COSENZA «Piacere, sono il sindaco ombra» (ride). Da vecchio socialista e frequentatore della politica, Luigi Incarnato sa che è dai tempi dei congressi che le notizie circolano al buffet. Così come a Montecitorio è la buvette il tempio del retroscenismo – ma anche delle “polpette avvelenate” –, ben più del Transatlantico.
La sorpresa che il n. 2 di Palazzo dei Bruzi estrae dall’uovo di Pasqua, nell’altrettanto istituzionale Salone di rappresentanza del municipio, è una suggestione ma forse neanche poi tanto: Franz Caruso non disdegnerebbe una candidatura a presidente della Regione. Ma come, sarebbe il quarto cosentino consecutivo sul piano più alto della Cittadella di Germaneto di Catanzaro? «Siamo la provincia più grande, e poi le altre non esprimono niente di che…» ribatte. Neanche Reggio Calabria? «I reggini, si sa, si accontentano della presidenza del Consiglio, vogliono lo scranno più prestigioso del Palazzo più importante della loro città».
Il ragionamento non farebbe una piega se non fosse che si tratta forse della candidatura più anticipata della storia repubblicana: di solito i nomi si bruciano almeno un paio di mesi prima della tornata elettorale. E invece Incarnato viaggia con due anni e mezzo di anticipo e ha già pronto il ticket: Caruso governatore e il reggino Giuseppe Falcomatà presidente del Consiglio? «Bravo!».
Il sindaco fortunatamente non ascolta, ma sembra impossibile che la mano destra non sappia quello che fa – anzi dice – la sinistra: Caruso era stato chiaro, salutando i rappresentanti dei media cittadini prima del brindisi di auguri pasquali, «oggi niente notizie».
Luigi Incarnato invece è in formissima – e non serve neanche lo spritz – e per la prima volta non solo non nega ma addirittura rivendica il ruolo di «sindaco ombra»: «Basta pensare che dietro Craxi c’erano figure del calibro di Giuliano Amato e Rino Formica…». Insomma è già calato nel personaggio di braccio destro di Franz anche nella conquista della Regione. Né serve a non farlo sbilanciare il tempo che ancora manca: un’era geologica se si parla di politica, basti guardare ai sommovimenti registrati in appena due anni e mezzo al piano di sopra (Consiglio comunale) tra cambi di casacca, nuovi gruppi consiliari, espulsioni dal partito e sempre incombenti rimpasti di giunta.
“Gigino” non ce ne voglia a male, spesso scrivere è obbligatorio. Se poi era una polpetta avvelenata sarà il tempo a dircelo (quelle del buffet erano ottime, come tutto il resto). (e.furia@corrierecal.it)
«Al direttore del Corriere della Calabria,
ho dato mandato ai miei legali di verificare la sussistenza di ipotesi di reato, al fine di poter procedere ad inoltrare querela nei confronti del firmatario, Eugenio Furia, dell’articolo pubblicato in data odierna dal Corriere della Calabria online, dal titolo “Il pensiero stupendo di Franz Caruso: prossimo candidato alla presidenza della Regione”. Nell’articolo vengono pubblicate affermazioni, attribuite al sottoscritto, in una forma assolutamente alterata e parossistica.
Espressioni tratte e decontestualizzate da un siparietto svoltosi con vena ironica e provocatoria, tra me e lo stesso Furia e che, però, vengono fatte assurgere a pseudonotizie di gossip politico ma che hanno il solo fine di danneggiare la mia immagine e reputazione».
Luigi Incarnato
«Caro Incarnato,
se non lo sapesse, l’ironia è una specie di danza perché occorre, nello stesso tempo, avere considerazione per gli altri, e saper ridere di sé. È il caso del collega Eugenio Furia, capacissimo di ironizzare su qualcosa di detto e visto senza odio o strumentalità. Certo le sottolineature possono cogliere questioni sostanziali, ma le assicuro che il pensiero ironico sorride non digrigna i denti, buffetta non squarta, interrompe non travolge.
Un suggerimento non richiesto. La prossima volta si ricordi che al buffet erano stati invitati giornalisti, non compagni di merende».
Paola Militano, direttore del Corriere della Calabria
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