COSENZA Una pausa di campionato che ci voleva. A otto giornate dalla fine a Cosenza è tornata la paura per un pericolo retrocessione che, fino a poche settimane fa, sembrava un discorso appartenente a un’altra epoca. L’ingaggio di William Viali al posto dell’esonerato Fabio Caserta, quantomeno come impatto visivo, non ha dato la scossa immediata che si attendeva: a Terni la squadra rossoblù è apparsa scarica e fragile mentalmente. Alla ripresa del campionato, per affrontare quel Brescia che l’estate scorsa i Lupi misero al tappeto conquistando una salvezza insperata, l’ambiente silano si attende un cambio di passo decisivo per allontanare definitivamente una zona playout che inizia a preoccupare seriamente. Viali in soli quindici giorni di lavoro con la squadra, dovrà capire su cosa e chi affidarsi in vista del rush finale. Anche, se è il caso, scontentando qualche senatore e mettendo a rischio gli equilibri consolidati di spogliatoio.
Ma qual è lo stato di salute della rosa rossoblù? Visti i recenti risultati la risposta è scontata: pessimo. Ecco da dove si può ripartire.
In difesa, Micai anche quest’anno si sta confermando uno dei portieri più affidabili della categoria. Sugli esterni Gyamfi a destra finora si è rivelato un valore aggiunto non facendo rimpiangere l’assenza forzata di Martino. Discorso simile va fatto per Frabotta sulla sinistra, anche se nelle ultime partite è apparso leggermente in affanno. Le alternative Cimino e D’Orazio offrono buone garanzie. Al centro Camporese è il leader indiscusso a cui si spera di affiancare un Meroni ristabilito (?) dal misterioso infortunio muscolare che lo ha tenuto fermo per diversi mesi. Forse già dalla partita contro il Brescia che nello spareggio playout del giugno scorso il difensore centrale punì con un colpo di testa vincente a tempo scaduto. L’alternativa principale è Venturi. Un reparto, questo, che finora ha retto bene agli imprevisti ma su cui in fase di mercato invernale si poteva fare qualcosa in più.
A centrocampo qualità e stato di forma non abbondano, così come i gol. Voca e Praszelik possono garantire impegno e sacrificio ma non geometrie, Calò in regia continua ad alternare buone prestazioni ad altre sottotono, mentre Florenzi non è ancora il calciatore ammirato nelle ultime due stagioni. D’altronde, tornare subito al top dopo un intervento chirurgico non è sempre scontato. Con un Viviani destinato ormai a diventare una delle tante meteore della storia rossoblù, l’unico elemento su cui si può fare tranquillamente affidamento è Zuccon, calciatore duttile e disposto al sacrificio che difficilmente scende sotto il 6.5 in pagella.
L’attacco, come ormai è noto, manca dell’apporto di alcuni elementi che sulla carta avrebbero dovuto fare la differenza. La loro presenza in organico forse ha illuso piazza e proprietà di poter puntare ai playoff. Stiamo parlando di Forte e Canotto che tra problemi di natura psicologica e fisica, non hanno quasi mai inciso, togliendo anche spazio e sicurezza a chi invece avrebbe potuto fornire un supporto alla causa. Le occasioni avute e sprecate dai due pupilli di Caserta non si contano più e a questo punto sarebbe il caso di smettere di crederci. I tre elementi su cui Viali da qui alla fine dovrà invece puntare per fare qualche gol in più (il Cosenza ha uno dei peggiori attacchi del torneo) e raggiungere la salvezza sono senza dubbio Tutino (che da pochi giorni ha ripreso a correre sul manto erboso del “San Vito Marulla” e, salvo imprevisti, dopo l’infortunio muscolare patito nel derby contro il Catanzaro dovrebbe rientrate nella sfida contro il Brescia), Marras e Antonucci. Tre elementi che, se lasciati sempre in campo e tranquilli anche di sbagliare, sono in grado di dare imprevedibilità alla manovra offensiva con le loro giocate. In alternativa c’è Mazzocchi, capace di ricoprire più ruoli, e il giovane Crespi che però difficilmente potrà toccare gli standard del Nasti della primavera 2023.
Il modulo? 4-4-2, 4-3-2-1 o 4-3-3. Ma più che sull’aspetto tattico, il ritorno di Viali servirà soprattutto a risollevare un gruppo apparso di recente svuotato mentalmente e con un presidente, Guarascio, che sta affrontando i suoi problemi giudiziari per l’inchiesta sullo smaltimento illecito di rifiuti nel Vibonese che lo ha coinvolto. L’anno scorso il tecnico di Vaprio d’Adda con pochissima qualità a disposizione ma tanta voglia da parte dei suoi ragazzi di buttare il cuore oltre l’ostacolo, riuscì a compiere un’impresa. Ripeterà il miracolo anche stavolta? (f.veltri@corrierecal.it)
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