REGGIO CALABRIA I Comitati di gestione degli ambiti di caccia e la pesca, e poi la custodia dei mezzi mobili di pernottamento e di strutture destinate all’accoglienza dei turisti, il Bollettino ufficiale della Regione, il trattamento accessorio della struttura tecnica di valutazione Vas e Via, l’attività funeraria, il tavolo per il lavoro, le aree di biodiversità, gli organi del Consorzio unico di bonifica, e infine la spesa per il personale dell’Arpacal e il randagismo e gli animali d’affezione. Cos’hanno in comune tutti queste voci? A rigor di logica niente, eppure la politica calabrese riesce nell’impresa di metterle tutte insieme in un unico provvedimento normativo. Si tratta dell’ultima “Omnibus” che la maggioranza di centrodestra porterà all’esame del Consiglio regionale, in particolare della seduta in programma martedì prossimo. Se la memoria non inganna, dovrebbe essere l’ottava “Omnibus” finora presentata dalla maggioranza, che ha ormai elevato a sistema questa tecnica che ricomprende in un unico testo di legge norme sui temi più svariati e per le motivazioni più disparate. Una tecnica che ha anche attirato le censure della Corte dei Conti ma che evidentemente il centrodestra non intende archiviare.
L’ultima in ordine di tempo in realtà è stata già calendarizzata due volte in Consiglio regionale, ma è stata rinviata, dopo lo “stralcio” di alcune norme ritenute più urgenti, per la necessità di ulteriori approfondimenti, evidentemente alla fine arrivati. Anche quest’ultima “Omnibus”, sottoscritta da Comito, Gelardi, Neri, Crinò, De Nisi, Graziano, al solito viene camuffata sotto la comoda sigla della manutenzione di altre leggi – il titolo è “Modifiche ed integrazioni alle leggi regionali n. 28/1986, n. 9/1996, n. 29/2001, n. 11/2011, n. 39/2012, n. 48/2019, n. 9/2023, n. 22/2023, n. 25/2023, n. 39/2023, n. 45/2023 e n. 62/2023” – nel senso che procede alla modifica di norme preesistenti, anche recenti per la verità, spaziando per “la qualunque”. In tutto 14 articoli, compreso quello sull’invarianza finanziaria che in realtà è tutta fa verificare. Questa ennesima “Omnibus” comunque appare, come le altre, un “patchwork”, un calderone indistinto e molto oscuro con norme e temi senza un nesso logico tra di loro: in alcuni casi si tratta di disposizioni necessarie per migliorare una disciplina ovviando a qualche falla iniziale, in altri di disposizioni necessarie ad aggiornare testi ormai anacronistici, o a rispettare il principio di leale collaborazione con il governo che minaccia l’impugnazione alla Consulta, ma lo strumento è sicuramente molto confusionario. Però è anche vero che si stanno avvicinando un po’ di elezioni… (c. a.)
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