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Internet veloce in Calabria: collegate (ancora) metà delle case nei piccoli comuni

Pubblicata una indagine della Corte dei Conti per capire a che punto sono i progetti della “Strategia italiana” previsti entro settembre 2024

Pubblicato il: 22/03/2024 – 8:00
di Giorgio Curcio
Internet veloce in Calabria: collegate (ancora) metà delle case nei piccoli comuni

LAMEZIA TERME «Significative carenze nella complessiva programmazione finanziaria e delle attività» e una esigenza di programmazione che «appare tanto più necessaria in ragione della situazione in cui versa attualmente il Piano, oramai prossimo alla fase finale». Parte da questi due aspetti la valutazione effettuata dalla Corte dei Conti per cercare di comprendere, allo stato attuale, a che punto è l’estensione della rete e analizzare le cause dei problemi. Parliamo della nota “Strategia italiana per la banda ultralarga”, una misura che ha radici lontane: approvata dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 3 marzo 2015, è stata poi implementata dal Piano di investimenti per la diffusione della banda ultralarga, adottato in data 10 agosto 2015. Il territorio italiano, allo scopo, è stato ripartito nei cluster A (aree nere), B (aree grigie), nonché C e D, dedicati alle aree bianche. L’obiettivo da centrare, nell’ambito dell’Agenda digitale europea per il 2020, era una copertura ad almeno 100 megabit al secondo (Mbps) fino all’85% della popolazione italiana e per tutte le sedi ed edifici pubblici – in particolare, scuole e ospedali – delle aree di maggior interesse economico e concentrazione demografica, delle aree industriali, delle principali località turistiche e degli snodi logistici, nonché ad almeno 30 Mbps per la restante popolazione nelle cosiddette «aree bianche» entro il 2020.

Gli obiettivi

Nell’offerta presentata da Open Fiber S.p.A., aggiudicatario delle concessioni, il target di unità immobiliari “over 100” è stimato pari a circa il 95%, mentre l’”over 30” al 100%, per una popolazione ricadente nelle aree over 100 di circa il 92%. Nello specifico, le unità immobiliari over 100 e over 30 saranno collegate dal concessionario rispettivamente con architetture Fiber To The Home (FTTH) ovvero una connessione a banda ultralarga in cui il collegamento è realizzato in fibra ottica dalla centrale di trasmissione fino al modem in casa, e Fixed Wireless Access (FWA) che consiste nella creazione di un ponte radio attraverso cui è possibile inviare il segnale di banda ultralarga da un trasmettitore all’altro. Il rilegamento delle sedi della Pubblica amministrazione, comprese quelle scolastiche e sanitarie, avrà luogo con architetture di tipo FTTH.
I comuni interessati dagli interventi assommano a 7.413 le unità immobiliari sono pari a circa 8,4 milioni, di cui circa 6,3 milioni per infrastrutture FTTH e circa 2,1 milioni per quelle FWA. L’obiettivo che riguarda la copertura le architetture FTTH abilitanti ad una velocità pari a 100 mbit/s, in Calabria, è pari a 52.780 unità immobiliari entro settembre 2024; per quanto riguarda, invece, la copertura infrastruttura FWA, nella nostra regione l’obiettivo è pari a 44.275 unità immobiliari.

I dati del ministero del Made in Italy

Il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha fornito i dati complessivi, disaggregati per singole Regioni, sullo stato di avanzamento del Piano e sui tempi – stimati ed effettivi – delle suddette macrofasi. Come evidenziato dal Ministero in sede istruttoria, Open Fiber S.p.A. «nel corso degli anni, ha più volte notificato ad Infratel dei nuovi piani di attuazione che hanno visto via via posticiparsi nel tempo la data di completamento del progetto, fino a giungere all’ultima pianificazione fornita a gennaio 2023 che prevede il completamento del piano a settembre 2024. Queste ripianificazioni temporali, derivanti esclusivamente dai ritardi accumulati da OF sia nella fase di progettazione sia in quella di realizzazione, non sono mai state approvate da Infratel, per cui non sono mai state concesse proroghe contrattuali rispetto alle scadenze previste». E i ritardi sono particolarmente consistenti nella fase della progettazione, sia definitiva sia esecutiva.

I ritardi

La dilatazione dei tempi medi richiesti per le singole fasi procedurali – si legge – ha determinato un consistente impatto sull’avanzamento degli investimenti per entrambe le tecnologie (FTTH e FWA). Secondo i dati al 31 dicembre 2023, meno di un anno dal termine previsto di conclusione del Piano (settembre 2024), non risultano ancora completati tutti i passaggi della progettazione, né definitiva né esecutiva. Più in dettaglio, per la tecnologia FTTH, a fronte di circa 11,7 mila progetti definitivi previsti, a fine 2023 ne risultavano consegnati 10,3 mila (con una percentuale di avanzamento dell’88 %) e approvati 10,15 mila (con un avanzamento dell’87%). Anche in questo caso, però, alcune realtà risultano ancora indietro nella chiusura della progettazione essendo ferme su valori inferiori all’80% come Basilicata, Campania, Lazio, Molise e Sicilia. In Calabria in questo caso sono 238 i progetti approvati. Per quanto riguarda invece i dati di avanzamento dei progetti definitivi con tecnologia FWA, i numeri risultano più soddisfacenti, anche in ragione delle minori difficoltà tecniche associate a questa tipologia di investimenti. A fine 2023, tutti i 7.117 progetti definitivi previsti risultavano consegnati; di questi oltre 6.850 avevano ottenuto l’approvazione, con un tasso di progresso del 96%. In Calabria sono 373 i progetti previsti con 365 approvati pari al 98%.

A fine 2023, la modalità FTTH faceva registrare oltre 9.640 progetti esecutivi approvati, a fronte degli oltre 11.700 previsti, con tasso di realizzazione dell’82 per cento. Sul fronte della tecnologia FWA, invece, i progetti esecutivi approvati a fine 2023 erano oltre 3.300, a fronte degli oltre 4.750 previsti, evidenziando un tasso di finalizzazione inferiore al 70%. Per quanto riguarda, dunque, la progettazione esecutiva, in Calabria sono 285 i progetti FTTH previsti di cui l’84,2% è stato consegnato/previsto, 81,4% quelli approvati/previsti per 227 Comuni. Sul fronte FWA 203 i progetti previsti, con il 76,8% di progetti consegnati/previsti e il 74,9% di quelli approvati/previsti.

I cantieri

La fase di realizzazione fisica delle infrastrutture attraverso l’apertura dei cantieri, sia per la tecnologia FTTH sia per quella FWA, avviene ad opera del concessionario, man mano che Infratel Italia S.p.A. emette i relativi ordini di esecuzione. Al completamento Open Fiber S.p.A. adotta una “Comunicazione Ultimazione Impianto di Rete” (CUIR), notificata al concedente. Ciò premesso, secondo i dati a fine 2023, per le reti FTTH, a fronte di 10.591 ordini emessi risultavano aperti 9.464 cantieri. Di questi per poco meno di 8.000 era stata effettuata la comunicazione di ultimazione, con un tasso di progresso, rispetto agli ordini, del 75,5%. Sempre secondo i dati a fine 2023, a fronte di 3.299 ordini emessi risultavano aperti 3.227 cantieri. Per 3.168 di questi era stata effettuata la comunicazione di ultimazione, con un tasso di progresso, rispetto agli ordini, del 96%.
In Calabria il dato si traduce in 253 ordini emessi, 231 cantieri aperti e 211 con Cuir ovvero (Comunicazione Ultimazione Impianto di Rete) su FTTH pari all’83,4%. Per quanto riguarda, invece i progetti FWA, sono 198 gli ordini emessi, 192 i cantieri aperti, 180 quelli con Cuir pari al 90,9%.

In Calabria circa il 51% dei collaudi

Guardando all’impatto atteso della linea di intervento all’esame, secondo le informazioni trasmesse dal MIMIT, il Piano dovrà garantire una copertura a circa 8,4 milioni di unità immobiliari, di cui circa 6,3 milioni in FTTH e 2,1 milioni in FWA, per un totale di 7.413 Comuni. A ciò si aggiungono i target finali di copertura delle sedi delle Pubbliche amministrazioni e delle aree industriali, pari ad una copertura di 29.895 beneficiari in tecnologia FTTH. Rispetto a questo quadro, alla data del 31/12/2023, risultavano coperte in FTTH circa 3,4 milioni di unità immobiliari (54 per cento del target finale) e 18.616 sedi di PA e aree industriali (62 per cento del target finale). Ciò si traduce in circa 3.859 Comuni raggiunti dall’infrastruttura di rete. Buoni, anche in questo caso, i numeri calabresi. Nella nostra regione, infatti, sono 195 i Comuni coperti dalla banda ultra larga, 26.745 le unità immobiliari e 159 le sedi di PA, con un target finale di 52.780 unità pari a circa il 51%.
Al 31 dicembre 2023, su 52.780 unità immobiliari pianificate, sono 11.200 quelle a progettazione esecutiva, 14.949 in lavorazione e 681 in collaudo in Calabria.
Sul fronte dei risultati raggiunti attraverso l’investimento infrastrutturale in modalità FWA i dati di outcome risultano meno positivi. Alla data del 31/12/2023, infatti, risultavano coperte in FWA 409.978 unità immobiliari (20 per cento del target finale). Ciò si traduce in circa 877 Comuni raggiunti dall’infrastruttura di rete.   

Le criticità

Nel periodo di sviluppo del Piano, secondo quanto emerso in sede istruttoria, sono state riscontrate alcune criticità che ne hanno rallentato l’esecuzione. Il riferimento è alla “pandemia che nel suo periodo di picco (2020) ha «ritardato l’esecuzione dei lavori sia a causa dei lock down, sia a causa dell’elevato numero di contagi che ha ridotto la forza lavoro sia a causa della difficoltà negli spostamenti di mezzi e persone. Bisogna poi sottolineare le difficoltà riscontrate nell’ottenimento dei permessi di scavo, nonostante si siano succeduti nel tempo vari decreti che hanno via via semplificato gli iter autorizzativi, decreti però non sempre recepiti dagli Enti locali».
La realizzazione del Piano in esame è coincisa, in parte, con un contesto economico caratterizzato, negli ultimi anni, da un significativo rialzo dei costi delle materie prime. Sul punto, il MIMIT ha riferito che «la pandemia da Covid-19 ha dato il via a dinamiche inflattive a livello globale. Tale dinamica inflattiva ha fatto sì che, come dichiarato dal Concessionario, dal 2021 in poi i lavori assegnati in gara abbiano subito un’impennata dei prezzi rispetto alle gare aggiudicate nel primo semestre del 2020 (+11,8% medio), con un aggravio di costi pari a circa 85 milioni di euro. Tali importi sono stati calcolati dal concessionario e notificati ad Infratel, nell’ambito di apposite istanze di revisione dei PEF presentate da OF lo scorso mese di settembre per tutti i contratti di Concessione».  
Parimenti non può essere trascutato l’acuirsi del fenomeno della “scarsità di manodopera specializzata”. Nel Piano in esame, tale problematica – come emerso in sede istruttoria – ha iniziato a manifestarsi, soprattutto in alcune regioni, in concomitanza con l’avvio del progetto di infrastrutturazione nelle aree nere di Fibercop; tale situazione, secondo quanto riferito dal MIMIT, si è aggravata con l’avvio dei progetti del PNRR, in quanto la quantità di lavorazioni richieste alle imprese di settore è notevolmente superiore alla capacità storica delle stesse.

Le valutazioni

L’istruttoria condotta ha evidenziato «significative carenze nella complessiva programmazione finanziaria e delle attività» sottolinea la Corte dei Conti. Tali deficit minano il monitoraggio in itinere, posto a presidio del corretto avanzamento del Piano, nonché la tempestiva individuazione di scostamenti e la messa in campo di azioni correttive in vista del conseguimento del target finale. Appare di fondamentale importanza che il MIMIT svolga funzioni di impulso e controllo, anche tramite il concedente Infratel Italia S.p.A., sullo stato di avanzamento del progetto al fine di garantire il conseguimento del target finale a settembre 2024. Ove la scadenza finale attualmente in essere non possa più essere considerata coerente con il progresso delle opere, «andranno definiti i necessari interventi correttivi e adottato un nuovo puntuale cronoprogramma in grado di scadenzare la chiusura del piano in tempi celeri, garantendo un monitoraggio serrato del rispetto dei nuovi step procedurali da parte di tutti i soggetti coinvolti». I ritardi finora registrati sono stati governati mediante ricorso all’istituto delle penali. Al 21/12/2023 risultano essere state comminate penali per un ammontare pari a 54,6 milioni. Nella ripartizione per fase procedurale, il 31,8 per cento delle penali scaturisce da quella della progettazione definitiva, il 43,3 per cento da quella esecutiva e il 24,9 per cento dal collaudo. (g.curcio@corrierecal.it)

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