COSENZA Con riferimento agli “originali” auguri formulati su facebook da un docente di storia delle dottrine politiche dell’Unical, Spartaco Pupo, nella giornata internazionale della donna, attraverso la figura del filosofo scozzese David Hume, le assessore Pina Incarnato, Maria Teresa De Marco e Veronica Buffone, le consigliere Chiara Penna, Assunta Mascaro, Concetta De Paola e Caterina Savastano hanno inteso assumere una posizione netta e chiara contro ogni tipo di “visione sessista” firmando un documento proposto dalla consigliera Bianca Rende che si riporta di seguito: «Premesso che ognuno può scegliere di consumare la propria reputazione come vuole e che, in questo, i social e le citazioni fuori da ogni opportuno contesto storico e politico offrono molto spesso lo strumento per farlo, resta e non può che restare il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero così come d’altra parte il sacrosanto diritto di ciascun altro di contestare la manifestazione, se infelice come in questo caso, senza urlare addirittura alla “lapidazione”. Nel merito richiamare il pensiero di Hume, in un contesto storico totalmente diverso da quello in cui è stato formulato, significa aderire ad una visione sessista superata dalla storia e dai diritti acquisiti dalle donne finendo per rivelare una preoccupante mentalità fascista. Certamente desta una qualche preoccupazione il ruolo dell’autore nella società che è quello di insegnare in una università pubblica, con la missione di formare le giovani menti, che giustamente e per fortuna hanno reagito. Confidiamo nella deontologia professionale e dunque nel rispetto che si deve a una formazione scevra da condizionamenti ideologici e da pregiudizi culturali. Rimane comunque uno spiacevole episodio che, pur non mettendo in dubbio la qualità professionale e accademica del docente, bene ha fatto la consigliera di fiducia dell’Unical, Stella Ciarletta, a comunicare alle autorità accademiche, riportando le segnalazioni ricevute e utilizzando gli strumenti affidatigli dal codice etico dell’ateneo. Per gli stessi motivi paiono decisamente inopportune e fuori luogo le lagnanze manifestate dal docente per le eventuali forme di moral suasion ricevute, visto che nessun provvedimento formale risulta agli atti intervenuto. Gridare al complotto e esibire una sorta di vittimismo mediatico per difendere le proprie posizioni e promuoverle nell’opinione pubblica è una tendenza sempre più diffusa e anche abbastanza scoperta».
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