CATANZARO Prima, sicuramente, e dopo, probabilmente. Le elezioni europee e amministrative in Calabria sono destinate, quasi inevitabilmente, a essere uno “stress test” per gli assetti alla Regione, con il coinvolgimento più o meno diretto di tutti i big della politica calabrese. Forse mai come in questa occasione la tornata elettorale, in particolare quella per Strasburgo, richiederà infatti uno sforzo straordinario di tutti i partiti, soprattutto di quelli di centrodestra, pronti a mettere in campo assessori e consiglieri regionali per “contarsi”, al loro interno ma anche all’interno delle coalizioni. Per gli analisti politici sarà una “chiamata alle armi” che, al di là dell’esito delle candidature, potrebbe avere comunque ripercussioni sugli equilibri fronte Giunta e anche fronte Consiglio regionale. In linea generale, va detto che al momento lo scenario, dappertutto, è ancora molto fluido, nel senso che ci sono trattative, posizionamenti e “guerre di posizione”, “grandi manovre” ma non ci sono ancora punti certi: tutto infatti dipende, sia nel campo del centrodestra sia nel campo del centrosinistra, da cosa faranno i leader nazionali, perché ovviamente una candidatura in prima persona dei vari Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Matteo Salvini, e, versante campo più o meno largo, Elly Schlein cambierebbe tutti gli schemi e toglierebbe dal campo diversi nomi. C’è poi da considerare che le candidature comunque nascono anche da determinate condizioni politiche che si devono incastrare nei vari partiti.
Ma intanto, soprattutto nel centrodestra calabrese, alcuni big hanno iniziato a scaldare muscoli e motori. Secondo fonti qualificate, per le Europee potrebbero scendere in campo per Forza Italia l’assessore regionale all’Agricoltura e mister preferenze di Forza Italia Gianluca Gallo (considerato dagli addetti ai lavori competitivo), e anche la vicepresidente della Giunta Giusi Princi, per Fratelli d’Italia la consigliere regionale Luciana De Francesco, presidente della prima Commissione di Palazzo Campanella, per la Lega tra i “papabili” ci sarebbero il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso e la new entry Giuseppe Mattiani. Sempre lato Consiglio regionale, da registrare poi la candidatura a sindaco di Corigliano Rossano di Pasqualina Straface, di Forza Italia, presidente della terza Commissione Sanità. Si vedrà nelle prossime settimane quante di queste indicazioni, ancora ovviamente di massima, troveranno riscontro, ma sicuramente nel centrodestra ci sarà uno schieramento di forze abbastanza imponente, al punto da rendere questa tornata elettorale una sorta di test per la maggioranza di governo guidata dal presidente della Regione Roberto Occhiuto. Un’attenzione particolare fin da adesso è riservata poi ad Azione, che in Calabria a livello regionale è alleata con il centrodestra ma che alle Amministrative è su una posizione terzopolista e autonoma, sia a Vibo Valentia, sia a Corigliano Rossano (anche se nella città della Sibaridide potrebbero registrarsi delle evoluzioni, dicono i “bene informati”): in più, verosimilmente alle Europee Carlo Calenda schiererà uno dei due consiglieri regionali del partito, Francesco De Nisi, segretario di Azione, o il presidente Giuseppe Graziano. Quanto al centrosinistra, in casa Pd al momento tutto appare fermo: è sicuro che è stata chiesta una disponibilità a candidarsi alle Europee a diversi consiglieri regionali dem, che però avrebbero già declinato, creando più di un mugugno al Nazareno.
In ogni caso, tutta la politica regionale sarà in prima linea per queste elezioni, che dunque sicuramente avranno un tasso di tensione particolarmente alto. Realisticamente, per quanto riguarda le Europee, le possibilità di elezione degli eventuali candidati calabresi, a parte qualche eccezione, potrebbero essere poche ma questo non toglie che la campagna elettorale provocherà degli “strappi”, e non si escludono effetti dopo il voto, un voto che potrebbe definire nuovi rapporti di forza nei e tra i partiti. Fin da ora infatti molti analisti ritengono possibile, se non probabile, un ritocco della sua Giunta, con un contestuale rimescolamento della burocrazia regionale, da parte del governatore Occhiuto, che certo dovrà tenere conto dei risultati elettorali e dei nuovi assetti, anche nazionali, che potrebbero derivarne: non va dimenticato, tra l’altro, che da tempo Occhiuto ha manifestato l’intenzione di redistribuire alcune deleghe al momento da lui trattenute (c’è soprattutto Fratelli d’Italia che scalpita), e non va dimenticato, del resto, che giugno coincide praticamente con la metà della legislatura, quindi è la “deadline” del classico “tagliando“, un “tagliando” che a cascata potrebbe riguardare anche gli assetti delle Commissioni in Consiglio regionale. Anche qui, si vedrà: intanto la politica calabrese guarda a Roma, per capire anzitutto cosa faranno i leader. (a. cant.)
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