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“Liberi di scegliere”, la lettera di una 14enne: «Non voglio più tornare in Calabria, ora sono felice»

L’iniziativa della Commissione parlamentare Antimafia sui giovani cresciuti in contesti di criminalità organizzata

Pubblicato il: 26/03/2024 – 13:23
“Liberi di scegliere”, la lettera di una 14enne: «Non voglio più tornare in Calabria, ora sono felice»

ROMA «Siamo tutti convinti di arrivare al più presto a un ddl che possa dare una cornice legislativa a questo progetto». Lo afferma la senatrice Vincenza Rando del Pd (in foto), coordinatrice del Comitato cultura della legalità e protezione dei minori della Commissione parlamentare Antimafia nel corso di una conferenza stampa sul progetto “Liberi di scegliere” che ha l’obiettivo di aiutare i giovani che vivono in contesti di criminalità organizzata di affrancarsi dalle logiche che li legano alle famiglie mafiose e che si è rilevato una opportunità anche per donne e mamme che hanno ritenuto di non voler più vivere né crescere i figli nel contesto mafioso. Proprio oggi pomeriggio verrà firmato un rinnovo e un ampliamento del protocollo ”Liberi di scegliere”. «Nessuno deve pensare che siccome si deriva da un contesto mafioso, la mafiosità si deve ereditare», osserva Rando. Ci sono diversi progetti legge ma «se un disegno di legge viene dall’ascolto e da qualcosa che esiste, il protocollo, possiamo farcela», sottolinea Rando. La testimonianza di una 14enne in una lettera, «ho iniziato un’altra vita e sono rinata, è stata dura ma ora sono felice». Durante il convegno sono state anche portate le testimonianze di protagonisti del progetto che sono riusciti a cambiare vita allontanandosi dall’ambiente di origine, legato alla criminalità organizzata. «Dove sono ora ho iniziato un’altra vita e sono rinata», si legge in una lettera scritta da una ragazza di 14 anni. «Sono molto affezionata alla famiglia alla quale mi avete affidata – sottolinea – mi piace studiare, a scuola mi trovo bene e anche con le mie nuove amiche. Non voglio più tornare in Calabria, all’inizio è stata dura, ma adesso sono felice». E’ stata poi letta la lettera di una madre preoccupata per uno dei figli, «abituato a fare uso di armi» e «manipolato dal padre e dal nonno, persone pregiudicate e molto pericolose». Per questo la donna chiede di essere aiutata ad andare via dalla Calabria insieme ai figli: «Temo che mio figlio prenda una brutta strada e sia coinvolto in vicende di mafia, temo per sua incolumità, anche per l’età delicata che lo rende facilmente suggestionabile, e temo anche per la mia incolumità».

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