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Il business tra ‘Ndrangheta e Stidda e la droga sui camion lungo la rotta Gela-Polistena. «Domani carricamu?»

Nelle carte firmate del gip di Caltanissetta i primi contatti tra “Peppe il calabrese” e soggetti siciliani. Il linguaggio criptico e gli autisti a disposizione

Pubblicato il: 13/03/2024 – 6:30
di Giorgio Curcio
Il business tra ‘Ndrangheta e Stidda e la droga sui camion lungo la rotta Gela-Polistena. «Domani carricamu?»

LAMEZIA TERME «Virica che… dra stamu accuminciannu a operare eh…». «Forse domani… dopodomani posso scendere… vi fazzu sapìri chiù tardu, dai…». Questa intercettazione in dialetto stretto coincide con l’entrata in scena di Giuseppe Borgese, il classe ’96 di Cinquefrondi, finito in carcere nel blitz “Ianus” della Polizia di Stato e coordinato dalla Distrettuale antimafia di Caltanissetta.
È il 25 marzo del 2019 e quello che viene considerato uomo di collegamento tra la ‘ndrina calabrese dei Longo di Polistena e le famiglie della “stidda” di Gela negli affari legati al traffico di droga, è al telefono con Gaetano Morteo (non indagato in questa inchiesta), ex suocero di Giuseppe Tasca, elemento di vertice dei clan di Gela finito in carcere. «L’uomo – scrive il gip Santi Bologna nell’ordinanza – risultava inserito nel business del trasporto di merce su mezzi pesanti, dove, seppur ufficiosamente, operava insieme a Michele Giuseppe Valenti», entrambi già coinvolti nell’operazione “Bilico” e indicati come «soggetti impegnati, per conto della stidda gelese, nel trasporto di prodotti ortofrutticoli», condannati in appello a 4 anni dopo che è caduta l’imputazione per associazione mafiosa.

Gli autotrasporti

Gli occhi della Dda nissena, però, sono tutti puntati su Borgese, noto inizialmente come “Peppe il Calabrese”. Il lavoro degli inquirenti ottiene i primi risultati quando riescono ad individuarlo in un modo piuttosto semplice. Già perché nella prima fase delle indagini, il 28enne utilizzava un’utenza telefonica intestata a sé stesso, oltre a diverse utenze intestate ad altri soggetti, per lo più stranieri. La pg arriva, poi, a suo padre, titolare di una società di trasporti di Polistena, circostanza che «di fatto si traduceva per i soggetti interessati in una indubbia facilitazione nella gestione degli approvvigionamenti reciproci di cocaina e marijuana» scrive il gip nell’ordinanza.

“Acqua” e “ligna”

Nelle conversazioni telefoniche i due, attraverso quella che ormai è una pratica comune, utilizzavano – inutilmente – termini criptici e allusivi. E ciò, come ricostruito dagli inquirenti, avveniva proprio in prossimità dei viaggi dei camion sia verso la Sicilia e Gela, sia verso la Calabria e Polistena. Come scrive il gip «il linguaggio calato nel contesto investigativo, inequivocabilmente rimanda al trasporto di sostanza stupefacente». In una conversazione intercettata tra i due, ad esempio, si parla di carichi e di “acqua”. «Giusè, dumani scinni?» chiede Morteo a Borgese. «(…) no, pecchi non trovai i carricari… pecchi ’cà ligna ‘sta settimana non hannu… aspettu a risposta domani i l’acqua…». «(…) m’annu dari a risposta… domani, se mi carricannu l’acqua…». Altra conversazione ritenuta significativa dagli inquirenti e riportata nell’ordinanza del gip, è quella dell’1 aprile 2019. Nella circostanza, Borgese riferiva a Morteo che un suo mezzo, l’indomani mattina, sarebbe giunto a Gela. «Oh, zi Tanu… viditi ca u matino scarricannu… però all’ottu… già u scarricannu comu finisci i scaricari veni pe’ docu…». Va bene.. va bene.. e se un cia facemu dumani u rinviammu pi dopodumani…», risponde Morteo.

Gli autisti a disposizione

È grazie ad un’altra intercettazione tra i due che gli inquirenti riescono a capire che Borgese avesse a disposizione una serie di autisti attraverso i quali «effettuare i trasporti verosimilmente di marijuana che Morteo stava effettuando in favore di Borgese e che sarebbe partito in giornata. «Giusè m’ha dari u numeru di telefono… no di Domenico… di l’autru…». Borgese fornisce una serie di numeri e poi chiede: «…ma finiru già?» «Eh stanu caricannu ndo finiri su…» risponde Morteo.  (g.curcio@corrierecal.it)

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