LAMEZIA TERME «Una “Quarta parete” che dedichiamo questa settimana alla sanità, perché il nostro quotidiano è scandito da disfunzioni che arrivano da lontano. Mi ha molto impressionato una puntata di “PresaDiretta” sulla Calabria che mostrava quello che accade all’ospedale di Locri e Siderno, situazione di cui mi ero occupato da direttore di Calabria Ora circa vent’anni fa, quando l’Asl fu sciolta per infiltrazione mafiosa». Inizia così il nuovo appuntamento con la rubrica di Paride Leporace, in onda come ogni mercoledì su L’altro Corriere Tv (canale 75). È vero che purtroppo non è cambiato granché ma «chiudere la Terapia intensiva pediatrica dell’Annunziata, chi va in una guardia medica non sa che mondo trova, se la trova aperta, qualcuno denuncia che anche una visita da un otorino manca di strumenti essenziali».
«Grande apprensione a Lamezia dove poi si accendono anche le questioni politiche di contingenza legate alle prossime elezioni ma, a quanto pare, la questione sarà verificata nelle prossime ore in sede di Consiglio regionale, la ristrutturazione che è saltata fuori rispetto a un grande ospedale come quello di Lamezia sarebbe basata solo su una serie di informazioni sbagliate, anche le informazioni andrebbero controllate bene in questa situazione». Ma la vera «notizia, quella che più merita attenzioni da tutti i calabresi è quella che stamane Repubblica metteva in prima pagina. C’è un filone del Pnrr che è il Pnc. Il ministro Fitto si è presentato a una riunione dove erano presenti i governatori di alcune regioni, tra cui quelle amministrate dal centrodestra, e ha comunicato che ci sarebbe un taglio abbastanza consistente di 1 miliardo 226 milioni. Per rintuzzare il buon Fitto ha detto “non vi preoccupate” e ha messo in piedi una teoria dei vasi comunicanti, “tagliamo di qua e li pigliamo da un’altra parte”. La reazione, per fortuna, è stata adeguata e dovuta ad ognuno, il governatore del Lazio che è molto vicino a Giorgia Meloni, fatto presente che quel tipo di taglio va a impedire la ristrutturazione dell’ospedale di Tivoli, recentemente colpito da un grave incendio. Ognuno ha detto le sue questioni. Roberto Occhiuto, da quello che apprendiamo, ha detto: “sentite, a queste condizioni se continuate a tagliare i fondi della sanità della Calabria” che come ben sappiamo è commissariata da 15 anni, “o questa soluzione non si risolve, io vi restituisco le chiavi e neanche ci provo più”».
«Provocazione, minaccia, alzare l’asticella per cercare di ottenere? Quello che c’è di certo è che, visto, come si è messa la questione con Fitto e il ministro della Salute, alle cattive dimostrate dai governatori della Regione, si è appreso che i ministri incontreranno i singoli governatori, uno per volta. Confidiamo in Occhiuto di non mollare: bene la minaccia, i soldi servono come serve una grande pianificazione generale per uscire, finalmente, da questa lunga e tormentata vicenda di un commissariamento che, come sappiamo, non ha risolto niente. La salute e la sanità è un problema nazionale con le sue liste d’attesa, con le mille contraddizioni con un mondo che va verso troppo il privato impedisce a tantissime persone di potersi curare. Dovremmo fare fronte comune in questa Calabria per far sì che questo risultato si ottenga. Curiamo la nostra sanità. Ne abbiamo tutti bisogno». (redazione@corrierecal.it)
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