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LA STORIA

Sette figli e una vita tra pannolini e biberon: «Non siamo né pazzi né supereroi»

«Ogni figlio è un dono meraviglioso». I Minervino non hanno assolutamente intenzione di fermarsi: «Se ne arriveranno altri li accoglieremo»

Pubblicato il: 17/03/2024 – 17:00
di Benedetta Caira
Sette figli e una vita tra pannolini e biberon: «Non siamo né pazzi né supereroi»

COSENZA «Maria Luce tieni per mano Salvatore. Carlotta non correre. Felicita, lascia il posto sull’altalena a Francesca. Riccardo, ho detto di non allontanarti!». La famiglia Minervino al parco non passa certo inosservata, con questo tourbillon di nomi e bambini che ridono, chiamano mamma, si rincorrono, piangono, giocano. Sette figli, due maschi e cinque femmine, la più grande ha dieci anni, la più piccola, Lia, ha tre mesi e dorme ignara nel passeggino. Michela (32 anni) e suo marito Danilo (43) alle battute e agli sguardi incuriositi ormai ci sono abituati.
«Sì, la televisione l’avevamo» ride lui, «ce lo chiedono tutti. Ma al di là dell’ironia, la verità è molto semplice: non ci aspettavamo di diventare una famiglia così numerosa ma ognuno dei nostri figli è un dono meraviglioso. È faticosa, ma la nostra vita ci piace molto, nonostante da dieci anni abbiamo un gran da fare tra pannolini e biberon». Michela annuisce. Lei fa la mamma a tempo pieno, con tanti bambini per adesso l’idea di lavorare è accantonata. «Ma il lavoro di mamma ne include tanti altri – precisa –. Sono maestra, sono infermiera, sono educatrice. È ovvio che in casa c’è tanto da fare e il mio tempo è assorbito completamente da loro, ma sono appagata. Stanca, imperfetta, spesso preoccupata e nonostante tutto soddisfatta e felice». Danilo scuote la testa, «è chiaro che è spesso molto affaticata, che si sacrifica, ma tutti noi ce la coccoliamo e io sono innamorato di lei come fosse sempre il primo giorno».
Con un solo stipendio e le spese moltiplicate per sette, far quadrare i conti a fine mese non deve essere facile. «Ma quello economico non lo viviamo come un problema assillante – chiarisce Danilo –. Io faccio il magazziniere e quando è possibile mi invento quello che posso per “arrotondare” perché sono un bravo falegname e lavoro la terracotta. Con il mio lavoro riusciamo a vivere bene senza far mancare nulla a nessuno dei nostri figli. E poi abitiamo in un piccolo paese, San Fili, una comunità attenta e solidale, siamo cristiani e ci sentiamo sostenuti e fiduciosi. È raro che sia necessario comprare vestiti o scarpe, riceviamo tanto in regalo e ogni cosa viene poi ereditata da un figlio all’altro. Quando vivi in una famiglia numerosa impari a tagliare il superfluo, a gestire i soldi con attenzione, ma non ci priviamo di nulla. Loro fanno attività pomeridiane come danza e teatro».
Oggi ci si ferma a uno o a due figli nella speranza di poter garantire loro il massimo, qualcuno obietterà che sette sono troppi. «Dipende da cosa si intende per “il massimo” – ribatte Michela – per me il massimo è che i miei figli siano sereni, siano sani, si vogliano bene tra loro. So bene di non potergli dare tutto, inteso come ogni cosa possano desiderare, ma io sono attenta alle loro esigenze e ai loro bisogni». C’è poi la rete degli zii, dei nonni, degli amici, c’è sempre bisogno di una mano per gestire una giornata dai ritmi serrati che comincia con la sveglia alle cinque. «È il momento in cui io e mia moglie ci prendiamo del tempo per noi, per fare colazione insieme e rilassarci – spiega Danilo –. Alle sette si svegliano tutti gli altri, i più grandi aiutano i più piccoli a prepararsi e alle 7.55 siamo in macchina in direzione scuola mentre i due più piccoli restano a casa con la mamma. All’ora di pranzo ci ritroviamo a tavola, nel pomeriggio ci sono le varie attività e per le 18.30 siamo tutti a casa».

Un vortice di cose da fare: dal bucato alla preparazione dei pasti, che tiene costantemente impegnata Michela. «Mi capita spesso di avere la sensazione di non farcela, di sentirmi troppo stanca – ammette –. Io non sono una super mamma, ho tanti limiti, tanti difetti, non sono una mamma perfetta ma forse lo sono per i miei figli, perché mi impegno e faccio del mio meglio per la loro crescita fisica e spirituale, questo mi guida e mi rassicura. So che loro sono un dono e se ho ricevuto questo dono evidentemente è perché ce la posso fare» sorride. 
«Ci sentiamo dire “Avete tanto coraggio!” ma coraggio non è la parola giusta – aggiunge Danilo – e spesso sentiamo su di noi lo sguardo delle persone, alcune volte è ammirazione e tante altre volte no, ma l’opinione degli altri non ci riguarda, mi dispiacerebbe solo se un giorno questi giudizi dovessero pesare sui nostri figli che sono felici di essere in tanti, di farsi compagnia. Non siamo degli sprovveduti – dice – e non abbiamo messo al mondo dei figli affrontando con superficialità questa scelta. Per alcuni siamo pazzi, per altri siamo supereroi, ma mai nessuno che prenda in considerazione l’idea che siamo invece delle persone normali: stanche, preoccupate del futuro dei nostri figli, ma profondamente grate per questi doni immensi che abbiamo ricevuto».
I bambini intanto sono sparsi tra le altalene e gli scivoli e la più piccola adesso è in braccio a godersi la giornata di sole. Prima che sia ora di andare via, c’è ancora una curiosità da soddisfare. Vorreste avere altri bambini? Danilo e Michela si guardano e tirano un sospiro, facile immaginare che glielo chiedano in tanti. «Siamo aperti alla vita – ride Michela –. E se arriverà, l’accoglieremo».

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