Li ho contati ad uno ad uno questi ventuno giorni nei quali la piccola Bernadette non si recò a Massabielle; ed ho cercato di rivivere le sue giornate in quel paesino, ai piedi dei Pirenei, scosso da eventi straordinari che pure ho cercata di raccontare come ho potuto.
Furono giornate molto difficili per la pastorella di Lourdes: intanto perché non sentiva più quella voce del cuore che la chiamava alla grotta e -ciò che di più la rattristava- si sentiva come congedata dalla “bella Signora”.
E questo contegno, per quella ragazzina illetterata ma educata a sentimenti autentici, era la causa della profonda angustia che l’affliggeva.
E poi sembrava che quelle apparizioni avessero scatenato un inferno: da un lato, infatti, i pellegrini continuavano a raggiungere la grotta da ogni dove, un fiume di persone alla ricerca di un segno dal cielo, seguendo la traccia della Madre di Dio per una supplica alla quale Gesù non poteva sottrarsi; d’altro lato, questa milizia di Maria aveva arruolato così tanta gente da trasformarsi, per quei tempi, in un serio problema per l’ordine pubblico e soprattutto – quel che di più temevano le autorità – da mutarsi in una manifestazione della fede profonda del popolo santo di Dio, esattamente ciò che valeva a sciupare il fascino dell’illuminismo allora imperante e del primato della scienza. Sicché la reazione contro l’indifesa pastorella di Lourdes, “rea” d’aver generato questa confusione, cominciò a farsi più decisa.
E ciò avvenne di concerto fra le autorità civili e religiose: le une pronte a tutto pur di porre fine al pubblico scompiglio (che, non di rado, a causa d’un incontenibile disordine, si mutava in tumulti che le stesse autorità non riuscivano a controllare), le altre preoccupate del disorientamento che queste vicende avevano generato nella tranquilla gente delle loro comunità e sul modo composto con il quale riuscivano a moderare l’accesso ai misteri della fede. Ed in questi lunghi ventuno giorni capitarono almeno due fatti significativi di queste due maniere di affrontare il problema che s’era venuto a creare.
Mentre, infatti, le autorità locali seguitavano a martirizzare Bernadette con interrogatori infiniti (pensando che alla fine la pastorella sarebbe caduta in contraddizione…), come si vedrà, dal vertice dell’Impero, cominciò a farsi strada un diverso approccio ai fatti di Lourdes.
Proprio nei giorni di questi ripetuti interrogatori (il diciotto marzo Bernadette viene sottoposta ad una vera e propria procedura d’inquisizione da parte del procuratore, del commissario e del sindaco, i quali, a turno, la subissano di reiterate domande sui medesimi fatti…), accadde che il piccolo Napoleone Luigi, erede al trono di Francia, il quale non aveva compiuto nemmeno un anno, si ammalò gravemente.
Si è già accennato al fatto che Eugenia de Montijo, l’Imperatrice dei francesi, era una donna di fede cattolica molto radicata e la sovrana, venuta a sapere dell’acqua miracolosa di Lourdes, inviò discretamente una delle sue dame di compagnia alla grotta di Massabielle per raccogliere direttamente dalla fonte l’acqua benedetta.
Una volta somministrata l’acqua al piccolo Napoleone Luigi, questi incominciò a riprendersi.
Per tale ragione Eugenia de Montijo rimase sempre molto legata alle apparizioni di Massabielle ed incentivò molti pellegrinaggi colà da tutti i territori dell’Impero.
Ma veniamo a quel 25 marzo 1858. Quanta amarezza albergava ancora nel cuore della pastorella per non essere stata creduta neanche dai sacerdoti! Anche quella mattina si svegliò prima dell’alba e continuava a pensare alle parole del Curato: che dica il suo nome!
Meditava Bernadette su una simile richiesta essendo oramai certa che si trattava della Madre di Dio.
Cosa dovrebbe dirmi la “bella Signora”: sono Maria, moglie di Giuseppe e madre di Gesù? Bernadette, vedete, era si ignorante ma nient’affatto stupida: s’accorgeva della bizzarria della richiesta del Curato e la trovava quasi comica!
L’immagine di una pastorella ingenua fino al punto da non capire cosa le stava succedendo attorno, è semplicemente irrealistica se soltanto si consideri con quale abilità ella si difese dalle accuse di stravaganza, invenzione e fantasticheria circa le visioni.
Un contegno d’una ragazza umile e analfabeta ma non certo sprovveduta!
Con questi sentimenti, misti di tristezza ed incredulità rispetto a quanto avrebbe dovuto nuovamente richiedere alla Vergine, si recò di nuovo alla grotta.
Per tre settimane aveva incontrato la “bella Signora” e per tre settimane non l’aveva più veduta.
Questa semplice constatazione mi fa pensare a quanto Dio (il “modo” d’essere di Maria e’ lo stesso “modo” di Gesù…) sia delicato nel farsi presente all’uomo: Egli ci aspetta! Non s’impone, attende che il nostro cuore volga verso di Lui!
La pastorella raggiunse la grotta: migliaia di persone presenziavano alla recita del santo Rosario, fece l’ampio segno di croce e cominciò a snodare la catena dolce che ci riunisce a Dio.
Ed ecco Maria apparve di nuovo!
E subito Bernadette Le rivolse ancora una volta la domanda; badate che lo fece in dialetto guascone, l’unica lingua che la piccola conosceva.
E Maria Santissima, Madre di Dio, rispose: «Que soy era Immaculada Councepcio» (“Io sono l’Immacolata Concezione”). Anche la “bella Signora” rispose in lingua guascone ma Bernadette non comprese cosa volesse dire.
E questo la Vergine fece perché la piccolina potesse ripetere esattamente al Curato il messaggio che veniva dal soprannaturale: un messaggio “in dialetto”, cioè per tutti, colti ed incolti, ma che avrebbe fatto comprendere ai sacerdoti che non si trattava certo dei “dati anagrafici” che essi richiedevano!
Dopo la visione la pastorella, temendo di dimenticare ciò che le era stato rivelato, corse subito verso la casa dell’abate Peyramale; giunta che fu colà, ansimante per il tragitto e la corsa, ripete’, senza esitazione, la frase appena udita dalla Vergine.
Sul volto corrucciato del Curato si palesarono al contempo segni di sconcerto e di emozione. Egli capì subito che la Madonna aveva voluto rispondere proprio a lui -e, per suo mezzo, alla Chiesa- in un modo tale da vincere la loro incredulità.
E si ricordò delle parole di Gesù a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». E scoppiò in pianto.
Ma perché il messaggio di Maria fu così decisivo?
Era accaduto che circa quattro anni prima degli eventi che qui si narrano, precisamente l’8 dicembre 1854, il Beato Pontefice Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti), con la bolla “Ineffabilis Deus”, aveva dichiarato il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria, ossia che Maria, per verità infallibile del Magistero della Chiesa cattolica, sia la “piena di grazia”, ossia l’Immacolata concepita senza peccato.
E ciò in quanto destinata ad essere la Madre del Redentore.
“Ti saluto, o piena di grazia”, così nell’Annunciazione l’angelo Gabriele salutò Maria e così la salutiamo anche noi, da secoli, nella preghiera. Ora, che Maria fosse la Creatura senza macchia, segno visibile dello splendore di Dio, perché accogliendo il Signore nella Sua carne è diventata Concezione di Dio, potevano saperlo soltanto gli ecclesiastici, di certo non poteva conoscerlo una pastorella analfabeta.
E fu quindi un tutt’uno per l’abate Peyramale comprendere che la Signora dell’apparizione aveva rivelato alla più piccola dei Suoi figli un dogma della Chiesa cattolica, addirittura il nome col quale l’angelo aveva salutato Maria!
In pochi attimi il messaggio della Vergine diradò tutte le ombre che affollavano la mente del Curato e questi si trasformò nel più strenuo difensore di Bernadette fino a quando non ottenne dal Vescovo di Tarbes, Mons. Laurence, la dichiarazione solenne sulla Verità delle Apparizioni.
Chissà quante volte l’abate dovette ripensare alle parole di Gesù: «Hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli!».
Ed anch’io a queste parole ripenso spesso, specialmente quando vedo questa rincorsa alla competizione ed al nozionismo; mentre la Verità penetra il cuore dei piccoli sicché nella vita, finché si è in tempo, conviene cercare, piuttosto che la grandezza, la piccolezza.
Quest’anno la sedicesima apparizione di Nostra Signora di Lourdes coincide con l’inizio della Settimana Santa.
Oggi, 25 marzo 2024, son passati centosessantasei anni da quella sedicesima apparizione della Vergine di Lourdes, nella quale Maria annunziò al mondo il Suo nome: Io sono l’Immacolata Concezione!
Come non vedere la perfetta corrispondenza con l’Annunciazione della nascita del Signore!
Dio, con l’angelo Gabriele, annuncia a Maria, la “piena di grazia”, la nascita del Salvatore; Maria, a Sua volta, da Lourdes annuncia al mondo d’essere la Concepita senza peccato, l’Immacolata.
E tutto oggi avviene all’inizio di questa nostra Settimana Santa, nella quale siamo chiamati a contemplare la Misericordia di Dio attraverso la passione e morte e resurrezione del Suo Figlio.
Durante la Settimana di quest’anno, che comincia con questi due speciali annunci -i quali poi raccontano l’unica storia della Salvezza attraverso la purezza-, si potrà vedere da vicino l’Immacolata Concezione, dapprima Addolorata, china, fino al culmine delle sofferenze, sulla passione e morte di Gesù Cristo (stabat Mater) -il limite-, per gioire dipoi con la Resurrezione del Signore, il quale, vincendo la morte -la soglia-,ha restituito anche a me, miserabile peccatore, l’impareggiabile dignità di Creatura di Dio e, soprattutto, una relazione durevole con Gesù, mio Salvatore.
La Vergine di Lourdes apparirà ancora, il 7 aprile ed il 16 luglio per l’ultima volta. L’ostilità delle pubbliche autorità proseguirà (ancora a luglio 1858 la grotta era stata resa inaccessibile da alte cancellate…), in molti seguiteranno a contrastare la pastorella con ogni mezzo.
Nelle successive meditazioni cercherò di raccontare del rapido cammino che, dalla prima comunione fino ai voti perpetui, condurrà Bernadette alla felicità d’essere in tutto unita allo Sposo.
Ma la cosa per lei più importante restò sempre quella d’aver finalmente ottenuto l’obbedienza al messaggio della Vergine, quello della penitenza per i peccatori, alla quale pure dedicherà tutta la sua difficile, sofferta e breve, vita terrena.
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