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L’ANALISI

Autonomia, la timidezza del centrosinistra nasconde le contraddizioni del centrodestra

Nell’ultima seduta del Consiglio regionale l’opposizione perde un’altra occasione di creare problemi alla maggioranza. E Laghi è sempre più “autonomo”

Pubblicato il: 28/03/2024 – 7:43
Autonomia, la timidezza del centrosinistra nasconde le contraddizioni del centrodestra

REGGIO CALABRIA Come tutte le analisi su un fatto, una vicenda o una dinamica politica, anche l’analisi dell’ultima seduta del Consiglio regionale consegna diversi livelli di lettura. Il tema che più di tutti aveva sollevato l’attenzione in realtà non era ufficialmente all’ordine del giorno, quello dell’autonomia differenziata, e alla fine in effetti non è stato all’ordine del giorno, anche se le avvisaglie per una discussione nei giorni scorsi si erano chiaramente palesate. Sostanzialmente il quadro prima della seduta era il seguente: il centrosinistra, cioè il Pd, il M5S e Antonio Lo Schiavo capogruppo del Misto, ha da tempo depositato una mozione con la quale si vuole impegnare il presidente della Regione, Occhiuto, leader nazionale di Forza Italia, a condannare l’autonomia differenziata per come disegnata dalla Lega di Calderoli e di Salvini, dall’altro c’è un centrodestra a livello regionale non schiacciato supinamente sulla linea del Carroccio ma sempre favorevole all’autonomia differenziata a patto che siano finanziati Lep e anche le materie non Lep (una posizione abbastanza assimilabile a quella del “no money no party” del governatore Occhiuto). In realtà, nella maggioranza il tema non registra una condivisione generale, perché evidentemente – per fare un esempio – i rappresentanti regionali della Lega hanno la necessità di non smentire in modo plateale la linea leghista a livello centrale e perché oggettivamente l’autonomia differenziata non paga a livello di gradimento fuori dallo stretto perimetro politico, come dimostra la dura presa di posizione dei vescovi calabresi, che sicuramente ha creato più di un imbarazzo all’interno del centrodestra.

I banchi del centrodestra nel Consiglio regionale di ieri

Fibrillazioni che il centrosinistra  sicuramente ha fiutato e per questo molti analisti erano convinti che l’opposizione ieri avrebbe indossato l’elmetto in Consiglio regionale per far emergere le contraddizioni della maggioranza, una maggioranza che a quanto risulta da fonti accreditate non aveva una linea unitaria, ma si era un po’ sparpagliata tra la voglia di bocciare tout court l’eventuale mozione della minoranza, quella di presentare una propria contro-mozione o quella di trattare con il centrosinistra in modo da arrivare a una mozione di sintesi che salvasse capre e cavoli di tutti.  Così non è stato, come si è visto quando il Pd ha condiviso quasi senza colpo ferire la proposta del presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, della Lega, di rinviare il confronto, di fatto, e di dedicare una prossima seduta consiliare all’autonomia differenziata. Ovviamente, i numeri per imporre alcunché a un’aula nella quale il centrodestra spadroneggia non consentivano al centrosinistra di tirare troppo la corda e però diversi osservatori e addetti ai lavori, anche dai banchi del centrodestra, si sono un po’ meravigliati davanti all’accettazione quasi rassegnata della strada del rinvio indicata da Mancuso. “Dopo tutto il can can dei giorni scorsi, le mobilitazioni di piazza, i convegni, gli appelli, persino la strumentalizzazione del documento della Chiesa calabrese francamente ci saremmo aspettati ben altra grinta dal centrosinistra”, confida un consigliere regionale della maggioranza. Un’analisi di parte che però nulla toglie alla sensazione sempre più diffusa di un’opposizione che in Consiglio regionale è sempre piuttosto timida e ancora non riesce a ritagliarsi un’identità definita, oltre che una unità reale, che non c’è se è vero a esempio che Ferdinando Laghi, eletto con DeMa, sta sempre più muovendosi in autonomia e per quello che è, vale a dire un tecnico prestato alla politica, e per questo guarda più ai contenuti che non alla casacca politica e spesso è più allineato con la maggioranza di centrodestra che con il resto dell’opposizione. (a. c,)

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