PARMA È morto in carcere lo storico boss della ‘ndrangheta cosentina Ettore Lanzino (difeso dagli avvocati Marcello Manna e Gianluca Garritano). Il 69enne, detenuto a Parma in regime di 41bis dopo la condanna definitiva emessa nel 2016 al termine del processo “Terminator IV”, era cardiopatico e avrebbe avvertito un malore, questa mattina alle 6.30, presumibilmente un infarto. I familiari stanno già raggiungendo Parma per portare la salma a Cosenza dove saranno celebrati i funerali.
L’ex primula rossa “Ettaruzzo”, così come era stato ribattezzato, fu catturato dai Carabinieri nel novembre del 2012. L’uomo fu ritrovato all’interno del condominio “Residence park” di via Adige, a Rende. A quel tempo era latitante da circa 4 anni, periodo in cui era diventato un fantasma per le forze dell’ordine che lo stavano cercando. Sul suo capo pendevano ben quattro ordinanze di custodia cautelare per associazione mafiosa e omicidio.
Cresciuto sotto l’ala criminale del potente capoclan Franco Pino, Lanzino, inoltre, fu condannato definitivamente all’ergastolo per gli omicidi di Francesco Bruni, Vittorio Marchio e Marcello Calvano mentre per l’omicidio di Enzo Pelazza aveva rimediato trent’anni.
A fine 2023 il nome di Lanzino figurava tra le richieste di condanne per gli imputati del procedimento scaturito dall’inchiesta “Reset“, coordinata dalla Dda di Catanzaro sulla presunta presenza di una Confederazione di ‘ndrangheta cosentina formata da sette diversi gruppi criminali.
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