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Terzo Megalotto Sibari-Roseto, 28 lavoratori costretti a trasferirsi (senza garanzie)

Una disputa tra aziende mette a rischio numerosi posti di lavoro. Sit-in della Cgil: «Protesta a oltranza»

Pubblicato il: 26/03/2024 – 13:08
di Marco Lefosse
Terzo Megalotto Sibari-Roseto, 28 lavoratori costretti a trasferirsi (senza garanzie)

VILLAPIANA A pagare è sempre l’anello debole della catena. Ed è quello che in queste ore sta succedendo sui cantieri del Terzo Megalotto, il più grande ad oggi operativo in Italia, per la realizzazione della grande opera stradale tra Sibari e Roseto, in ricongiungimento del corridoio Adriatico-Jonio-Tirreno. Una controversia nata tra il Contraente Generale dell’opera, Sirjo Webuild e una delle società appaltatrici, la Geoserving Srl di Frosinone che si occupa di effettuare analisi strutturali, rischia di mandare a casa 28 lavoratori incolpevoli che due giorni fa si sono visti recapitare, dalla sera alla mattina, una lettera di trasferimento immediato presso altra sede, in Lazio.  
Dalle ricostruzioni fatte dalla Cgil, che stamani ha organizzato un sit-in di protesta davanti ai cancelli della sede direzionale del cantiere, a Villapiana, viene fuori che nei giorni scorsi Anas Spa, appaltatrice dei 38 km di nuova strada, ha effettuato delle analisi strutturali a campione sulla galleria Trebisacce e la risultanza di queste verifiche pare abbia dato esito totalmente diverso da quello che, invece, avrebbe fornito la Geoserving allo stesso Contraente Generale.
Per meglio intendere la questione, si tratta delle analisi che consentono di capire la qualità dei terreni e delle infrastrutture che di volta in volta vengono realizzate. Dunque, si tratta di un passaggio essenziale per garantire la sicurezza dell’opera sul quale e, pertanto, non ci può essere alcun margine d’errore.  
Da qui l’inghippo che, con l’attivazione immediata delle clausole di salvaguardia, ha portato Sirjo Webuild a rescindere immediatamente il contratto con la società laziale e, di conseguenza, i dipendenti assunti dall’azienda ad essere trasferiti immediatamente nella sede centrale nel frusinate.
«Siamo qui – spiega il segretario generale della Cgil Tirreno-Pollino-Sibaritide, Giuseppe Guido – per tutelare il sacrosanto diritto all’occupazione di queste persone che si ritrovati ad essere sbattuti fuori dal loro luogo di lavoro per controversie legali e amministrative che non hanno nulla a che vedere con la loro condotta». «Se c’è un problema oggi – precisa ancora il segretario generale di Filcams Cgil, Andrea Ferrone – tra Anas, il Contraente Generale e la società di servizi che si risolva tra loro senza intaccare gli equilibri lavorativi di persone che da questo lavoro trovano la loro unica fonte di sostentamento».


Poi l’ulteriore precisazione di Ferrone: «Non siamo difronte ad un licenziamento – dice – ma di un trasferimento impossibile. Perché a queste 28 persone è stato chiesto di trasferirsi immediatamente a San Vittore in provincia di Frosinone, nella sede centrale dell’azienda, con la stessa formula stipendiale e senza vitto e alloggio». È chiaro che l’azienda vuole far leva sulla desistenza dei dipendenti affinché si auto-licenzino.
C’è, però, un’altra partita che la Cgil vorrà giocare nelle prossime ore. Sirjo Webuild, infatti, avrebbe già attivato un nuovo contratto (il condizionale è d’obbligo dal momento che non c’è alcuna ufficialità) con un’altra società per coprire il servizio di laboratorio strutturale (apre si tratti della Secotec di Milano). E pare che questa nuova impresa dovrà essere operativa già dal prossimo giovedì. «E noi saremo qui – dice Ferrone – perché avvieremo da subito la contrattazione con la nuova società appaltatrice affinché assorba tutto e per intero il personale della Geoserving che oggi – sottolinea e conclude – si trova ad essere di fatto esodato senza una giusta causa». È scontato, dunque, che la vertenza di questi lavoratori andrà avanti ad oltranza.      

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