COSENZA Da stazione mai decollata a terreno di scontro per il nuovo ospedale. Ma per adesso, dopo l’ultimo annuncio di rinascita, Vaglio Lise resta il (non) luogo desolato, sporco e insicuro tagliato fuori anche dall’ipotesi Alta Velocità ferroviaria.
La parabola discendente della stazione di Cosenza – progetto realizzato 50 anni fa dal prestigioso studio Nervi – è una storia iniziata già male: con l’anomala collocazione fuori dal centro città, nella mai avveratasi prospettiva della “porta est” che oggi ha nel ponte di Calatrava un altro dei simboli mancati di un asse ancora monco.
«Il progetto per la nuova Stazione ferroviaria Vagliolise, esito di un appalto svoltosi tra il 1971 e il 1972, riguardava la realizzazione di un unico grande complesso dove potevano convivere funzioni differenziate tra le Ferrovie dello Stato (FS) e le Ferrovie Calabro Lucane (Fcl). Questo progetto – si legge nell’ottimistica scheda inserita nel “Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi” del ministero della Cultura – non solo è definito uno dei più importanti interventi infrastrutturali della Calabria di quegli anni ma assume un valore socio-economico per poter attivare un vero e proprio processo di sviluppo commerciale, industriale e turistico».
Continuare a leggere questa descrizione tra il grottesco e il distopico suscita alla fine un sentimento di nostalgia: «La cappella, le biglietterie, i negozi, i bar, la banca e l’ambulatorio si trovano al piano terra, invece, in corrispondenza degli stessi locali, al piano superiore, troviamo i ristoranti che si affacciano su una terrazza panoramica e la sala lettura. I due piani sono collegati dall’atrio tramite una grande rampa circolare, una vera e propria scultura di particolare valore plastico, che non interferisce con i percorsi dedicati al transito dei viaggiatori o dei dipendenti. La stessa rampa serve per arrivare dal piano terra all’albergo diurno. Lungo una galleria al piano terra troviamo gli uffici e i locali per il personale addetto ai convogli, invece, altri uffici e gli alloggi sia per il personale in transito sia per quello stabile, si trovano nei piani superiori dei due diversi edifici di pertinenza». A parte la cappella, niente di tutto ciò è oggi rimasto in attività: le biglietterie (una sola quella in funzione), i negozi (tranne il tabacchi nessuno), i ristoranti, la sala lettura, l’albergo…
«Stazione fantasma» è il titolo ricorrente e anzi stucchevole delle cronache dell’ultimo ventennio, con Vaglio Lise sempre più marginale rispetto alla tratta tirrenica e a Paola, per i cosentini la vera stazione che collega al resto d’Italia grazie a navette solo di recente passate a essere mezzi moderni – grazie ai treni Pop – da carri bestiame sporchi e maleodoranti quali erano.
L’ultimo grande evento pubblico risale al novembre 2002: è tra i binari di Vaglio Lise che arrivano da tutta Italia migliaia di manifestanti per il corteo no global dopo l’operazione che prevede arresti anche a Cosenza per gli scontri del G7 di Genova nel luglio 2001.
Poi il declino lento e inesorabile.
Del progetto di centro commerciale “Locomotiva – Cosenza shopping center”, annunciato per anni da un anacronistico maxi cartellone 12×3 e visibile dal semaforo sulla statale, resta oggi un’insegna sbiadita nel grande androne d’ingresso. L’eroico gestore della rivendita di tabacchi resiste, ultimo baluardo di vita, nonostante le continue rapine. C’è da dire che una rinnovata presenza di forze dell’ordine – legata a un episodio di violenza sessuale – fa sembrare un po’ più lontani i tempi in cui un pendolare parcheggiò l’auto nel livello sotterraneo e una volta tornato la ritrovò smontata. Quella resta un’area comunque infrequentabile e poco sicura, tanto che molti utenti ancora oggi preferiscono al rischio la scomodità di partire da Castiglione Cosentino, tanto più se il rientro è previsto nelle ore di buio.
L’edicola chiusa non fa più notizia – visto che le rivendite di giornali spariscono anche in centro – ma forse Vaglio Lise è l’unica stazione di un capoluogo di provincia senza un bar: per chi cerca uno snack o una bottiglietta d’acqua c’è la macchinetta per lo “slot food”.
Un edificio brutalista con tapparelle sfondate e intonaco scrostato saluta il viaggiatore e l’“accompagnatore”, figura tipica cosentina del parente che sopperisce all’assenza o comunque inaffidabilità del trasporto pubblico (i taxi sono un’altra nebulosa).
Saranno gli spazi sconfinati, ma quella resta una zona dove comunque si esercita la fantasia urbanistica a mezzo rendering. Un progetto di Ecovillaggio avrebbe dovuto trasformare il campo rom lungo il fiume Crati – oggi cancellato – in una sorta di cittadella campanelliana: era il 2011 (Mario Occhiuto I) e sul tavolo c’era un milione di euro (fondi Pisu) da destinare al “villaggio creativo” nell’ex mercato ortofrutticolo di Vaglio Lise, area da convertire in «spazi e strutture attrezzate per favorire la nascita di un mercatino per la vendita di prodotti realizzati dai rom e per fornire occasioni di socializzazione, incontro e valorizzazione della loro cultura», con il vicino campo sosta e i box già in uso ai grossisti da convertire in alloggi da 40 metri quadri «con zona living, due camere da letto, bagno», ambienti «all’esterno colorati e con temi diversi per caratterizzarli»e la luce che «arriverà anche dall’alto».
Altri progetti mai decollati a ormai quasi 15 anni dagli annunci riguardano quest’area dove l’unica novità è un nuovo supermercato (asset tra i più fiorenti a Cosenza): tra questi la “porta commerciale” immaginata proprio nell’area di via Popilia all’altezza di Vaglio Lise, che prevedeva l’interramento della strada statale 107 Silana Crotonese a favore di un’enorme piazza con verde attrezzato a servire una sorta di quartiere fieristico per il quale venivano sventolati 100 milioni di euro già pronti.
I vicini palazzoni ex Carime e Provincia, tirati periodicamente in ballo per il fantomatico nuovo ospedale, giacciono come due giganti sonnacchiosi. Sono strutture con un certo valore immobiliare, come lo stesso complesso della stazione: di recente una società che si occupa di innovazione aveva chiesto di poter insediarsi in un’ala della struttura, oggettivamente collocata in un posto strategico a 5 minuti dal centro città lungo un importante snodo infrastrutturale e logistico (SS 107, via Popilia, viale Mancini), ma in risposta si è sentita dire che i troppi gestori non rendono facile l’operazione.
Potrebbe invece vedere davvero la luce il polo per la produzione e lo stoccaggio dell’idrogeno destinato ad alimentare i nuovi convogli: un anno fa, dopo aver assegnato l’appalto per la fornitura di 6 treni a idrogeno a Stadler, Ferrovie della Calabria ha avviato una nuova procedura pubblica finalizzata alla realizzazione del polo da ospitare proprio nel deposito ferroviario di Cosenza Vaglio Lise delle Ferrovie della Calabria.
Aspettando l’idrogeno tocca accontentarsi dei miasmi prodotti dalla discarica appena accanto al parcheggio, al livello zero della strada: a quattro mesi dalla nostra segnalazione la situazione è, se possibile, peggiorata dal momento che alle cataste di spazzatura e inerti si è aggiunto un minaccioso sacco di rifiuti speciali.
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