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LETTERA R | La pedagogia del perdono e la costruzione della pace – VIDEO

Le memorie di prossimità tra vittime di mafia e delle guerre nella rubrica del prof Costabile

Pubblicato il: 11/03/2024 – 16:11
LETTERA R | La pedagogia del perdono e la costruzione della pace – VIDEO

LAMEZIA TERME «“Solo il perdono costruisce la pace e quindi consente di teorizzare cammini di non violenza”. Questo è un pensiero di Tonino Bello, il vescovo degli ultimi, sacerdote pugliese nativo di Alessano, che ha dedicato la sua vita a costruire orizzonti di pace e a testimoniare il Vangelo di Gesù in modo scomodo, vuol dire in modo schierato». Si apre così l’ultimo appuntamento di “Lettera R”, rubrica in onda ogni lunedì alle 14.40 su L’altro Corriere TV (canale 75), curata e condotta dal prof Giancarlo Costabile.
«Il mese di marzo di quest’anno – ha detto – ci restituisce accanto ad una data simbolicamente definita, immodificabile, il 21 marzo, il giorno di primavera, quindi l’inizio del risveglio della natura simbolicamente il ritorno alla luce, alla vita, ai colori, ci restituisce anche il 31 di marzo, quindi in chiusura del mese, la domenica di Pasqua che, quest’anno, cade in una fase della storia umana caratterizzata d’aspri conflitti e in modo particolare dal conflitto che sta purtroppo interessando, investendo proprio la Terra Santa, il conflitto purtroppo tra i palestinesi e lo Stato di Israele».
E quindi Tonino Bello, con questo concetto del perdono come strumento per costruire la pace, ha sottolineato Costabile, ci consegna «degli strumenti per iniziare un cammino che prima di essere politico, perché certo la pace è un cammino politico, si conquista, ci si batte per la pace, c’è un orizzonte di pace al quale tendere, ma il perdono di cui Tonino Bello parlava rappresenta che cosa? Scomponendo la parola un dono per, perdono come dono per, perdono come dono per, in vista di che cosa? Di un cammino pedagogico di lettura di sé che porta alla contestazione radicale, al rifiuto dell’ideologia del nemico e quindi il perdono di Tonino Bello diventa un condono, cioè un dono con il fratello».
Soltanto chi perdona «è in grado di costruire sentieri veri di pace, intesa come prossimità e che si traduce nella interiorizzazione di un mondo che viene scandito nella sua pratica quotidiana da ideali di giustizia sociale, da ideali di fratellanza e mai, forse come quest’anno, quindi il 2024, che poi è un anno bisestile, restituisce a noi una sana eresia, cioè di un cammino, non soltanto evidentemente italiano, che parte il 21 di marzo e si chiude il 31 dello stesso mese, cioè dalla giornata della memoria e dell’impegno».
«Il ricordo delle vittime di mafia, giornata voluta da Libera e negli anni poi riconosciuta e quindi istituzionalizzata nel 2017, è da questo giorno che rappresenta la testimonianza di una memoria viva, di una memoria attiva che si fa prossimità. Cioè – ha spiegato Costabile – si fa concretamente cammino non di speranza al singolare, ma di speranze collettive attraverso il ricordo di biografie che non ci sono più ma che hanno testimoniato, nella loro vita, il senso di un impegno per la giustizia sociale per i diritti, per i valori, guardando al nostro paese gli ideali della nostra Costituzione».
«Ecco, questo cammino eretico, questo cammino di nuova scelta, di scelte consapevoli verso se stessi e verso la comunità all’interno della quale si vive si chiuderà idealmente il 31 marzo con la Pasqua. Ecco, diceva Tonino Bello, il Sepolcro si apre a nuova luce, si apre a nuova vita, si apre a nuova speranza, per costruire nuove speranze, le speranze collettive. Ecco, la pace per noi è una grande speranza collettiva, ma per poterla costruire per davvero, al di là della diplomazia politica, soprattutto chi fa educazione, chi lavora con le parole dell’educazione che diventano poi comportamenti, è il dovere di affermare una pedagogia del perdono. Una pedagogia del dono per, cioè una pedagogia che si fa rifiuto del male, capacità di accogliere Caino per farne uno strumento di liberazione evidentemente reciproca». «Senza perdono, senza il rifiuto dell’ideologia della sopraffazione – ha chiosato Costabile – è difficile poter pensare concretamente a un cammino di pace, a un cammino di fratellanza, le memorie, le memorie di prossimità come quelle delle vittime di mafia restituiscono evidentemente il bisogno di costruire sì una pedagogia della giustizia sociale ma partire da un’educazione al perdono alla conoscenza di sé che diventa in realtà cammino di amore verso gli altri».

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