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l’intervista del Corriere della calabria

Orlando a Cosenza: «Autonomia differenziata? Occhiuto doveva pensarci prima»

L’ex ministro ed esponente dem a Cosenza per un incontro che vede insieme i vertici del Pd e del Psi. «Nessuno pensa al federalismo, solo l’Italia»

Pubblicato il: 21/03/2024 – 18:33
Orlando a Cosenza: «Autonomia differenziata? Occhiuto doveva pensarci prima»

COSENZA COSENZA “Dalla Calabria all’Europa per un progetto ecologista e riformista”, è il titolo scelto dai vertici nazionali del Pd e del Psi – insieme a Cosenza – per discutere con buona parte della maggioranza dell’amministrazione comunale della città dei bruzi di temi di estrema attualità. Presente, tra gli altri il l’ex ministro Andrea Orlando. Il primo intervento è riferito al Comune di Bari, alla commissione d’inchiesta ed alla posizione del sindaco Antonio Decaro. «Io credo che davvero ci si trovi di fronte a un abuso che naturalmente colpisce la città di Bari, colpisce il sindaco di Bari, come è stato detto da più parti. Soprattutto colpisce l’istituto che è preziosissimo, cioè quello dello scioglimento dei comuni per infiltrazione». «Un utilizzo così evidentemente strumentale – ha poi aggiunto l’ex ministro del Lavori – rischia di togliere credibilità a tutti gli interventi che verranno e questo è un danno ancora più grande, se possibile, a quello che si sta facendo alla città di Bari e con evidenti finalità di carattere elettorale».

L’autonomia differenziata

Il secondo tema è affrontato è l’autonomia differenziata e gli effetti sulle regioni del Sud. «Non c’è nessuno in questo momento che stia pensando a forme di decentramento e di federalismo. Noi andiamo nella direzione opposta e questo secondo me indebolisce un Paese che già ha un forte divario interno». L’esponente dem poi tira una stoccata al presidente della Regione, Roberto Occhiuto. «L’autonomia differenziata si capiva dall’inizio che avrebbe pregiudicato soprattutto regioni come la Calabria. Forse è importante che questo lo si riconosca, ma sarebbe stato importante anche mettere in guardia il governo all’inizio di questo percorso, che oggi è diventato una bandiera, oggetto di uno scambio che si fa sulla testa degli italiani e soprattutto degli italiani nel Mezzogiorno». (f.b.)

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