COSENZA Si rivedono le bandiere del Movimento 5 Stelle in una delle piazze cosentine preferite per le campagne elettorali ma stavolta il tema è un altro: il no al ddl Calderoli e all’autonomia differenziata. Le delegazioni di parlamentari raramente si vedono radunate lontano dalla chiamata alle urne, invece stavolta ci sono. Non solo: i 5 Stelle pernotteranno a Cosenza per essere presenti anche al corteo di domattina (concentramento ore 9 in piazza Loreto).
«La legge Calderoli sull’Autonomia differenziata – dice la deputata cosentina Anna Laura Orrico dal palco di piazza Kennedy aprendo l’iniziativa “No alla scissione dell’Italia. L’Italia è una e indivisibile” –, se approvata, produrrebbe una scissione economica, sociale e culturale, in barba alla Costituzione che dice che la Repubblica è una e indivisibile. Abbiamo invitato tanti esperti nelle audizioni in Parlamento per far comprendere alla maggioranza e al governo che questa legge è una follia. Una responsabilità ce l’hanno anche i media: bisogna far capire ai cittadini cosa può accadere di qui a breve, invece nei programmi televisivi se ne parla pochissimo. Si dedica ampio spazio al gossip e ad altri argomenti di minore importanza ma non si parla di una legge che colpisce i diritti fondamentali di milioni di cittadini, per primo il diritto alla Salute». E ancora un tema caldissimo in Calabria più che altrove: «Il diritto alla salute sarà negato dal disegno di legge Calderoli».
Le farà eco Francesco Silvestri, capogruppo a Montecitorio: «Si parla ancora di autonomia differenziata e siamo qui per difendere i cittadini calabresi da questo scellerato progetto del governo di destra, perché un cittadino calabrese avrà il doppio dei problemi in ambito sanitario, lavorativo e sociale. Siamo qui per parlare con i cittadini e avvertirli dei pericoli e faremo battaglie in Parlamento affinché tutto questo non avvenga». Poi sul dibattito sul «campo largo» dopo gli altalenanti risultati della coalizione tra Sardegna e Abruzzo e con la prossima scadenza Basilicata, Silvestri afferma che «non c’è nessun matrimonio con il Pd, ma un dialogo sempre aperto per vedere se riusciamo ad essere un’alternativa credibile per questo paese».
In apertura, Orrico dà voce ai rappresentanti dei territori ai vari livelli, partendo dal basso quasi a rimarcare i sempre rivendicati radicamento alla base e contatto con le piazze: la cosentina Rosa Bevilacqua, Pasquale Salatino da Castrovillari e Amerigo Sirangelo da San Pietro in Guarano. «In ambiti come scuola e sanità – questo il senso dei molti interventi che si susseguono davanti a decine di militanti – si creeranno dei cittadini di serie B, sarà una secessione dei ricchi che condannerà una regione già povera come quella calabrese a essere ancora più povera». Critiche anche ai parlamentari calabresi di centrodestra «che hanno tradito chi li ha votati. Si rileggano gli articoli 2 e 3 della Costituzione».
L’assessore di Cosenza Veronica Buffone si sofferma sulla sua delega (il Welfare) per sottolineare che sarà un altro dei settori a essere pesantemente colpiti dal ddl già approvato in Senato. «Questo – aggiunge – sarà il secondo Porcellum di Calderoli, che arriverà proprio mentre il Pnrr unifica l’Italia e rafforza il sud». Sul palco intanto si alternano altri esponenti del movimento fino a quando il consigliere regionale Davide Tavernise e la deputata Elisa Scutellà («questa è una schiforma!») riportano il tema su emigrazione sanitaria e gap infrastrutturale, due gravi emergenze calabresi.
Il collega Riccardo Tucci parla senza mezzi termini del «disegno sporco e pericoloso di tenere il tema dell’autonomia differenziata lontano dalle tv», poi l’affondo: «E’ una marchetta elettorale della Lega a cui la “patriota” Meloni non si è opposta, al pari dei parlamentari calabresi, traditori che hanno eseguito ordini di partito che devasteranno il loro stesso territorio». Dario Carotenuto allarga i temi alla geopolitica riportando la sua esperienza da Gaza mentre Andrea Quartini introduce ironicamente i colleghi «Caso, proveniente dal Regno delle Due Sicilie, e Silvestri dallo Stato Pontificio. Io vengo dal Granducato di Toscana…». Le risate del pubblico si smorzano solo quando Quartini, da medico oltre che da capogruppo in commissione Affari Sociali, parla di «manovra eversiva che legittima le diseguaglianze».
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