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la grande cosenza

Pecoraro (Pd): «Il centrodestra accelera sulla città unica per mascherare i suoi risultati negativi»

L’affondo del segretario provinciale. Caligiuri: «Noi lineari e coerenti dal 2016». Il documento approvato dal direttivo

Pubblicato il: 15/03/2024 – 19:15
di Eugenio Furia
Pecoraro (Pd): «Il centrodestra accelera sulla città unica per mascherare i suoi risultati negativi»

COSENZA «La posizione del Partito democratico sulla città unica è coerente e lineare, dal 2016 quando già nel programma di Carlo Guccione candidato sindaco ne parlavamo negli stessi termini di oggi». A margine del direttivo del circolo dem di Cosenza, la segretaria cittadina Rosi Caligiuri riporta il dibattito sulla fusione ai toni dell’assemblea di poco più di due mesi fa, riunione che per forza di cose poi deragliò sulla vicenda dei tre consiglieri dissidenti. «Da sempre non diciamo nulla contro il Sì ma ci concentriamo sul come – spiega Caligiuri – e in particolare su un referendum che essendo consultivo è inutile. Il metodo da seguire è coinvolgere i comuni interessati in un tavolo di concertazione, e l’obiettivo è occuparsi di cosa potrà cambiare nella mobilità, nei servizi, nella gestione dei rifiuti, nella tassazione…». Non abbandona l’ipotesi politica dietro l’accelerazione del centrodestra cosentino a Palazzo Campanella («Messa così sembra un colpo di mano della Regione per sciogliere i tre enti»), lettura che non tutti i dem condividono (qui la posizione di Salvatore Perugini).
Di certo il Pd seguirà un percorso istituzionale più che di piazza, fa capire il segretario provinciale Vittorio Pecoraro: «I metodi dei Comitati per il no (qui la riunione di lunedì a Rende), le piattaforme e le raccolte firme – dice – per quanto riferibili anche a gente vicina alla nostra area politica non ci interessano e non ci appartengono: non aderiremo a questo tipo di iniziative perché siamo contro l’approccio per il No e il nostro orizzonte è e resta la città unica, che sarà un’opportunità straordinaria. Per come attuata e teorizzata su scala nazionale oltre che in sede Anci, peraltro». Ma – chiosa – non è una battaglia di campanile: «Piuttosto penso sia una battaglia nostra e un tema da non regalare alla destra».
Sulle colpe dello stesso centrodestra, Pecoraro critica «l’approccio autocratico e arrogante» e legge l’accelerazione sul referendum come «un tentativo di mascherare i loro risultati negativi», conclude Pecoraro.  
Alla riunione, con il segretario di federazione Vittorio Pecoraro e il presidente del direttivo Gabriele Petrone, erano presenti l’assessore Covelli e i consiglieri comunali Alimena, De Paola, Mascaro, D’Antonio, Ciacco e Turco. Ha concluso la relazione della segretaria cittadina Caligiuri.

Il documento approvato: «Patto fondativo e costituente delle forze del Sì»

Poco dopo le 19 è stato approvato all’unanimità e senza astenuti (alla riunione erano presenti tutti i consiglieri comunali dem) un documento in cui il Pd cosentino “sfida” il centrodestra lanciando un «patto fondativo e costituente» tra le forze del Sì.
«La città unica c’è già. Si configura e si identifica, in quel “continuum urbano ” sommamente unitario, che interseca, non solo i territori, quanto anche, la coscienza popolare delle comunità interessate alla fusione. E, allora, il tema in discussione non è il “se” fare la città unica, ma è il “come” farla. Infatti, quello che bisogna progettare e realizzare è la nuova municipalità, chiamata ad amministrare la città unica. E, sotto questo profilo, la proposta del centrodestra, è, obiettivamente fortemente lacunosa, nella misura in cui si limita, solo a prevedere la cancellazione delle municipalità esistenti, senza dare alcuna indicazione sulla costruzione della nuova municipalità. Infatti, il disegno di legge, ancorchè, retoricamente, titolato processo di “fusione”, nella sostanza, decreta, esclusivamente, l’estinzione dei tre Comuni, non spendendo, neppure una sillaba circa la definizione del percorso, attraverso il quale costruire il nuovo Comune. La proposta di legge regionale enuncia la liturgica previsione del referendum consultivo e il protocollare richiamo alla vigente normativa regionale e nazionale. Non dice altro. Addirittura, non dice, nemmeno, il nome del nuovo Comune. Per la verità, indica la data, a decorrere dalla quale, entrerà in vigore, d’imperio, il nuovo Comune. Ma come si arriva al nuovo Comune, come si costruisce il nuovo Comune? Questo è l’ineludibile e gigantesco punto di domanda, che l’articolato del centrodestra ha depennato. Non si ragiona nella prospettiva di un nuovo Comune “polvere”, si ragiona intorno alla prospettiva di un nuovo Comune, superiore a centomila abitanti, che erediterà gravi e pesanti crisi finanziarie, stati patrimoniali in acuta sofferenza, strutture organizzativo-burocratiche con dentro centinaia e centinaia di lavoratori, dipendenti degli organici comunali, delle aziende partecipate e delle cooperative, ai quali – uno per uno, nessuno escluso – va garantita assoluta certezza dei diritti. Stiamo ragionando di una fusione di grande dimensione demografica e, allora, va bandita ogni deriva approssimativa e pressappochistica».

Alla riunione erano presenti l’assessore Covelli e i consiglieri comunali Alimena, De Paola, Mascaro, D’Antonio, Ciacco e Turco

Nel documento approvato si legge poi che «il tema della città unica non può essere agitato a soli fini di propaganda politica di parte: anche perché se così fosse, il Partito democratico avrebbe tutte le carte in regole per rivendicarne la primogenitura. Ma non è, questo, il terreno di confronto da privilegiare. Così come il tema della municipalità della città unica non può essere agitato per assecondare egoistici interessi di parte. C’è, invece, bisogno di una impostazione seria e responsabile, dentro una cornice che valorizzi, da una parte, la concertazione istituzionale e, dall’altra, la partecipazione democratica. I Consigli Comunali di Cosenza, Rende e Castrolibero, proprio, perché titolari della sovrana rappresentanza istituzionale dei territori e delle comunità amministrate, non possono essere degradati a semplici spettatori passivi, radicalmente, espropriati di ogni diritto di tribuna. Ai tre Consigli comunali deve essere riconosciuta e restituita la loro dignità istituzionale, perché essi devono essere artefici del processo di fusione. E, allora è giusto ed è coerente, istituire, sin da subito, una Conferenza permanente di concertazione tra la Presidenza della Giunta e del Consiglio regionale con i Sindaci e i Presidenti dei tre Consigli Comunali. La conferenza dovrebbe avere come piattaforma, un articolato catalogo di prerogative: la definizione delle modalità legislative, organizzative e amministrative da attivare per l’istituzione del nuovo Comune; l’individuazione, nel bilancio regionale, di adeguate risorse finanziarie straordinarie per sostenere i costi del processo di fusione e per contribuire alle spese di funzionamento del nuovo Comune nei primi dieci anni, la verifica sulla programmazione e sulla attuazione degli investimenti regionali finalizzati alla realizzazione di tutte le opere pubbliche che, di fatto, sono materialmente mirate alla unità territoriale e alla modernizzazione dei processi di conurbazione. Così come è giusto ed è coerente, istituire, sin da subito, l’Assemblea costitutiva della città unica, composta da tutti i componenti dei tre Consigli Comunali, con il compito di redigere lo Statuto provvisorio del nuovo Comune. Non deve accadere che lo Statuto comunale si approvi dopo anni di insediamento della nuova municipalità. Lo Statuto è atto strategico fondamentale, che, come tale, non può essere consegnato alla burocratica redazione dell’organo commissariale. Tutto questo sul piano della concertazione istituzionale».

Da sinistra Caligiuri, Petrone e Pecoraro

«Quanto alla partecipazione democratica, intanto, occorre promuovere non un referendum farsa, di tipo consultivo ma vincolante all’esito elettorale. Il tema della città unica deve essere sottratto alle dinamiche della contingenza politica. Non può essere agitato come una clava a secondo le convenienze di parte. Deve essere sancito un atto fondativo dal carattere storico e non può essere un tema divisivo tra gli schieramenti politici che competono per il governo della città e della Regione. A questo fine il Pd della città di Cosenza propone di dare vita ad un vero e proprio “patto fondativo e costituente delle forze del Sì” alla fusione. Una scelta che non può non essere interpretata se non come una manifestazione di volontà finalizzata a costruire un modello di città partecipata e non una realtà istituzionale imposta dall’ alto. Nei prossimi giorni, pertanto, il Pd della città di Cosenza promuove una iniziativa di ampia consultazione e ascolto per sollecitare un protagonismo attivo delle diverse forme di rappresentanza , finalizzata ad individuare le scelte unitarie fondative e, dunque, la definizione di un virtuoso percorso sul “come” fare la fusione e istituire la nuova municipalità della città unica».

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