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il processo in corte d’assise

Omicidio Pasquale Aquino, il contesto criminale della Sibaritide e i presunti “basisti”

Il periodo investigativo «concomitante con un’altra indagine avviata». L’intercettazione e la droga «Con quello non si scherza»

Pubblicato il: 11/03/2024 – 19:33
di Fabio Benincasa
Omicidio Pasquale Aquino, il contesto criminale della Sibaritide e i presunti “basisti”

COSENZA Il luogotenente della sezione operativa del reparto territoriale dei Carabinieri di Corigliano Rossano, Ettore Caputo, torna in Corte d’Assise a Cosenza per riferire dell’attività di indagine svolta in merito all’omicidio di Pasquale Aquino: ucciso in un agguato la sera del 3 maggio 2022 nella frazione “Schiavonea” di Corigliano Rossano. L’accusa, in aula, è rappresentata dal pm della Dda di Catanzaro Alessandro Riello, mentre sono cinque gli imputati chiamati a rispondere a vario titolo dei capi d’imputazione formulati dalla Dda di Catanzaro. Si tratta di Francesco Le PeraManuel IntrieriGiorgio Arturi Annamaria Iacino. Mentre Matteo Domenico Maria Arcidiacono si sottoporrà a processo con rito abbreviato. Per la posizione di Bruno Arturi, invece, la Corte – nella precedente udienza – ha annullato il decreto che dispone il giudizio. (qui la notizia)

Le indagini

Il teste ha confermato in aula, che il periodo investigativo riferito al delitto è «concomitante con un’altra indagine avviata». Nel corso dell’attività svolta «sono emersi aspetti importanti», dice il teste. Che parla di alcune intercettazioni captate dopo l’arresto di Giorgio Arturi. In una telefonata «si parla di prendere della droga». Gli interlocutori discutono ed uno utilizza un tono perentorio quando si tratta di consigliare all’amico di stare attento a non commettere passi falsi. «Da dove prendi la droga? Guarda che non si scherza, con quello non si scherza. Lascia stare, ci sono persone che non scherziamo più». Il contesto criminale al quale i due farebbero riferimento è quello della Sibaritide. Per l’accusa, le intercettazioni riferite dal teste rappresentano una valida prova della sussistenza dell’aggravante mafiosa e del ruolo di presunti “basisti” assunto dagli imputati Manuel Intrieri e Giorgio Arturi.

L’agguato mortale

Il killer ha atteso Pasquale Aquino vicino alla sua abitazione, la vittima è scesa dall’auto una Bmw intorno alle 19.44, poi ha iniziato a scaricare sul 57enne una pioggia di piombo. Sette i colpi esplosi da una pistola calibro 7.65, uno quello inesploso, quattro dei quali andati a segno e quindi mortali. Aquino, dopo essere stato colpito sarebbe riuscito a compiere «20 metri» per poi cadere al suolo a pochi metri da casa sua, in via Malaga una traversa di viale Mediterraneo a Schiavonea. Pasquale Aquino, nel 2017, era rimasto coinvolto in un’inchiesta su un gruppo criminale che avrebbe gestito un’attività di spaccio di droga nell’area di Corigliano Rossano. 
(f.benincasa@corrierecal.it)

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