RENDE «È di qualche giorno fa un’ulteriore dichiarazione dell’On. Antoniozzi sulla città unica nella quale oltre a dire che “la città unica è una opportunità per tutti i cittadini di Cosenza, Rende e Castrolibero” (a nostro avviso più corretto “potrebbe essere” e, in ogni caso, resta tutto da dimostrare prima di richiedere l’espressione della volontà popolare) sottolinea come “…per quanto sia consultivo se dal referendum uscisse una vittoria del no bisognerebbe fermarsi…” (ci mancherebbe pure che i proponenti, purtroppo suoi partner di governo, non rispettino nemmeno la volontà del popolo). In considerazione di quanto appena riportato, vogliamo ribadire come l’azione del Comitato di Rende è fermamente contraria alla proposta di legge regionale che, come abbiamo sempre sostenuto, è antidemocratica perché non promossa e decisa dalle popolazioni interessate». Così in una nota il Comitato Cittadino di Rende, composto dalle associazioni: RendeSì, Rende l’Idea, Missione Rende, La Primavera di Rende, InnovaRende, AttivaRende, Federazione Riformista di Rende, Laboratorio Politico “Carlo Rosselli”, Partito Socialista Italiano di Rende, IdM Rende, Movimento Civico Rende, Aria Nuova-Rende Centro Storico, Associazione La Fenice-Centro Storico. «Premesso – prosegue a nota – che la nostra non è una posizione pregiudiziale alla città unica, abbiamo sempre evidenziato la necessità di dimostrare, informare, spiegare e far comprendere le positività e le negatività di una eventuale fusione ai cittadini dei tre comuni. Abbiamo sin da subito contestato lo studio di fattibilità redatto su commissione di parte da una persona che non conosce minimamente il contesto territoriale interessato e che ha semplicisticamente trascritto dati e tabelle, peraltro vetusti, reperibili, per giunta, sui vari siti istituzionali, regionali e nazionali, senza alcuna oggettiva proiezione e, nella maniera più assoluta, alcuno scenario futuro della nuova città. Abbiamo da sempre sostenuto che la proposta di legge, unico caso in Italia, non tiene conto dei pareri, a nostro avviso fondamentali, dei Consigli Comunali quali rappresentanti democraticamente eletti né tantomeno della volontà dei cittadini, i quali attraverso un referendum solo consultivo e non vincolante vengono sottratti del potere di decidere sulle sorti future della propria comunità, referendum basato, peraltro, su un progetto che non esiste se non nelle menti di chi persegue l’obiettivo. Ed inoltre, non tiene conto del fatto che oggi la città di Rende non ha un organismo amministrativo democraticamente eletto. Allora chiediamo, – afferma il Comitato – ancora una volta ed a gran voce, che si riveda tutta la procedura legislativa di fusione dei tre comuni, che si ripristino le regole della democrazia e, ancor prima, del buon senso istituzionale. Abbiamo proposto di partire, per fare le cose per bene come si fa nel resto d’Italia, dall’istituto dell’Unione dei Comuni per almeno un triennio, pianificando, organizzando e sperimentando l’unitarietà dei servizi pubblici e tutto ciò che comporta la gestione ordinaria e straordinaria di un ente. Che il governo regionale si limiti a dare l’indirizzo sul riordino territoriale generale, questo è l’atto politico che gli compete, questa è la prerogativa che la Costituzione gli riconosce e non altro. Che si rediga poi, di concerto tra le parti, un progetto serio, vero e di prospettiva concreta in cui far emergere punti di forza e punti di debolezza della nuova città, questo sì da sottoporre alla valutazione dei cittadini delle singole città interessate. Solo in caso di positiva sperimentazione dell’unione e, quindi, di reale beneficio per la collettività interessata, il progetto di città unica potrà essere sottoposto a referendum deliberativo, da approvare a maggioranza dei voti espressi in ogni singolo comune, ovviamente valido se parteciperà al voto il 50%+1 degli aventi diritto. È su queste basi che da mesi abbiamo richiesto un incontro con il presidente Occhiuto, con il presidente Mancuso e con i gruppi consiliari regionali di maggioranza che sono i proponenti stessi della proposta di legge. Incontro e confronto che a tutt’oggi ci sono stati negati. I proponenti ed i loro mandanti strategicamente si nascondono in assenza di valide argomentazioni a supporto di questa brutta iniziativa. Su queste basi abbiamo intrapreso una comune azione con le associazioni dei comuni di Cosenza e Castrolibero e sostenuta dai sindaci di Cosenza, Franz Caruso, e di Castrolibero, Orlandino Greco. La nostra proposta fissa un percorso lineare e graduale, certo nei tempi, nei modi e nei contenuti, oggettivamente valido e sostenuto da una legge regionale equa e democratica. L’area urbana sarà città unica veramente unita se e solo se costruita dal basso e decisa dai suoi cittadini che, è bene ricordarlo, sono i veri artefici del futuro dei nostri territori. Di certo non ci fermeremo di fronte alla arroganza di questi gruppi di potere, nuovi modernizzatori per slogan e propaganda, che intendono cambiare le sorti delle nostre città appropriandosene e così mortificando le comunità di appartenenza o addirittura cancellandone le storie, le culture, le tradizioni, i valori identitari. La nostra – conclude il Comitato – è una battaglia giusta che vale la pena di combattere e vincere per l’affermazione dei principi di libertà, autodeterminazione e sovranità del popolo e nel rispetto del ruolo di chi invece il popolo stesso dovrebbe solo ben governare».
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