LONGOBUCCO Buone notizie per la Sila-Mare… almeno si spera. Nel vertice che si è tenuto ieri a Catanzaro tra Anas e le rappresentanze istituzionali del territorio è venuto fuori che l’eterna strada della Valle del Trionto, i cui lavori iniziarono all’inizio degli anni ’90, dovrebbe essere interamente percorribile, in sicurezza, dal Ponte di Caloveto fino a Longobucco, entro settembre 2025. Tutto questo seguendo un cronoprogramma di lavori e di spese la cui progressione dovrebbe iniziarsi a vedere da subito. All’incontro, tenutosi presso il Dipartimento Lavori Pubblici della Regione Calabria, hanno partecipato il massimo dirigente di Anas Calabria, Francesco Caporaso, e poi i consiglieri regionali Giuseppe Graziano, Davide Tavernise e Domenico Bevacqua, la parlamentare Vittoria Baldino, il vicesindaco di Longobucco, Andrea Murrone, ed il segretario della Camera del Lavoro Cgil longobucchese, Tonino Baratta.
L’opera di ultimazione dell’opera procede su due filoni di lavori: il primo, in capo alla Regione Calabria; il secondo, in capo ad Anas. La Regione sta lavorando, in queste settimane, sull’infrastruttura stradale nel tratto compreso tra il ponte Manco/Destro e il ponte di Caloveto il cui intervento dovrebbe essere ultimato nelle prossime settimane e – per come emerso dall’incontro in Cittadella – il tratto di strada di circa 6km dovrebbe essere percorribile entro la prossima estate (si spera per la festività di San Domenico del 4 agosto). Ovviamente, anche questo tratto di strada, una volta ultimato passerà nelle competenze di Anas. Poi c’è il tratto mediano e quello a monte, interessato dal crollo del viadotto il 3 maggio 2023 e sicuramente più complesso da gestire. Qui sta intervenendo l’Anas e il Ministero delle Infrastrutture. I 9 milioni di euro promessi dal ministro Salvini per ripristinare l’opera e metterla in sicurezza ci sono e sono stati inseriti nel Contratto di Programma, quindi sono già esigibili. Come si sta procedendo? Anas Calabria si è detta molto fiduciosa, considerati i tempi celeri in cui si stanno consumando le procedure burocratiche, di poter consegnare l’opera entro (e forse anche prima!) dei 24 mesi di tempo previsti dal cronoprogramma. Pertanto, entro settembre 2025 sia il lotto mediano che quello a monte dovrebbero essere conclusi e la strada, dunque, considerata l’ultimazione del lotto più a valle, dovrebbe essere percorribile per intero.
Dicevamo dei 9 milioni di euro. Poco meno della metà di questi fondi si stanno già spendendo per la messa in sicurezza del tratto a monte (Ortiano/Longobucco) per consolidare i piloni dei viadotti che fondano nel letto del torrente Trionto e che rappresentano le prime opere murarie realizzate lungo la strada, risalenti quindi agli anni ’90. Poi c’è la ricostruzione del Viadotto Ortiano e delle opere accessorie per un importo totale di circa 4,5 milioni di euro. Intenzione di Anas e dei progettisti, infatti, non è solo quello di rimettere in piedi il ponte crollato sotto la forza della piena del fiume ma di realizzare tutta una serie di opere idrauliche volte a mitigare la violenza della propulsione torrentizia. Al termine di alcuni studi eseguiti in questi mesi proprio dall’Ente nazionale per le strade italiane è emerso che quel 3 maggio dello scorso anno, l’acqua del Trionto, ha sbattuto sui piloni del ponte con una violenza di 10 metricubi al secondo. Una forza inaudita che si presume non sia stata nemmeno la più violenta nel corso degli ultimi due decenni. Viene da chiedersi, allora, se e come vennero fatti – all’epoca della progettazione dell’opera – gli studi idrogeologici sull’impatto della natura sull’infrastruttura. Ma su questo, probabilmente, chiarirà la Procura di Castrovillari che sul caso ha aperto un fascicolo.
Pertanto, per evitare nuovi pericoli, d’accordo con l’Autorità di bacino regionale, Anas realizzerà nel greto del Trionto dei dissuasori artificiali che, in caso di piena, dovrebbero frenare la violenza d’impatto dell’acqua sulle opere infrastrutturali. Infine, c’è tutta la questione del tratto a valle, quello che dal ponte Caloveto dovrebbe collegare l’arteria alla Statale 106 e concludere definitivamente quel progetto che ormai quarant’anni fa voleva mettere in connessione le spiagge joniche con il cuore della Sila in appena 30 minuti. Si tratta di un’altra decina di chilometri, tutti nell’alveo del Trionto, che i tecnici Anas in questi mesi stanno mettendo su carta e, una volta ultimato il progetto, dovrebbe partire la valutazione d’impatto e di fattibilità e poi la gara d’appalto. Ma su quest’opera si prevedono tempi più lunghi.
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