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Scintille con Fi e tensioni interne, il vento delle elezioni agita la Lega (che agita il centrodestra)

Il percorso (a ostacoli) elettorale del Carroccio verso le Europee e le Amministrative. Tra la caccia all’ultimo voto e le polemiche con gli alleati

Pubblicato il: 09/03/2024 – 11:01
Scintille con Fi e tensioni interne, il vento delle elezioni agita la Lega (che agita il centrodestra)

LAMEZIA TERME Intemperanze, frizioni, dispetti, veti. Il vento delle Europee e delle Amministrative agita la Lega che a sua volta agita tutto il centrodestra, e dappertutto, anche e forse soprattutto in Calabria. Il leader del Carroccio Matteo Salvini non risponde alla chiamata sul palco della premier Giorgia Meloni alla fine del comizio a sostegno del (ri)candidato governatore dell’Abruzzo Marsilio: secondo diversi analisti politici, è questo l’ultimo esempio in ordine di tempo delle fibrillazioni che i leghisti stanno spargendo sull’intera coalizione, fibrillazioni frutto sicuramente del nervosismo che ha afferrato la Lega per la ormai costante erosione di consensi e per il sempre più palese asse che si sta creando tra Fratelli d’Italia e Forza Italia. Un nervosismo che peraltro sta provocando anche tensioni interne allo stesso Carroccio, con la “fronda” veneta-lombarda-friulana alla leadership di Salvini, che non a caso sta puntando forte sul Mezzogiorno e sulla Calabria per non perdere terreno nel partito. Per questo la Calabria, nella strategia della Lega, sembra sia diventata il terreno di caccia di nuovi consensi anche in vista delle Europee, anche a costo di pestare i piedi agli alleati, soprattutto a Forza Italia. Per questo Salvini – raccontano gli analisti – ha letteralmente piazzato in Calabria il sottosegretario Claudio Durigon, braccio operativo della campagna acquisti che a esempio ha portato in dote al Carroccio il consigliere regionale ex Forza Italia Giuseppe Mattiani, mister 10mila preferenze e passa alle ultime elezioni per palazzo Campanella, Durigon poi regista della raccolta della disponibilità di candidature alle Europee. Con Durigon a esempio nei giorni scorsi si è confrontato il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, indicato tra i “papabili” alla corsa per Strasburgo per il Carroccio (ma il primo contatto sarebbe stato interlocutorio, e la candidatura di Mancuso appare ora più improbabile che probabile).

Mancuso con Durigon

I segnali di “belligeranza”

Alle Europee la Lega schiererà nel collegio Sud l’uscente Aldo Patriciello, anch’egli strappato a Forza Italia, come centravanti di sfondamento al quale saranno affiancati big sul territorio come – si dice da fonte sicura – la parlamentare cosentina Simona Loizzo e – si dice da fonte un po’ più incerta – lo stesso Mattiani. Piccoli segnali di “belligeranza” inviati anche agli alleati, con i quali non mancano le scintille, anche in Calabria. Soprattutto con Forza Italia. Basti pensare alle polemiche Loizzo-Tilde Minasi, senatrice leghista, contro la forzista Rosaria Succurro sull’autonomia differenziata, tasto dolente del rapporto tra Carroccio e azzurri, anche per la posizione del governatore Roberto Occhiuto, il “no money no party” chiaramente indirizzato al ministro Roberto Calderoli. E per quanto dalle parti di Forza Italia si giura e si spergiura che non c’è alcuna corsa con la Lega, la realtà sembra dire il contrario. Altre polemiche a margine del congresso forzista che ha designato Occhiuto vice di Tajani, con la stizzita replica della stessa Loizzo e del deputato lametino Domenico Furgiuele a una battuta, chiaramente ispirata dall’enfasi congressuale, dello stesso Occhiuto, che ha auspicato il sorpasso di Forza Italia alla Lega. Peraltro, a conferma che tra i salviniani di Calabria non c’è tutta questa concordia, a distanza di poche ore due big del Carroccio, Mancuso e il presidente della commissione anti-‘ndrangheta della Regione, Pietro Molinaro, si sono complimentati per la nomina politica di Occhiuto. Piccoli segnali di “belligeranza”. Anche sulle Comunali in Calabria, rispetto alle quali il Carroccio appare disallineato dagli alleati: a Vibo la Lega potrebbe rinunciare al simbolo, a Corigliano Rossano è piuttosto fuori dai tavoli che contano. Frizioni con Forza Italia, ma non solo con Forza Italia. Qualche scintilla si percepisce anche con Fratelli d’Italia. A diversi osservatori non è sfuggito il significato di una dura presa di posizione di Furgiuele nei confronti del prefetto di Catanzaro Enrico Ricci sul tema della sicurezza nell’area industriale di Lamezia Terme e del campo rom di Scordovillo: Furgiuele avrebbe espresso le sue rimostranze sulle mancate risposte a diverso sollecitazioni nel corso di un Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica al quale avrebbe partecipato  anche il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro, leader dei meloniani in Calabria. Segnali. Piccoli, ma segnali. (a. cant.)

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