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La vicenda

Delitto Morelli a Reggio, chiuse le indagini preliminari

Per quell’omicidio sono accusati Damiano e Saverio Bevilacqua. Ritenuti rispettivamente l’esecutore materiale del delitto e l’autista

Pubblicato il: 17/03/2024 – 8:09
Delitto Morelli a Reggio, chiuse le indagini preliminari

REGGIO CALABRIA Chiuse le indagini sull’omicidio di Antonio Morelli. La Procura di Reggio Calabria ha disposto la conclusione delle indagini preliminari sull’assassinio del giovane rom ucciso a 11 maggio scorso a Reggio Calabria, nel rione Marconi.
Per quell’omicidio sono accusati Damiano Bevilacqua ritenuto l’esecutore materiale del delitto, Saverio Bevilacqua che avrebbe fatto da autista al presunto assassino. Nell’indagine sono finiti anche Vito Morelli e Letizia Bevilacqua, rispettivamente fratello e cognata della vittima.
Secondo l’accusa questi ultimi due avrebbero il primo tentato di vendicare il delitto di Morelli e l’altra di provare ad eliminare le prove “sulla scena del crimine”.

La ricostruzione del delitto

Anche grazie ad alcune telecamere sul luogo dove è avvenuta la sparatoria, la polizia ha ricostruito la dinamica dell’omicidio maturato nell’ambito di una lite familiare.
La mattina di giovedì 11 maggio del 2023, Damiano Bevilacqua avrebbe aggredito la moglie Valentina Morelli, sorella della vittima, provocandole fatture multiple delle ossa nasali e del setto nasale. Stando ai filmati, quel pomeriggio Vito e Gianluca Morelli, gli altri due fratelli della donna, si aggiravano per il Rione Marconi «con il verosimile intento di rintracciare Damiano Bevilacqua e punirlo per le lesioni inferte alla sorella», scrive l’accusa. In particolare Vito Morelli, che si trovava ai domiciliari, è stato visto mentre impugnava «senza alcun dubbio – si legge nell’ordinanza di custodia cautelare – una pistola nella mano destra».
Poco prima della sparatoria, inoltre, l’altro fratello Gianluca Morelli a bordo di una Lancia Y ha urtato volontariamente la Smart di Damiano Bevilacqua. Ne è nato un inseguimento e «dalla visione delle immagini delle telecamere di videosorveglianza – scrive il gip – emerge come alle 17.39 Bevilacqua armato di una pistola, giungeva quale passeggero a bordo di una Fiat Punto bianca, condotta da un secondo soggetto. Sceso dall’auto raggiungeva di corsa l’abitazione di Vito Morelli dove evidentemente incrociava Nino Morelli e dopo aver esploso almeno sei colpi di pistola lo feriva mortalmente». Questa ricostruzione escluderebbe che la vittima abbia tentato di aggredire il cognato. Piuttosto, Antonio Morelli potrebbe essere stato ucciso solo per caso, perché si trovava nei pressi dell’abitazione del fratello Vito. Dalle testimonianze raccolte dagli investigatori, infatti, il trentunenne «svolgeva attività lavorativa come cameriere presso noti esercizi commerciali e a differenza degli altri fratelli, sarebbe stato estraneo a qualunque contesto criminale». (redazione@corrierecal.it)

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