solo se associazioni o persone mi possono sostenere: quanto sarebbe bello se le potessi sostenere da sola”.
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