VIBO VALENTIA Contrastare l’emigrazione dei giovani favorendo lo sviluppo economico, il lavoro e la legalità. È il messaggio lanciato in un incontro svoltosi oggi nell’auditorium della Scuola di Polizia di Vibo Valentia. Il dibattito, dal titolo “Cultura di impresa, lavoro, legalità – Quali prospettive per le future generazioni nel territorio della provincia di Vibo Valentia”, è stato organizzato dal dipartimento di Scienze aziendali e giuridiche dell’Università della Calabria con la partecipazione del professore Giulio Nardo, del procuratore di Vibo Camillo Falvo, del presidente di Confindustria Rocco Colacchio, di Francesca Marino della Baker Hughes Italia e di Luca Giuliano, membro della sezione vibonese di Confindustria. Moderato da Simone Ginesi del forum The European Ambrosetti, le conclusioni sono state affidate all’assessore regionale allo sviluppo economico Rosario Varì. Tra il pubblico anche il candidato a sindaco del capoluogo vibonese Roberto Cosentino, mentre hanno portato i loro saluti il direttore della Scuola di Polizia Stefano Dodaro, il questore Cristiano Tatarelli e il vescovo Attilio Nostro.
«Sviluppo economico e legalità vanno di pari passo, soprattutto in un territorio difficile come questo» ha spiegato, ai microfoni del Corriere della Calabria, il Procuratore Camillo Falvo. «Dobbiamo cercare di parlare di sviluppo ed economia sana, di cose positive per metterci alle spalle i problemi che ci sono stati finora». Una svolta che arriva anche dalla serie di operazioni che consentono alle imprese di lavorare in un contesto di legalità. «L’epoca in cui chi faceva impresa la faceva meglio con la connivenza della criminalità spero che ce la siamo messi alle spalle. Chiaramente ci vorrà tempo, nessuno ha la bacchetta magica. I problemi non si risolvono in un giorno, ma spero si sia capito che questo metodo qui non avrà più spazio». Per il procuratore l’auspicio è che cresca la fiducia di chi fa impresa. «Adesso la sicurezza stiamo cercando di assicurarla, c’è lo spazio di poter fare attività d’impresa in modo assolutamente legale e lontano da quelle logiche che per troppo tempo hanno imperversato in questa provincia». Il procuratore nel suo intervento cita il concetto di restanza di Vito Teti: «Dobbiamo convincere i nostri giovani a restare. Ma anche “riscatto” è una parola chiave: questo è un territorio che per troppi anni è stato soffocato dalla ‘ndrangheta, adesso le condizioni adesso sono cambiate».
«È un momento importante per lo sviluppo del territorio» afferma l’assessore regionale Rosario Varì. «La legalità è sicuramente un necessario presupposto e la Regione è molto attenta su questo, consegnando beni confiscati, distruggendo ecomostri e favorendo incontro con tutti gli attori istituzionali che contrastano il crimine. Dobbiamo essere in prima linea su questo argomento». Per Varì la legalità da sola non basta, ma «ci vogliono anche politiche incentivanti. Stiamo aiutando le imprese del territorio calabrese sui diversi fronti critici, da quello dell’energia a quello relativo alla transizione verde e digitale». Nel suo intervento Varì ribadisce anche il percorso di “accompagnamento” alle imprese, una su tutte la Baker Hughes. «Abbiamo trovato un contesto favorevole» conferma Francesco Marino in rappresentanza della società che di recente ha investito sullo stabilimento di Vibo Marina e sul porto di Corigliano Calabro. «Io sono una figlia di questa terra che è andata via come tanti. Sono tornata con una missione: consentire ai giovani di poter restare, garantendo un lavoro dignitoso e condizioni ottimali». Investimenti della Baker Hughes «possibili grazie al solito rapporto con le istituzioni, che ci accompagnano passo per passo. Il nostro obiettivo è fare partnership e fare ecosistema: lo stiamo facendo creando un indotto da 80 milioni, favorendo posti di lavoro e promuovendo valori come diversità e inclusione».
Crescita e sviluppo che passano anche dalla formazione. Vibo, però, è al momento l’unica provincia della regione in cui non si hanno facoltà universitarie. «Bisogna fare in modo che ci sia la possibilità per i giovani calabresi di formarsi. Noi abbiamo tre atenei universitari più una facoltà nascente di medicina a Crotone e si lavora affinché anche questa provincia possa avere dei centri di formazione soprattutto in un settore importante, quello turistico, nel quale la provincia vibonese può spiccare». Una possibilità che, però, richiede «pazienza, tempo e i necessari presupposti, ma si può lavorare in questa direzione affinché le competenze del comparto turistico crescano. Questo è l’obiettivo del governo regionale». Importanza di un centro formativo sul territorio di Vibo al centro del discorso anche del professore dell’Unical Giulio Nardo. «Quando si parla di università bisogna stare attenti perché è una cosa seria e richiede un discorso strutturato. Immaginare un polo didattico a Vibo è possibile ma richiede l’impegno di tutti i comuni. Sicuramente il turismo è un settore su cui si potrebbe puntare». (Ma.Ru.)
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