CATANZARO Danneggiamento, resistenza a pubblico ufficiale aggravata, interruzione di pubblico servizio. È lungo l’elenco dei reati contestati agli 11 indagati, ritenuti tra i responsabili degli scontri avvenuti domenica sera al termine del derby tra Cosenza e Catanzaro. Il gip ha convalidato gli arresti: in sei sono ora indagati a piede libero, per altri è stato disposto l’obbligo di firma mentre per altri tre il giudice ha respinto la richiesta dei domiciliari avanzata dal pm Domenico Assuma.
Nelle 19 pagine dell’ordinanza firmata dal gip del Tribunale di Catanzaro, Sara Mazzotta, sono stati ricostruiti tutti gli episodi che hanno contrassegnato una brutta pagina di sport per la Calabria e per le due città. I primi attimi di tensione si sono registrati già prima dell’incontro, all’arrivo del corteo dei tifosi del Catanzaro calcio nell’area di parcheggio situata presso il Centro Sportivo Real Cosenza, attiguo al settore ospiti dello stadio “San Vito-Marulla”. Così come ricostruito dagli agenti delle Digos della Questura di Cosenza, e riportato nell’ordinanza del gip, una volta scesi dai mezzi, i tifosi catanzaresi sono stati «incanalati verso la zona di pre-filtraggio e conseguentemente indirizzati, attraverso due cancelli ivi istallati, verso l’area di massima sicurezza del settore ospiti». Una folla di circa un migliaio di tifosi catanzaresi che avrebbe iniziato ad accalcarsi in prossimità dei cancelli dove si trovava il cordone di controllo e sicurezza, composto da alcuni steward e da personale delle forze dell’ordine. Una evidente disparità numerica tra le forze dell’ordine e i tifosi che ha portato il cordone di controllo e sicurezza indietro, proprio a ridosso di un cancello, poi comunque divelto e ribaltato.
Una volta terminato il match la situazione sembra sotto controllo, ma è solo la quiete prima delle tempesta. Alle ore 19, al termine del derby, gli ultrà catanzaresi si dirigono verso i mezzi parcheggiati. «Dopo essere saliti sui rispettivi mezzi» si legge nell’ordinanza «e dopo che tra i vari veicoli venivano frapposti automezzi dalle Forze dell’Ordine, il corteo si muove fino allo svincolo autostradale di Rende Cosenza Nord». È in questi frangenti, così come ricostruito, che gli occupanti di due minivan tutti appartenenti al gruppo ultrà denominato “U. C. 73”, hanno arrestato la propria marcia appena giunti fuori dal centro sportivo Real Cosenza, bloccando il deflusso del corteo che stava in quel momento iniziando a muoversi.
Occupanti scesi per strada però armati di bastoni, cinture e con il volto parzialmente travisato da passamontagna che avrebbero iniziato «uno sporadico lancio di pietre contro i Reparti schierati sul viale Magna Grecia» scontrandosi, di lì a poco, con il personale in servizio delle Polizia, «preventivamente inquadrato e schierato per la scorta». Scoppia così il caos, quello descritto dai tanti video comparsi poi sui social: in questo frangente, proprio all’inizio degli scontri tra le opposte fazioni di tifosi, gli occupanti di un autobus carico di tifosi e quelli di altri veicoli scortati «scendevano dai rispettivi mezzi per incentivare e coadiuvare coloro i quali stavano lanciando le pietre verso le forze dell’ordine», è scritto nell’ordinanza. E, solo dopo una trentina di minuti, il personale in servizio «riusciva a fare risalire i tifosi interessati a bordo dei rispettivi mezzi, che a quel punto ripartivano». Non senza conseguenze: due i poliziotti feriti più il primo dirigente responsabile del servizio di O.P., colpito in testa da un bastone.
Dopo i primi scontri, il convoglio dei veicoli con a bordo i supporter catanzaresi raggiunge la rotatoria vicino allo svincolo autostradale A2 Rende – Cosenza Nord, nei pressi del centro commerciale Marconi e dell’esercizio MC Donald’s di Quattromiglia di Rende. È in questa occasione che i due minivan, precedendo il convoglio dei tifosi, a portiere aperte, arresta la propria marcia su strada, interrompendo per oltre un’ora il normale flusso veicolare, anche verso l’arteria autostradale, bloccando l’intera strada. A quel punto gli indagati (e altri soggetti non identificati) «scendevano dai rispettivi veicoli, brandendo nel contempo bastoni e cinture, lanciando artifizi esplodenti e fumogeni». Le forze dell’ordine hanno acquisito da fonti aperte e dagli impianti di video sorveglianza istallati presso il Centro Commerciale Marconi, e collocati presso l’esercizio commerciale McDonald’s le immagini degli scontri. Dai frame sarebbe emerso come i tifosi catanzaresi, scesi sia dai due minivan che dai pullman ormai fermi, in numero di almeno una trentina, «iniziavano a correre verso il McDonald’s, rincorrendo i vari astanti presenti, pur se estranei a quelle dinamiche, inseguendoli tutto intorno sia al centro commerciale Marconi che nei pressi “McDonald’s”. Si evidenzia, inoltre, che sul posto si trovavano, a detta delle forze dell’ordine, tifosi del Cosenza calcio». (g.curcio@corrierecal.it)
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