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Aumenta la popolazione straniera. Ma la Calabria si svuota sempre di più dei propri giovani

I dati del Dossier Immigrazione. Saladino: «Saldo negativo di 8.800 persone in un anno, è come se avessimo perso il Comune di Pizzo»

Pubblicato il: 21/03/2024 – 13:02
Aumenta la popolazione straniera. Ma la Calabria si svuota sempre di più dei propri giovani

CATANZARO «La Calabria riflette la tendenza nazionale, cioè un incremento della popolazione straniera, in parte alimentata dalle nascite, in parte dai nuovi ingressi». Lo afferma Roberta Saladino, referente regionale del Centro studi Idos, che oggi nella Cittadella a Catanzaro ha presentato l’ultimo Dossier Statistico dell’Immigrazione. «C’è da dire – prosegue Saladino – che la popolazione complessiva in Calabria segnala soltanto un saldo migratorio con l’estero positivo, mentre invece un saldo migratorio interno negativo. Questo vuol dire che sia la popolazione autoctona che la popolazione straniera va via, va via direzione nord-est dell’Italia, perché il saldo migratorio interno negativo è un fenomeno che caratterizza tutte le regioni del sud Italia».

«Come sei avessimo perso il Comune di Pizzo»

«Un altro aspetto interessante – prosegue la responsabile regionale di Idos – sono le nazionalità, confermate Romania, Marocco e Ucraina. L’Ucraina ormai risiede da circa tre anni sul podio. È una popolazione giovanissima, pensiamo che ha un’età media di 35 anni, quella autoctona invece 45 anni, ma nonostante questo effetto lifting della popolazione straniera sulla popolazione autoctona, non riesce a frenare l’invecchiamento demografico. Infatti la popolazione complessiva fa registrare nel 2023 un indice di vecchiaia quasi al 184%, quindi su 100 giovanissimi ci sono 184 anziani. Questo è causato dal calo delle nascite, infatti un saldo naturale negativo, ma anche dal progressivo studio della scienza che consente di avanzare con l’età bene e sani. Tornando ai dati forniti dall’Istat – spiega Saladino – abbiamo un decremento della popolazione complessiva di 8.800 persone. Cosa significa? Significa che nell’arco di un anno è come se avessimo perso il comune di Pizzo.  Pensiamo anche alla scuola. Noi stiamo perdendo le scuole, perché un po’ facendo la similitudine dei ghiacciai, se la temperatura alta sta, come dire, sempre di più scegliendo i ghiacciai, il decremento delle nascite sta sempre di più diminuendo le nostre aule, le nostre scuole».

L’intervento di Cosentino

Alla presentazione del Dossier Immigrazione anche il dirigente generale del Dipartimento regionale Lavoro Roberto Cosentino: «Il presidente Occhiuto e tutta la Giunta regionale – sostiene Cosentino – è molto attenta a questo tema. Una Calabria che si svuota diventa meno ricca di possibilità, di capacità, di competenze e di possibilità di crescita. Le strategie hanno certamente a che fare con le risorse da mettere a disposizione ma con uno scatto in avanti di tipo culturale. Dobbiamo fare in modo che questa terra venga vissuta come un luogo nel quale tornare, se possibile, con strumenti che hanno a che fare con l’inclusione socio-lavorativa, il che significa creare l’opportunità per nuova impresa, per un lavoro vero, per un lavoro di qualità, questa è davvero la chiave di volta. La Regione non crea lavoro ma crea quelle condizioni attraverso le quali le persone possono sentire che in Calabria c’è un’opportunità. Grazie all’indirizzo del presidente Occhiuto e dell’assessore Calabrese – prosegue Cosentino – abbiamo dato vita ad un progetto pilota, “Oikos Calabria”, che ha dato l’opportunità ad un gruppo significativo di migranti regolari presenti sul territorio di entrare in un percorso di formazione, di acquisire delle competenze, delle qualifiche spendibili, talmente spendibili che un numero anche importante delle persone che hanno partecipato a questi corsi sono state assunte. È evidentemente un progetto sperimentale, per il quale abbiamo dato anche delle risorse che vanno oltre la semplice erogazione del corso di formazione, proprio perché in un tessuto sociale, in un contesto in cui si vive, c’è bisogno della competenza, c’è bisogno del supporto finanziario e c’è bisogno di far sentire le persone parte di un tessuto sociale, lavorativo e attivo. E’ un buon segnale, una buona iniziativa a cui sicuramente ne seguiranno altre nella stessa direzione».

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