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Vibo, incontro tra Pd e sindacati di Polizia: «Il Reparto prevenzione crimine non deve chiudere» – FOTO

L’allarme delle sigle sindacali: «La chiusura rappresenterebbe un arretramento dello Stato in terra di ‘ndrangheta». I dem: «Daremo battaglia»

Pubblicato il: 26/03/2024 – 19:49
Vibo, incontro tra Pd e sindacati di Polizia: «Il Reparto prevenzione crimine non deve chiudere» – FOTO

VIBO VALENTIA «La chiusura del Reparto Prevenzione Crimine di Vibo rappresenterebbe un arretramento dello Stato in terra di ‘ndrangheta». I sindacati di Polizia, nell’ambito di un incontro promosso dai consiglieri regionali del Pd Mammoliti e Muraca, lanciano l’allarme sulla paventata soppressione (o unificazione) del Rpc vibonese e chiedono a politica e istituzioni di intervenire per salvare quello che è «un presidio di legalità fondamentale». All’origine delle proteste l’idea di unificare i reparti calabresi in un’unica sede a Catanzaro a causa, sembrerebbe, della mancanza di elementi dirigenziali. Se il dirigente di Siderno è già andato via e non è ancora stato sostituito, anche per Vibo, che a breve sarà privata del suo vertice, non si parla ancora di nessuna sostituzione. Segnali di una chiusura che, dicono i sindacati, «non avrebbe alcun senso logico». «Il presidio qua è a costo zero» spiega ai nostri microfoni Franco Caso del Siulp. «È ospitato dalla Scuola di Polizia, non ha utenze e c’è spazio per le auto di servizio, senza alcun problema logistico». A questi fattori si aggiunge la centralità territoriale: «Siamo vicini all’A2, in 40-50 minuti riusciamo a raggiungere Cosenza, Catanzaro e Reggio. Ci sono tutte le condizioni per mantenerlo aperto, sia da un punto di visto di costi benefici che da un punto di vista operativo».

«50 famiglie costrette al trasferimento, siamo preoccupati»

Diverse le sigle che hanno partecipato all’incontro presso la sede del candidato progressista Enzo Romeo. Tra gli interventi anche la testimonianza di un agente del Reparto: «Sicuramente c’è preoccupazione, non sappiamo quale sarà il nostro futuro». La maggior parte di loro ha già dovuto subire il trasferimento dieci anni fa, quando nel 2013 il Rpc è stato spostato da Rosarno a Vibo. «Parliamo di 50 famiglie che dopo essersi ambientate, rischiano nuovamente di essere trasferite altrove» spiega. Un’unica sede, inoltre, renderebbe ancora più difficile un’effettiva copertura del territorio. «Già oggi non riusciamo a coprire l’intera provincia vibonese» spiegano. Aspetto dovuto anche al fatto che, aggiunge Caso, «il reparto si trova sottorganico come la maggior parte dei presidi di Polizia». Per tale motivo e per la loro importanza nel garantire sicurezza, concordano sindacati ed esponenti dem, «si tratta di reparti che andrebbero potenziati, non dismessi o ridotti».

Mammoliti: «Avamposto imprescindibile»

Appello accolto e rilanciato dai consiglieri regionali del Partito Democratico Raffaele Mammoliti e Giovanni Muraca, promotori dell’incontro odierno che specificano che «si tratta di una battaglia senza colore politico e invitiamo gli altri partiti ad unirsi a noi». «Il Reparto Prevenzione Crimine è un avamposto imprescindibile in questo territorio per garantire legalità e sicurezza ai cittadini e all’intera comunità» spiega ai nostri microfoni il consigliere dem Raffaele Mammoliti, che insieme a Muraca aveva già presentato una mozione in consiglio. «Oggi cogliamo questa rivendicazione, la inseriamo nel programma del nostro candidato a sindaco e ci muoveremo in tutte le sedi opportune per evitare che accada». «La Calabria – continua – per la sua condizione avrebbe bisogno non solo di consolidare questi presidi, ma eventualmente anche di estenderli in altri territori. L’unica strada che può garantire tenuta democratica, crescita civile e sviluppo è la presenza di questi avamposti fondamentali». Il rischio, poi, è che Vibo perda un altro pezzo d’istituzione «come è già stato fatto in passato o come si è tentato come la Scuola di Polizia». Dello stesso avviso il candidato a sindaco Enzo Romeo: «Alla base dello sviluppo della città non può che esserci la sicurezza». Proprio per questo, annunciano, «ci batteremo fino in fondo per salvare il Rpc». (Ma.Ru.)

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