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LETTERA R | L’Italia del riscatto: 100mila persone con don Ciotti a Roma per ricordare le vittime innocenti di mafia – VIDEO

I contenuti dell’ultima puntata della rubrica curata dal prof Giancarlo Costabile

Pubblicato il: 25/03/2024 – 17:12
LETTERA R | L’Italia del riscatto: 100mila persone con don Ciotti a Roma per ricordare le vittime innocenti di mafia – VIDEO

«E tornerà pure la primavera e sarà più bella delle altre perché saremo liberi. Noi lottiamo per una cosa che deve venire e non può non venire. Roma da città aperta a città libera». Questo è il senso della grande manifestazione che si è tenuta nella Capitale del nostro paese, a Roma, il giorno di primavera, il 21 marzo, che anche e noi diciamo soprattutto, noi di lettera R, soprattutto la giornata nazionale in ricordo, in memoria delle vittime innocenti di mafia».

 Questo il tema centrale dell’ultima puntata di “Lettera R”, rubrica curata dal prof Giancarlo Costabile, in onda ogni lunedì su L’altro Corriere Tv (canale 75). «Libera è riuscita a portare a Roma oltre centomila persone che hanno sfilato lungo le strade principali della città, poi il corteo si è concluso con il discorso finale di Luigi Ciotti, preceduto dalla lettura dei nomi delle vittime innocenti di mafia 1.081 al Circo Massimo». «Tantissimi giovani, tantissimi studenti, insegnanti, famiglie, associazioni, sindacati, insomma una marea di umanità non silente, non indifferente, un pezzo di umanità del nostro paese schierata per una memoria attiva, che significa testimonianza concreta di un impegno per difendere principi di giustizia, per difendere ideali di pace, di inclusione e quindi una pedagogia della coesione nazionale».
«Anche noi di “Lettera R” vogliamo contribuire, dal nostro osservatorio, al racconto dei temi salienti di questa straordinaria giornata di mobilitazione. Il primo passaggio di Luigi Ciotti è inesorabilmente dedicato al concetto di memoria. “Dobbiamo trasformare, ha detto, la memoria del passato in etica del presente, in responsabilità, in condivisione”. “Prendiamo le distanze” ecco la denuncia forte del fondatore di Libera “dalla retorica della memoria che usa parole d’occasione per celebrare in morte ciò che ha dimenticato o omesso di difendere in vita. La memoria viene restituita a tutti noi come occasione di corresponsabilità. Fare memoria vuol dire non solo non dimenticare, ma trasformare quel ricordo in azione concreta, in testimonianza concreta, di lotta in questo caso contro la cultura mafiosa, contro il potere delle mafie”». «Mafie che sono state definite con grande lucidità nella giornata organizzata da Libera contro le mafie “sempre più imprenditoriali, sono tecnologiche e transnazionali” quindi siamo in uno scenario globale che va decisamente oltre quelle narrazioni stereotipate che riducono la complessità del fenomeno mafioso, e quindi ne impediscono nei fatti la possibilità di un effettivo contrasto».
«La denuncia di Ciotti è durissima, su questo aspetto le mafie non soltanto godono di sostegno attivo ma anche e soprattutto di quello passivo, cioè di chi pur non partecipando attivamente ai crimini non fa nulla però per contrastare il loro potere. “Sono troppi – ecco il passaggio forte su un piano educativo, pedagogico e della cittadinanza attiva – i neutrali, gli indifferenti, quelli che rafforzano la criminalità col solo fatto di no schierarsi”». Luigi Ciotti insiste nella costruzione di una «pedagogia dell’impegno attivo dicendoci con chiarezza “tutti noi vogliamo un’Italia libera dalle mafie, libera dalla corruzione, libera dalle ingiustizie, libera di educare, di curare chi sta male, di parlare di pace, di coltivare la speranza, quindi una pedagogia che partendo dal contrasto alle mafie si fa concretamente educazione ad una convivenza pacifica, democratica planetaria”». «Sogniamo tutti “le nostre città libere” – ha continuato Luigi Ciotti, “un paese libero con cittadini liberi, liberi perché responsabili, perché fanno un uso coraggioso della propria libertà”».
Un passaggio, ma non poteva essere diversamente dell’intervento, è stato dedicato a don Peppe Diana, alla storia straordinaria, di lotta, educativa, culturale, quindi una biografia pienamente pedagogica, quella del sacerdote ucciso il 19 di marzo del 1994, mentre celebrava messa. Ecco, Luigi Ciotti lo ha ricordato con le parole che sono scritte sulla tomba del sacerdote. Sono parole molto forti, ricche di una densità educativa. “Dal seme che muore, fiorisce una messe nuova di giustizia e di pace. Don Peppe Diana è vivo come tutte le altre biografie di mafia, vittime innocenti di mafia, celebrati il 21 marzo”. Quel sangue è diventato sangue innocente, è diventato in realtà il seme per una nuova straordinaria stagione di lotta per la giustizia e per la pace».
«E sulla pace ha insistito molto don Luigi Ciotto, dimostrando fino in fondo la straordinaria bellezza di questa giornata che a tutti gli effetti ci ha restituito il valore della vita, quindi è stato un inno alla vita, alla rinascita simbolicamente con la primavera, quella dello spirito prima che della natura e ha ricordato, in questo bisogno di chiedere pace per il mondo, Luigi Ciotti ha ripreso Martin Luther King, “ci sono momenti in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa invece un obbligo, una responsabilità civile, parlate, parliamo, c’è in gioco la pace” e quindi “la critica è un guaio” ha detto “alla proposta di modificare la legge 185 sul mercato delle armi” che secondo Luigi Ciotti, ma noi evidentemente condividiamo, “eliminerebbe l’efficacia della relazione al Parlamento nel garantire la trasparenza” con l’invito alla politica “ascolti la base e pensi a fare in fretta altre cose”».
«Altri passaggi sono stati dedicati alla critica, all’autonomia differenziata. Ciotti ha detto che la libertà e i diritti sono beni comuni. “Il diritto alla casa, al lavoro, allo studio, all’assistenza sanitaria devono essere garantiti a tutti nello stesso modo. La libertà non può avere colori diversi nelle regioni del paese”». Quindi la piazza di Libera si è schierata in maniera netta contro l’autonomia differenziata. «Un altro passaggio importante che non possiamo non menzionare è stato dedicato a Peppino Impastato, alla vicenda di Partinico che ha restituito la difficoltà di intitolazione di una scuola proprio alla memoria di Peppino Impastato, perché giudicata dagli studenti del posto come una memoria divisiva». «Ecco Luigi Ciotti è stato molto netto in questa direzione, “Peppino Impastato è divisivo, sì e l’invito è a diventare tutti divisivi come Peppino Impastato, cioè capaci di distinguere il bene dal male”. Ecco, nella vicenda di Impastato, poi, si è saldata la critica ad una antimafia pericolosa, subdola, ad un’antimafia di potere che si afferma “nelle periferie del paese e che in realtà è proiezione di interessi che con la lotta alle mafie non hanno nulla a che spartire, cioè è uno strumento che serve per confondere le acque”». Quindi la denuncia di don Luigi Ciotti è stata in questo ambito particolarmente dura perché diventa un elemento fondamentale nel tentativo che Libera sta facendo di ripensare l’antimafia. Insomma, una giornata che ci ha riconciliato fino in fondo con la parola speranza, ecco una delle fonti citate più volte nell’arco diciamo del suo intervento è stata quella di Tonino Bello, il vescovo degli ultimi, il sacerdote dei poveri. La parola “speranza” viene assunta proprio come declinazione della pedagogia della sacerdote Salentino, nativo di Alessano, “la speranza come esercizio concreto della volontà”, questo è il messaggio del 21 marzo, un impegno vivo, un impegno quotidiano, la capacità di schierarsi, di prendere posizione nei confronti dei drammi, della vita, dei problemi sociali». «Tra qualche giorno è Pasqua e mai come quest’anno assume un valore particolare come inno alla vita, alla pace. Tonino Bello parlava della Pasqua come “festa dei macigni rotolati”, cioè il sepolcro si dischiude e c’è la possibilità per tutti di ritornare a nuova vita. Ritornare a nuova vita però significa esserne fin in fondo degni dell’avventura umana ed essere degni significa partecipare, schierarsi, prendere posizione non soltanto contro le mafie ma prendere posizione a favore della pace contro tutte le guerre. Buona Pasqua a tutti e tutte». (redazione@corrierecal.it)

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